Lo stadio Luigi Ferraris è un impianto sportivo italiano di Genova. Colloquialmente noto anche come stadio di Marassi o Marassi dal nome del quartiere genovese dove sorge, è il più antico impianto calcistico d'Italia in attività al 2023, essendo stato inaugurato nel 1911.
Ha una capienza di 33.205 posti dopo la ristrutturazione del 2019 della tribuna superiore, che ha ridotto i precedenti circa 37.000. Nel suo periodo di capacità massima era in grado di ospitare circa 60.000 spettatori.
Il Ferraris è sede degli incontri interni delle due maggiori compagini calcistiche cittadine, il Genoa e la Sampdoria. Di proprietà comunale, è dal 2016 al 2022 in gestione alla società Luigi Ferraris s.r.l., paritariamente posseduta dai due club calcistici cittadini che ne usufruiscono.
L'impianto fu sottoposto a diverse ristrutturazioni, la più importante delle quali tra il 1987 e il 1989, quando fu adeguato per ospitare incontri del campionato mondiale di calcio 1990 del quale l'Italia fu Paese organizzatore; in tale occasione divenne uno stadio completamente coperto e, per permettere l'uso della struttura in maniera continuativa, non esistendo in città altri impianti idonei a sostenere l'affluenza, singole sezioni della stessa furono demolite e ricostruite a turno onde avere sempre settori agibili.
A livello internazionale ha ospitato numerosi incontri della nazionale italiana di calcio e talora anche di quella di rugby, nonché alcuni concerti musicali.
Storia
L'inizio dell'edificazione dello stadio è incerta, ma generalmente viene scelto come giorno simbolico il 10 luglio 1910. In tale data il presidente del Genoa Edoardo Pasteur accettò la proposta del marchese Musso Piantelli, socio della giovane compagine anglo-italiana, di costruire un campo da calcio all'interno del galoppatoio situato nel terreno di sua proprietà nel complesso della Villa Centurione Musso Piantelli, residenza cinquecentesca tuttora esistente a ridosso dell'ingresso dei distinti.
Il 22 gennaio 1911, in occasione della partita tra Genoa e Inter, lo stadio fu ufficialmente inaugurato con il nome di Campo del Genoa di Via del Piano.
Il nuovo terreno di gioco sorgeva perpendicolare al vicino torrente Bisagno ed era adiacente parallelamente alla più antica Cajenna, il campo sportivo dell'Andrea Doria che dal 1902 disputava i suoi incontri sull'infuocato campo di Marassi. I due campi da gioco erano separati da uno steccato per il quale il Genoa riceveva dai cugini dell'Andrea Doria 1.000 lire di indennizzo più 200 lire annuali per la manutenzione.
Alla fine del 1926 la Cajenna fu dichiarata inagibile dai gerarchi genovesi, che con questo atto volevano costringere la società doriana a non opporsi a future scelte di fusioni, come fatto in precedenza per una ventilata fusione con il Genoa, ostacolando così le politiche di regime che puntavano a ridurre a due le squadre delle grandi città. Il Genoa quindi, sfruttò l'occasione e, dopo una riunione alla presenza dei rappresentanti dell'Andrea Doria e dei gerarchi, pagò l'Andrea Doria con un indennizzo di 20.000 lire (comprensive, però, del trasferimento del portiere Manlio Bacigalupo) ed entrò in possesso del terreno. Sul campo utilizzato fino ad allora dalla formazione bianco-blu, si decise di costruire una nuova tribuna situata a nord del campo, quella che negli anni sarebbe diventata curiosamente la sede del tifo più caldo della tifoseria genoana.
I lavori per ingrandire lo stadio di via del Piano furono terminati soltanto sul finire del 1932. Il 1º gennaio 1933 venne inaugurato il nuovo stadio e con l'occasione venne intitolato a Luigi Ferraris, capitano della squadra del Genoa, caduto durante la prima guerra mondiale. Durante la cerimonia di intitolazione dello stadio fu sotterrata, in prossimità della porta di gioco situata sotto la Gradinata Nord, la sua medaglia d'argento al valor militare.
Il Luigi Ferraris con i nuovi lavori divenne uno degli stadi più moderni dell'epoca, passando dalla capienza iniziale di 20 000 a una nuova di 30 000 spettatori. A tal motivo fu scelto per ospitare il 27 maggio 1934 la partita dei mondiali tra Spagna e Brasile terminata 3 a 1. Per il Ferraris il record di spettatori in una partita di campionato appartiene al derby Genoa-Sampdoria 1-1 del 28 novembre 1982, undicesima giornata della Serie A 1982-83, quando si registrarono 57 815 presenze — 12 311 delle quali in quota abbonati — per un incasso di 506 547 000 lire dell'epoca. Il record assoluto di affluenza fu registrato altresì il 27 febbraio 1949 in occasione dell'amichevole Italia-Portogallo 4-1, quando a gremire gli spalti dello stadio giunsero più di 60 000 spettatori per un incasso totale di circa 33 milioni di lire dell'epoca.
Dopo la morte del portiere del Genoa Giovanni De Prà nel 1979, su sua espressa volontà il comune di Genova interrò di fianco al palo sotto la gradinata dei tifosi genoani una medaglia d'oro che il Guerin Sportivo aveva fatto coniare per il giocatore a ricordo della prestazione «eroica» nella partita disputata dalla nazionale italiana contro la Spagna. È tuttavia sconosciuta la sorte di tale medaglia dopo la completa sostituzione del terreno di gioco nel 1989 per via dei lavori di rifacimento dell'impianto in occasione dei mondiali di calcio del 1990.
In occasione di tale evento lo stadio fu, settore dopo settore, demolito e ricostruito su progetto dell'architetto Vittorio Gregotti, il quale incontrò polemiche soprattutto per questioni legate alla visibilità , dal momento che i tifosi lamentavano che da alcuni angoli fosse difficile osservare il campo. Per permettere alle due compagini cittadine di poter continuare a disputare a Marassi gli incontri interni, i lavori furono eseguiti per singoli settori e durarono 26 mesi (da luglio 1987 al settembre 1989).
Del vecchio stadio rimase soltanto l'ingresso della tribuna. Per il resto il nuovo Ferraris si presentava come un moderno stadio all'inglese, con gli spalti a ridosso del campo che potevano ospitare poco più di 40 000 spettatori. Lo stadio fu dotato di due maxi-schermi; i settori ospiti vennero costruiti nei Parterre, le parti inferiori delle Gradinate che non erano coperti dalla tettoia e di fronte alla Tribuna venne costruito un gazebo adibito a sala stampa per i Mondiali di Italia '90.
In seguito il Ferraris subì piccole modifiche che lo portarono a essere com'è oggi. Il gazebo, costoso da mantenere e praticamente inutilizzato, fu eliminato; i tifosi ospiti vennero spostati nelle gabbie poste ai due lati estremi della tribuna, adiacenti alle due gradinate (gabbia lato nord nelle partite casalinghe della Sampdoria, gabbia lato sud nella partite casalinghe del Genoa); la capienza, in seguito all'inserimento di nuovi seggiolini per l'adeguamento ai parametri UEFA imposta per rendere possibile la partecipazione della Sampdoria alla Coppa UEFA nella stagione 2005-06 fu ridotta a poco più di 38 000 unità; capienza che si ridusse ulteriormente per l'installazione di nuovi seggiolini e per l'eliminazione delle prime file per essere in regola con le norme di visibilità e sicurezza obbligatorie per la partecipazione della Sampdoria alla UEFA Champions League del 2010–11, scongiurando l'ipotesi di dover giocare le proprie partite fuori da Genova.
Nel 2001 si ebbe l'installazione di grate d'acciaio e tornelli nel perimetro esterno dello stadio, per permettere il regolare svolgimento delle gare nel rispetto delle nuove linee guida di sicurezza imposte dalle leggi (decreto Amato) vigenti in Italia.
I nuclei caldi delle due tifoserie di Genova risiedono storicamente nelle due gradinate: la Nord per i tifosi rossoblù e la Sud per i tifosi blucerchiati.
Il 28 aprile 2004 Roberto Baggio ha giocato nello stadio l'ultima partita con la nazionale contro la Spagna che si è conclusa 1-1 con i gol di Christian Vieri e di Fernando Torres.
Il 28 maggio 2011 è stata celebrata una festa per i cento anni dello stadio organizzato dal club genoano "Figgi do Zena" e per festeggiare il centenario si è giocata la partita tra nazionale stilisti e ex giocatori genoani.
Il 29 febbraio 2012 al Ferraris viene disputata una amichevole contro gli Stati Uniti in vista degli Europei di calcio di Polonia e Ucraina finita 0-1 a favore degli statunitensi grazie a un goal di Dempsey che porta quindi per la prima volta la formazione statunitense a battere l'Italia.
Il 7 marzo 2023 il Consiglio Comunale di Genova ha dato il via libera per interrare una copia della medaglia del portiere del Genoa Giovanni De Prà interrata nel 1979 e scomparsa nel 1989 vicino alla porta della Gradinata Nord. La medaglia è stata interrata nel pre-partita di Genoa-Bari il 19 maggio 2023 davanti alla Gradinata Nord.
Episodi di cronaca
Il 29 gennaio 1995, prima della partita di campionato Genoa-Milan della stagione 1994-1995, un tifoso genoano (Vincenzo Spagnolo) viene accoltellato e quindi ucciso da un tifoso milanista (Simone Barbaglia) all'esterno dello stadio proprio vicino alla culla del tifo caldo genoano, la Gradinata Nord. Quel giorno ci furono gravissimi scontri che durarono anche nella notte, durante la quale le forze dell'ordine faticarono a impedire il contatto tra i tifosi rossoblù e quelli rossoneri, che restarono fino a tarda notte chiusi nello stadio per motivi di sicurezza. In memoria di Vincenzo Spagnolo è stata apposta una targa sul monumento costituito da 11 massi, impilati in verticale, eretto alla fine dei lavori di ricostruzione dello stadio per i Mondiali di Italia 90', in memoria degli 11 operai deceduti sui cantieri degli stadi italiani in rifacimento per quell'evento mondiale, collocato davanti all'entrata delle Tribune vicino alla Gradinata Nord. Nell'agosto 2007, a seguito del ritorno in A del Grifone, la trasferta fu vietata ai milanesi per timore di nuovi incidenti.
Il 12 ottobre 1999, all'inizio del secondo tempo tra Sampdoria e Bologna (gara valida per la Coppa Italia), il portiere rossoblù Gianluca Pagliuca venne sommerso da fitti lanci di arance, bottigliette e oggetti di vario tipo da parte dei tifosi blucerchiati della Gradinata Sud. La partita venne sospesa per circa un quarto d'ora per poi riprendere, ma il lancio di oggetti riprese, questa volta con rubinetti divelti dai bagni dello stadio. Il giudice sportivo decretò lo 0-2 a tavolino per il Bologna e la Sampdoria dovette scontare sei giornate di squalifica del campo di Marassi.
Il 12 ottobre 2010, durante la partita di qualificazione agli europei 2012 tra Italia e Serbia, lo stadio è stato teatro di una serie di scontri causati dentro e fuori dallo stadio dai tifosi ultranazionalisti serbi. La partita è cominciata con 35 minuti di ritardo a causa del lancio di una serie di fumogeni; dopo il calcio d'inizio sono stati lanciati altri razzi, uno dei quali ha sfiorato il portiere italiano Emiliano Viviano e un altro il terzino Gianluca Zambrotta, quindi l'arbitro scozzese Craig Thomson ha decretato la sospensione definitiva della partita dopo soli 6 minuti di gioco, e fu poi decretato il 3-0 a tavolino per l'Italia. Gli scontri con gli ultras serbi sono costati 18 feriti, 35 denunciati e 138 persone identificate con l'arresto del capo ultrà, Ivan Bogdanov di 29 anni. Bogdanov, che era già colpevole di altri disordini di questo tipo, è stato condannato a 3 anni e 3 mesi di reclusione.
Il 22 aprile 2012, durante la partita di campionato Genoa-Siena, la partita fu sospesa all'ottavo minuto del secondo tempo sul punteggio di 0 a 4 per i toscani, a causa di un centinaio di ultras genoani che dalla Gradinata Nord fecero irruzione e si spostarono nei Distinti. Gli ultras continuarono a inveire contro i giocatori della propria squadra e ci furono momenti di grande tensione quando una decina di tifosi scavalcarono le vetrate per prendere posizione sopra il tunnel di ingresso delle squadre. A questo punto i tifosi, infuriati per l'ennesima prestazione scadente in campo, iniziarono a insultare e minacciare i giocatori del Genoa, i quali, furono costretti a levarsi la maglietta e i pantaloncini e a deporli a bordo campo, perché ritenuti non degni di indossarli. Tutti i giocatori si adeguarono tranne uno, il centrocampista Giuseppe Sculli (in stretti rapporti con la frangia estrema del tifo rossoblù), che dopo aver trattato con gli ultra rossoblù, riuscì a trovare un accordo per far rimettere le magliette e per far continuare la partita. La gara (che terminò 1-4), fu sospesa per circa 40 minuti e il Genoa fu costretto a giocare le restanti ultime due partite casalinghe della stagione a porte chiuse.