Partita difficilissima per le Aquile che resistono in casa del Pisa e strappano un punto prezioso. I padroni di casa hanno fatto la partita e confezionato diverse occasioni da rete, senza tuttavia mai impegnare seriamente il numero uno giallorosso. A fine partita lo score dirà che sono 20 i tiri provati dai neroazzurri (soltanto 1 nello specchio della porta) contro gli 8 del Catanzaro che invece ha impegnato maggiormente Semper, ma senza la necessaria precisione e forza nelle conclusioni.
Finisce con un rosso diretto la partita di Pompetti che in pieno recupero commette un fallo da tergo ai danni di Arena lanciato a rete. Nell’occasione l’errore madornale è di Cassandro, che sceglie una traccia orizzontale da incubo innescando proprio la ripartenza dei padroni di casa.
FORMAZIONI
Pisa 3-4-2-1: Semper, Canestrelli Caracciolo Calabresi, Angori Marin Abilgaard Tourè, Vignato Mlakar, Bonfanti. All. Inzaghi.
Catanzaro 3-5-2: Pigliacelli, Bonini Scognamillo Brighenti, D’Alessandro Pontisso Pompetti Coulibaly Cassandro, Pittarello Iemmello. All. Caserta.
PARTITA SOFFERTA PER LE AQUILE
Partita sofferta per le Aquile che subiscono l’iniziativa degli avversari e tentano di colpire di rimessa. La prestazione è nel complesso positiva, da squadra matura che sa di dover soffrire ma che è anche consapevole di avere i mezzi per far male. Mezzi che sulla carta ci sarebbero, ma che nella partita dell’Arena non sono stati sfruttati a dovere risultando poco convincenti negli ultimi venti metri.
Inzaghi decide per un corposo turnover e cambia 7 elementi rispetto all’undici base. In difesa si rivede Calabresi che sarà un osso duro per D’Alessandro, mentre sulla corsia sinistra Angori e Abilgaard complicano la partita di Cassandro e Coulibaly mettendoci molta fisicità negli interventi. Caserta invece deve rinunciare a Petriccione e Situm, quindi manda in campo Coulibaly e Cassandro dal primo minuto. Stesso discorso per Pittarello che però, a differenza di La Mantia, non riesce a trovare il modo di dialogare con i compagni di reparto riuscendo a far salire la squadra in un paio di occasione in tutto il primo tempo.
Gli ospiti partono bene nei minuti iniziali controllando il gioco e palleggiando con disinvoltura, ma davanti di occasioni concrete ne capitano davvero poche. Le prime due sono per Pontisso che prima prova il pallonetto mandando la sfera di poco a lato, successivamente centra lo specchio della porta ma con un tiro centrale facilmente bloccato da Semper. A conti fatti le aquile combinano poco o nulla in attacco e finiscono per cedere l’iniziativa al Pisa, che dominerà il gioco fino allo scadere dei primi 45 minuti di gioco confezionando una grossa chance da rete con Canestrelli. Palla fuori di un soffio sull’ennesimo corner conquistato dai neroazzurri.
Il Pisa mostra un impianto di gioco decisamente funzionale e molto ben assortito sia sotto l’aspetto fisico che su quello tecnico. Vignato fra le linee è un incubo, dalla sua mattonella partono diversi cross sul secondo palo che mettono alle corde Bonini e D’Alessandro. Ottima la diagonale difensiva di D’Alessandro su Tourè, meno performante la marcatura sul 15 neroazzurro che alla mezz’ora sfugge a Bonini e insacca, ma il VAR dice di no per chiara posizione di offside. Nel Catanzaro brilla la fase difensiva, piace la fluidità della trasmissione
IL REBUS PITTARELLO
Con questo sistema di gioco la presenza di Pittarello inevitabilmente condiziona lo sviluppo della manovra. Il lungaccione giallorosso, per struttura e caratteristiche tecniche, sarebbe sicuramente più adatto in un tridente con due esterni che lo possano affiancare sfruttandone i centimetri quando intercetta le palle alte. Sarebbe la sponda ideale per far salire la squadra e aprire il gioco, un riferimento sicuro sui calci piazzati. Per il Catanzaro le cose non stanno così e non si capisce esattamente cosa cerchi di ottenere mister Caserta insistendo con un duo (Iemmello-Pittarello) che le Aquile non possono permettersi… a meno di inventarsi qualcosa che dopo 11 giornate si sarebbe già dovuto intravedere, ma tant’è.
Nonostante cinque elementi in mediana Iemmello deve giocare sotto per aiutare la costruzione, Cassandro non riesce a sfondare sulla corsia e si limita alla fase di contenimento, D’Alessandro impatta contro l’esperto Calabresi provando qualche sortita ma senza cavarne un ragno dal buco. E mentre il Pisa gioca con i reparti corti e aggredisce a centrocampo con grande intensità, Pittarello resta lontano dal gioco marcato a uomo da un certo Caracciolo e di fatto non combina granché… eccezione fatta per il minuto 14 quando finalmente conquista un fallo e il minuto successivo quando di testa colpisce debolmente.
Ciò che di buono si è visto nel primo tempo è quasi del tutto sfumato nella ripresa quando nemmeno i cambi sono riusciti a sovvertire l’inerzia di un match che, almeno dal punto di vista dei giallorossi, aveva già detto tutto. Cambi che ancora una volta lasciano perplessi per le tempistiche. Non si capisce perché ad esempio Inzaghi abbia potuto pensare di vincere la partita mettendo dentro Lind al 53’ (Bonfanti era stato appena ammonito e comunque non aveva scomposto di un centimetro il ciuffo di Scognamillo), mentre Caserta abbia preferito aspettare il 63’ per far entrare La Mantia al posto di Pittarello.
A prescindere dalle situazioni, che sono sempre diverse di partita in partita, ma se dopo 45 minuti di gioco non crei grattacapi seri alla difesa avversaria qualcosa evidentemente non funziona e va cambiato! E infatti Inzaghi ha messo subito dentro Piccinini a centrocampo e Lind in attacco per dare maggiore spinta e maggiori preoccupazioni alla difesa avversaria. E si è vista la differenza! Caserta invece ha preferito avvicendare Pontisso e D’Alessandro con Koutsoupias e Compagnon, quest’ultimo peraltro dirottato a sinistra dove chiaramente non ha profuso sforzi sulla corsa, ma conduzione leggera e qualche giocata dentro il campo. Energia fresche che non alterano gli equilibri. Il risultato è stato che il Catanzaro ha giocato quasi tutto il corso della ripresa nella propria metà campo.
Che c’era da sudare sette camicie in quel di Pisa lo si sapeva anche solo guardando la classifica, ma che si sarebbe tornati a schierare Pittarello nel 3-5-2 sembrava un argomento ormai superato. D’altronde una rosa costruita per un sistema di gioco con difesa a 4 e tridente offensivo difficilmente può essere compatibile con l’attuale assetto tattico che peraltro è lacunoso di diverse caratteristiche tecniche sulle corsie laterali, dove teoricamente con 2 terzini e 2 esterni d’attacco la rosa poteva dirsi completa. Dispiace tornare sull’argomento rosa e sulle scelte fatte in estate dallo staff tecnico, ma evidentemente se si è deciso di intraprendere il cammino della difesa a tre, le correzioni da fare sono numerose. Con buona pace di chi non riuscirà a trovare posto nell’undici titolare.