Catanzaro e Cremonese si dividono i meriti un tempo per parte, però gli ospiti siglano il sorpasso nei minuti finali e conquistano l’intera posta in palio. Caserta cambia assetto tattico in corso d’opera, ma il gioco brilla solo a metà. La Cremonese si comporta da grande squadra: inizia forte, si fa recuperare e poi trova il jolly che vale 3 punti. Stroppa può ritenersi più che soddisfatto.
Parte meglio la Cremonese
Com’era prevedibile la Cremonese è partita subito aggressiva e questo in qualche modo ha determinato il gol del vantaggio che è arrivato fin troppo presto e ben oltre i meriti di Castagnetti: palla in mezzo e rimbalzo fortunato che mette fuori gioco Pigliacelli. Ma chiaramente non è solo una questione di fortuna, la Cremonese crea occasioni a ripetizione. Con la difesa alta e le catene laterali ben organizzate nell’area giallorossa iniziano ad arrivare cross e traversoni insidiosi. Collocolo e Vazquez tagliano in area e creano pericoli, chi non riesce a pungere è proprio l’ex Vandeputte che sbaglia due volte da pochi passi. A fine gara si prenderà qualche fischio, dettato dal sapore amaro di chi ha vissuto la separazione dal belga come dalla morosa. D’altronde per Jari, calcisticamente parlando, non è proprio un buon momento.
Dall’altra parte un Catanzaro frastornato, che fatica ad entrare in partita. I giallorossi provano a riorganizzarsi dopo lo svantaggio e quasi subiscono il raddoppio per un errore in uscita (Pompetti su D’Alessandro) che consente a Vazquez di provarci da dentro l’area. Sono trascorsi solo 10 minuti e le difficoltà dei padroni di casa nel costruire gioco sono evidenti. Castagnetti esce in pressione su Pompetti mentre Collocolo fa altrettanto su Petriccione, per il Catanzaro non resta che provarci sugli esterni. Bonini e D’Alessandro a sinistra abbozzano qualche buona scambio finché improvvisamente Bonini guadagna il fondo e la mette in mezzo per Iemmello che chiude troppo la conclusione lambendo il palo.
L’assetto degli ospiti funziona meglio di quello deciso da Caserta che piazza Compagnon e D’Alessandro sull’esterno della linea di centrocampo per intasare le corsie laterali, ma l’esperimento non riesce. Con il 4-4-2 il Catanzaro è ben messo in campo ma la Cremonese ha gioco facile con i quinti. Zanimacchia a destra fa quello che vuole con i tempi nemmeno troppo accelerati e costantemente con il supporto di due compagni. La forza della Cremonese quando attacca dalle corsie laterali è proprio la superiorità in zona palla che possa offrire quante più soluzioni offensive/difensive ed altrettante garanzie di riconquista. Tutto questo per gli ospiti significa anche accollarsi il rischio di restare dietro uno contro uno. Un’idea di gioco ben chiara che è anche confortata dallo spessore tecnico della rosa.
È l’eterno scontro fra una linea a quattro e una a cinque, posto che entrambe abbiano nelle corde di difendere a 3 dietro. Per Stroppa è così, per Caserta idem ma con la variante di far tagliare in mezzo al campo Situm da una parte e D’Alessandro dall’altra in base allo sviluppo del gioco. Capita così di vedere D’Alessandro venire in mezzo per lasciare il corridoio a Bonini e la difesa scalare con Situm braccetto a destra, oppure si vede il croato tagliare dentro come un fluidificante lasciando i due centrali dietro.
Come nasce il pari di Compagnon
I giallorossi accusano un vuoto di potere in mezzo al campo. Non c’è equilibrio perché non c’è superiorità, si cerca l’ampiezza con le maglie larghe ma questo porta a una costruzione forzata con palle lunghe a scavalcare il centrocampo. Il Catanzaro dialoga palla a terra solo quando la Cremo rifiata o nelle sporadiche occasioni in cui si riesce a superare la prima linea di pressione senza lanciare lungo. E sarà proprio da una costruzione dal basso con palla a terra che arriverà il pari di Compagnon.
Innanzitutto, Pigliacelli serve largo Antonini che è l’unico senza pressione addosso e qui finalmente si rivede Iemmello venire incontro e aprire di prima intenzione per Situm largo. Il croato è dieci metri più avanti rispetto a Compagnon che stava arretrando per offrire una linea di passaggio ad Antonini, ma soprattutto per portare via Bianchetti. Situm riceve palla e la difende dal ritorno di Vandeputte mentre Compagnon s’invola verso l’area tenendo alle spalle proprio Bianchetti. L’assist di Situm è preciso, la conclusione di Compagnon sul secondo palo esemplare.
Eccolo qui il vero Catanzaro, quello che sa uscire dal basso e con tre passaggi arriva in porta. Eccole qui le dinamiche vincenti che i ragazzi hanno nelle corde. In tutto questo Pompetti segue l’azione partendo da una posizione ancora più arretrata rispetto a Compagnon che si fa 60 metri di campo con il difensore alle spalle. Anche D’Alessandro taglia verso l’area, così come Biasci lavora per mettere in difficoltà i due centrali e poi va in scivolata sulla conclusione di Compagnon per non lasciare nulla di intentato. C’è una coralità nelle dinamiche di gioco che va oltre il guizzo del singolo ed è bene ricordarlo perché le situazioni vanno lette nella loro interezza.
Meglio il Catanzaro nella ripresa
Intorno all’ora di gioco Caserta varia l’assetto tattico passando al 3-5-2 con gli ingressi di Cassandro e Pagano al posto di Compagnon e D’Alessandro. Situm si sposta come quinto di centrocampo a sinistra mente Cassandro a destra e Pagano a dare una mano in mezzo al campo a Petriccione e Pompetti. Poco dopo uscirà anche Iemmello, non particolarmente brillante, per far posto a Pittarello.
In campo si vede subito un equilibrio diverso. La fortissima Cremonese perde improvvisamente i riferimenti fra le linee, non trova le stesse linee di passaggio. Di contro il Catanzaro inizia ad occupare meglio gli spazi, aggredisce e difende uomo contro uomo senza soffrire alcun tipo di gap tecnico, piuttosto è proprio la nutrita schiera di centrocampisti più il dinamismo di Pittarello a trascinare le aquile verso un insperato sorpasso che per poco non si concretizza con la bella conclusione di Pagano.
Anche in questo caso l’azione è rapida e di ottima fattura. Pompetti centralmente per Biasci che viene incontro, scarico a seguire per Pagano che punta la porta, il tiro a giro termina di poco fuori. Ancora una volta con palla a terra e scambi rapidi si ha la meglio. Manca il gol, ma la prestazione dei giallorossi è nettamente migliore di quella del primo tempo.
Nel finale Johnsen con un magnifico controllo a seguire sulla giocata lunga dalla difesa supera Bonini e serve un assist al bacio per il neoentrato Barbieri. Gol partita che gela il Ceravolo e mette la squadra di Caserta in una difficile situazione di classifica in vista dei prossimi impegni.
Il gioco non brilla, come Caserta
Si fatica a metabolizzare la nuova transizione tecnica. I risultati non sono esaltanti, il gioco non brilla e di conseguenza le scelte del mister (o la scelta del mister) finiscono per minare la fiducia che l’ambiente aveva riposto nel nuovo corso. Il problema è che nel calcio contano i punti e non le partite giocate bene solo a metà.
La sconfitta interna contro la Cremonese non è stata netta, semmai cocente perché maturata solo nei minuti finali. Il Catanzaro ha anche rischiato di vincerla con un bel tiro di Pagano, ma più in generale è piaciuta la ripresa in cui la squadra ha dimostrato di potersela giocare con chiunque.
Se guardiamo ai numeri c’è da farsi venire il mal di testa: 352, 442, 4231, 433. Nessuno di questi identifica chiaramente il sistema del gioco del Catanzaro. La squadra è stata costruita in ritardo e dovendo giocare in emergenza si è preferito l’impianto di gioco con cui c’era maggior dimestichezza e cioè quello con il centrocampo a cinque. Scelta che ha dato buoni risultati anche oggi nel corso della ripresa.
Ma il Catanzaro non giocherà sempre così, anche perché la campagna acquisti è stata fatta per avere la possibilità di schierare 3 attaccanti o addirittura 4 se ci mettiamo dentro anche un trequartista. Stando alle dichiarazioni del mister il Catanzaro deve imparare ad avere una certa duttilità nelle posizioni in campo senza focalizzarsi su un unico impianto di gioco. Questo significa che indipendentemente dal sistema di gioco i calciatori devono sapersi trovare, memorizzare le posizioni e variazioni, cambiare pelle continuamente per esaltare i singoli ma anche dare meno riferimenti agli avversari. Non è un concetto errato, ma serve tempo. Forse più di quanto l’ambiente sia disposto a concederne. Intanto le concorrenti per la salvezza corrono e non è da escludersi che un’eventuale crisi di risultati possa minare seriamente il prosieguo del campionato.
La mia analisi è che la squadra soffre le grosse lacune difensive, già evidenti lo scorso anno. Continua a mancare fisicità e velocità, entrambe basilari in serie B ma in particolare la velocità è necessaria per il modo di giocare di Caserta,prevedendo una linea molto alta in modo anche d’aiutare il centrocampo quando resta un po’ sguarnito data le posizioni delle ali. I nostri difensori non sono adatti per fare questo, ma in assoluto bisogna dirlo in tutta franchezza in B fanno fatica.