Pigliacelli 5 – Severe responsabilità sul primo goal subito, nessuna sul secondo. Bravo, nel primo tempo, a rispondere ad un tentativo dell’opposto Collocolo. Nella medesima frazione, beneficia dell’imprecisione dei calciatori ospiti, che lo graziano in almeno tre situazioni. Poco impegnato nella seconda parte di match.
Šitum 6 – Sul lato di competenza, soffre le iniziative avversarie, ma si riscatta con qualche proposizione offensiva, e soprattutto con l’eccellente assist per Compagnon che vale il punto del temporaneo pareggio.
Antonini 5,5 – Gli attacchi avversari, nei primi quarantacinque minuti, giungono da ogni dove, ed il ragazzo, nonostante l’impegno, incontra non poche difficoltà nell’opporsi ai medesimi. Meglio nella ripresa.
Brighenti 5,5 – Attento in varie circostanze, ma anche qualche leggerezza che avrebbe potuto cagionare serissimi guai.
Bonini 4,5 – Per circa un’ora di gara, fa il laterale mancino, interpretando male il ruolo, per altro non proprio consono alle sue caratteristiche. Un buon servizio per Iemmello, nell’unica valida percussione, ma tanti problemi – mai risolti – nei duelli contro lo scatenato dirimpettaio Zanimacchia. Nell’ultimo terzo di gara, è sistemato come terzo a sinistra nel pacchetto arretrato, posizione in cui si trova più a suo agio. Nel finale, però, non è concentrato nell’azione che conduce la Cremonese alla marcatura del decisivo sorpasso: non sale per tempo, tenendo in gioco l’avversario Johnsen, che poi non ha difficoltà a servire un liberissimo compagno, che deposita la sfera in fondo alla rete.
Petriccione 5,5 – Quando la sfera transita dai suoi piedi, la gestisce con cura. Troppe volte, però, è saltato dai lanci a scavalcare la mediana cui ricorrono Mirko Pigliacelli e gli altri compagni della difesa. Non impeccabile nel lavoro di filtro a centrocampo.
Pompetti 6,5 – Rincorre senza sosta i portatori opposti, e chiude diverse linee di passaggio avversarie. Nel migliore momento del Catanzaro, durante la ripresa, si dimostra abbastanza abile nel giro-palla, senza risparmiarsi, quando necessario, nel lavoro di interdizione. Inspiegabilmente sostituito a circa 17 minuti dal triplice fischio.
Compagnon 6,25 – Non entra subito in partita, anche per via degli schemi (mero eufemismo) che ne condizionano il rendimento. Quando riesce finalmente a farlo, accelera e realizza il goal del momentaneo 1-1. Galvanizzato, alza i giri del suo motore e si fa apprezzare per la corsa e la volontà. Intorno all’ora di gioco, però, è richiamato in panchina.
Iemmello 5 – Non disputa una grandissima partita. Anzi, neppure grande. Non è letale nell’unico pallone che potrebbe sbattere in rete. Non lo si nota nei movimenti da trequartista con i quali tante volte ha deliziato i tifosi. Tuttavia, la cattiva prestazione è anche, se non soprattutto, in diretta dipendenza della totale assenza di almeno un modulo che ne possa esaltare le qualità. Se la squadra si affida quasi sempre ai lanci dalle retrovie, è fin troppo evidente che lo Zar non riceva alcun pallone giocabile, e finisca con lo spazientirsi. Ed è proprio con volto contrariato che Pietro abbandona la contesa verso il minuto 65, quando il geniale (ironico) Fabio Caserta decide di surrogarlo con Pittarello.
D’Alessandro 5 – A causa delle sofferenze di Bonini sulla corsia, è costretto a dover fare più il difensore che il centrocampista o l’attaccante. Finisce per rimediare una magra figura.
Biasci 5 – Calciatore generoso, volitivo, senza alcun dubbio. Tuttavia, per Tommaso valgono, più o meno, le stesse considerazioni già espresse per Pietro Iemmello: i palloni provenienti da lontano non possono essere gestiti da attaccante rapido, qual è il 28, ma piccolino di statura.
Cassandro (dal 59’) 5 – Avvicenda Compagnon quando il tecnico decide di passare al 3-5-2. Non incide sulla sfida, apparendo anzi timido ed impreciso in diverse circostanze.
Pagano (dal 59’) 5,5 – Sostituisce D’Alessandro, nelle intenzioni già richiamate in sede di giudizio per Cassandro. Sfiora i legni della porta avversaria con una conclusione da circa venti metri, ed ogni tanto prova a farsi notare, ma senza particolari risultati.
Pittarello (dal 66’) 6,25 – Rileva Iemmello, portando nell’attacco delle Aquile quei centimetri e muscoli che, per l’atteggiamento utilizzato dalla squadra, sarebbero probabilmente stati utili fin dal primo minuto. Filippo lotta contro vari avversari e ne fa anche ammonire due, ma mai riesce a presentarsi al tiro, se non in una situazione (per altro sventata dall’ex Fulignati) in cui si trova in fuorigioco.
Koutsoupias (dall’80’) S.V. – Subentra a Pompetti per gli ultimi diciassette minuti di match, recupero incluso. Entra in qualche azione, ma nel complesso non è valutabile.
Seck (dall’80’) S.V. – Sul prato del Nicola Ceravolo al posto di Biasci, è piuttosto molle nelle circostanze (non frequenti) in cui la sfera si trova dalle sue parti, ma non sembra molto a suo agio nei compiti di seconda punta o rifinitore alle spalle di Filippo Pittarello. In ogni modo, anche lui, al pari di Īlias Koutsoupias, non può ottenere alcun voto.
Fabio Caserta 3 – Principale responsabile di una sconfitta evitabilissima contro una compagine – la Cremonese – priva di molti dei suoi titolari. Catanzaro senza idee per tutto il primo tempo e larghi tratti del secondo: unico schema, se tale lo si vuol definire, i lanci alla io speriamo che me la cavo – per richiamare il celebre libro di Marcello D’Orta – verso due attaccanti isolatissimi (leggasi, quindi, grave distanza fra i reparti), del tutto privi delle caratteristiche fisiche per poterne ricevere e gestire qualcuno. Ergo, partita preparata anche male: se il modulo (corsivo d’obbligo) è quello, ancorché obsoleto, non si capisce perché nell’undici titolare non sia presente Pittarello o, al limite, La Mantia: due calciatori che possiedono centimetri e muscoli. E non è questo il solo equivoco tattico: insistere con Federico Bonini a laterale sinistro significa esporre anche lui – oltre Iemmello e Biasci per le già richiamate ragioni – a magre figure. Ed ancora: se si affronta una squadra imbottita di centrocampisti, di cui alcuni ottimi palleggiatori, non è pensabile opporvisi con soltanto due, perché la forte inferiorità nella zona nevralgica fa mancare il necessario filtro. Pertanto, i difensori sono esposti a tanto lavoro, e l’errore diventa più probabile. I quindici/venti minuti giocati a buon piglio nel secondo tempo, magari approfittando della stanchezza di un’avversaria priva di validi rincalzi, non assolvono il tecnico dalle sue colpe. Anzitutto, perché le sfide durano novanta e più giri di lancette; in secondo luogo, perché le sostituzioni – specie quella di Pompetti con Īlias Koutsoupias – hanno suscitato perplessità. Serve una svolta, e serve in fretta.
Voti generosi, In particolare ai difensori, abbiamo preso due gol a difesa schierata, difesa punto debolissimo dello scorso anno, che si conferma senza aver posto concretamente rimedio. Per quanto riguarda Caserta, deve prendere rapidamente una strada con un solo modulo e definire l’11 titolare, insomma deve avere il coraggio delle sue idee. La squadra approccia male le partite perché non ha ben chiaro cosa fare. Ad oggi con questi risultati, la scelta di Caserta come allenatore si può dire che è stata probabilmente azzardata,perché non gradita dalla piazza, per quel che sappiamo, ma anche perché i suoi schemi non si adattano ai calciatori importanti rimasti Antonini Petriccione Biasci e Iemmello.