Vincenzo Vivarini ne ha combinata un’altra delle sue, e lo ha fatto con una spontaneità disarmante, sovvertendo quello che sembrava essere un concetto di impresa d’azienda immutabile ovvero tutti utili e nessuno indispensabile.
Bisogna fare un piccolo passo indietro a risalire alla conferenza stampa che anticipa Catanzaro – Brescia, quando annuncia ufficialmente che Situm non sarà della gara, salgono quindi a quattro gli infortunati assenti ai playoff: Situm, Ghion, D’Andrea e Ambrosino. Sinceramente un po’ troppi per qualsiasi squadra, figuriamoci per il Catanzaro che ai nastri di partenza del campionato era partito con l’obiettivo di giocarsi una salvezza tranquilla, si ritrova ora a giocarsi la promozione in Serie A senza quattro elementi.
Quattro assenze importanti, che farebbero tremare i polsi anche al tifoso più ottimista, ma nelle assenze Vivarini è chiaro e pragmatico: “Certo, dispiace non averli a disposizione, ma ai ragazzi ho parlato chiaro, quelli che siamo, siamo tutti indispensabili”. Ed è stato preso in parola, perché se un giovincello come Oliveri si permette il lusso di 1 assist e mezzo in due gare, Brignola si esalta con una doppietta in due gare e Donnarumma manda in estasi il “Ceravolo” con una rete al 96’ contro il Brescia ed un palo contro la Cremonese, questi davvero si sentono indispensabili e non utili.
Il Catanzaro, ad iniziare da Floriano Noto, proseguendo con Foresti e Magalini per arrivare a Vivarini ha dimostrato di aver saputo costruire, fortificando, negli ultimi anni, un’idea progettuale votata ad uno sviluppo progressivo che ha saputo amalgamare, idee e uomini ed atleti che hanno esalato il collettivo.
La vera forza è stata quella di stare al centro di un progetto dove tutti sono indispensabili e nessuno è utile. Si va quindi a Cremona con la ferma consapevolezza che possiamo giocarcela ad armi pari, perché in campo, cosi come nelle stanze dei bottoni, c’è un sistema aziendale che ha saputo dare un significato a ciò che si fa e a quello che si vorrà fare.