Sono trascorsi più di trent’anni da Catanzaro-Lazio 1-1. In questa partita, decisiva o quasi ai fini della promozione in serie A, il centravanti biancoceleste Monelli, ben oltre il novantesimo minuto, regalò il pareggio alla sua squadra, facendo piangere il popolo giallorosso. Un paio di mesi prima, Massimo Palanca, O’ Rey, aveva fallito un calcio di rigore all’ultimo respiro, contro la Triestina: per altro, con un difensore a difendere i pali al posto del portiere, espulso nella stessa situazione di gioco. Un punto in più, a fine stagione, avrebbe consentito al Catanzaro di giocarsi la promozione attraverso uno spareggio.
In tempi molto più recenti, Chiricò, all’epoca in forza al Padova, ha spento le speranze dei tifosi delle Aquile, realizzando su punizione la rete decisiva.
Molti anni prima (correva il 1972), un non-goal di Alberto Spelta contro il Verona, a tempo pressoché scaduto, aveva condannato il Catanzaro alla retrocessione in serie B. Le sorti fra i giallorossi e la stessa squadra scaligera si sarebbero capovolte se quel pallone fosse entrato in rete anziché toccare il palo e poi perdersi sul fondo.
Quante tristezze e dolori, insomma, hanno regalato la cosiddetta zona Cesarini o anche i minuti a questa successivi.
Almeno fino a ieri… Finalmente, il 18 maggio 2024, la Dea Bendata si è ricordata del Catanzaro quando Donnarumma, a pochi secondi dal triplice fischio, raccogliendo una spizzata di Oliveri sugli sviluppi di un corner, ha depositato la sfera in rete, facendo esplodere il Ceravolo… naturalmente con l’eccezione degli amici di Brescia, sistemati in curva Mammì.
Tanti bruciori li hanno provati anche alcuni soggetti, tifosi di una squadra corregionale, che al goal di Alfredo hanno sfogato la loro rabbia con irripetibili e blasfeme espressioni manifestate in dialetto.
Verosimilmente, costoro non conoscono il celebre aforisma di Erasmo da Rotterdam: «La Fortuna ama le persone non troppo sensate; ama gli audaci e quelli che non hanno paura di dire “Il dado è tratto”».
Folli ed audaci sono il Catanzaro e i suoi tifosi, che non capitolano di fronte alle difficoltà. Vincitore, del resto, è sempre un sognatore che mai si è arreso.