Si chiama curva “Angelo Mammì” perché sotto quel settore il piccolo – di statura, ma grande per importanza – attaccante calabrese segnò il gol più iconico della storia del Catanzaro: la rete che, il 30 gennaio 1972, valse l’uno a zero contro la Juventus al primo anno in serie A delle Aquile del Sud. Un gol di testa, sugli sviluppi di un calcio d’angolo battuto da destra: dinamica quasi uguale a quella del gol di Donnarumma col Brescia. Cinquantadue anni dopo. Cinque decadi e poco più che di gol, emozioni, palpiti sotto quella curva ne ha vissuti moltissimi, spesso davanti gli occhi tristi dei tifosi avversari che in quel settore sono ospitati. Una “tradizione” che quest’anno si è concretizzata più volte e spesso in maniera decisiva; una consuetudine ricorrente in questa serie B che ha fatto si (finora) che altri momenti iconici, benchè meno importanti del gol alla Juve, si siano sviluppati sotto quel settore, sotto la curva “Angelo Mammì”.
Che di congiunture magiche ne ha vissute anche in anni più bui, benchè festosi. Emblema la stagione che portò il Catanzaro in serie C1 sotto la guida del presidente Cosentino e di Ciccio Cozza quando due gol decisivi decisero quel campionato. Il primo fu firmato da Simone Masini nel marzo del 2012 contro il Perugia capolista, il secondo da Simone D’anna un mese dopo contro la Vigor Lamezia: due reti sotto quella curva emozionantissime e pesanti, anzi emozionantissime proprio perché pesanti. Come quella di Giorgio Corona al Foggia nella stagione che vide il ritorno delle Aquile in B (stagione 2003-2004). Un gol al novantesimo che regalò tre punti determinanti per la vittoria del campionato al pari della rete di Mario Alfieri al Sora, gol che ebbe il sapore di vendetta sportiva dal primo playoff perso proprio contro i ciociari. 4 reti già nella storia del Catanzaro, alle quali se ne possono aggiungere molte altre, specie se si pensa allo scorso campionato, a una cavalcata che ha visto il Catanzaro segnare oltre 100 gol: lecito aspettarsi che una parte decisiva di questi sia stata siglata sotto la “Mammì”. Ed allora la mente va alla rete di Curcio contro la Viterbese a chiudere una rimonta che diede la misura della grandezza del Catanzaro e al gol di Iemmello contro l’Avellino nel giorno in cui partì il coro “serie B, serie B”.
Ed eccoci in cadetteria, in questa pazza e incredibile cadetteria che, per tenere fede alla sua follia, segna un numero considerevoli di emozioni, momenti, dinamiche – i cronisti direbbero episodi – sotto la curva “Mammì”. Da quella parte del campo l’inizio è da favola: con lo Spezia, alla prima vera gara in casa, Fulignati nel primo tempo para un rigore, poi nella ripresa Biasci, Vandeputte e Pompetti ne fanno tre per un esordio col botto. Poi dopo il rigore ripetuto da Donnarumma, proprio lui, con il Cittadella sempre li, stessa zona, ecco un altro tre a zero alla Feralpisalò tutto alla “destra dei teleschermi”, come si diceva una volta.
Ogni partita un episodio determinante sotto quella curva. Come la famigerata traversa di Ambrosino nella gara col Modena ma anche il volo dell’Aquila di Iemmello nel derby, e pure il 2 a 3 del Brescia, riequilibrato nel primo turno playoff. E poi le grandi rimonte, almeno tre: Lecco, Ascoli, Venezia con protagonisti quel settore di campo e Pietro Iemmello. Che non segna nella partita col Como, gara che poteva passare alla storia per l’assist stupendo del portiere Fulignati: un arcobaleno per la testa di Antonini, vanificato da un millimetrico fuorigioco. Ma comunque un episodio che resterà storico avvenuto sempre al “solito” posto, sotto la “Mammì”. Tornata testimone nel primo spareggio playoff con l’episodio più clamoroso ed importante degli ultimi 30 anni. Una rete che fa gioire tutti, sicuramente anche Angelo Mammì, uno che di gol decisivi di testa negli spareggi promozione se ne intende…
Commenta con faceboock