Nel girone di ritorno Maran ha ridisegnato l’assetto tattico del Brescia dirottando sulla difesa a 4 con il classico modulo ad albero di natale. L’evoluzione tattica non è dipesa dalla campagna acquisti invernale che di fatto non ha registrato nessun movimento di spessore in entrata o in uscita. La scelta del mister è stata dettata dalla ricerca di un maggior equilibrio nella fase difensiva e da una certa dose di imprevedibilità nelle soluzioni offensive.
Questo duplice obiettivo è stato raggiunto spostando Dickmann nel ruolo di terzino destro e Bjarnason come ala sinistra nel tridente d’attacco che si completa con una prima punta e un trequartista. L’esperto attaccante di origini islandesi ha un ruolo ibrido, infatti Bjarnason si muove sull’interno fronte d’attacco, si fa trovare fra le linee, collabora con la mezza si riferimento nella sottofase di sviluppo, guadagna il fondo e ovviamente aggredisce l’area. I tre davanti si muovono con il trequartista dietro a far da raccordo con il reparto centrale mentre le punte cercano di togliere punti di riferimento muovendosi dentro e fuori dal campo oppure interscambiando la posizione. I movimenti delle due punte sono agevolati dagli inserimenti in area di almeno una delle due mezzali.
IL RUOLO DELLE MEZZALI
Proprio le mezzali svolgono un ruolo chiave nella fase di sviluppo della manovra. Infatti li si vede guadagnare l’ampiezza proponendosi sulle corsie laterali calpestando la linea. Una posizione decisamente molto larga che porta via il marcatore diretto (centrocampisti avversari se non addirittura il mediano) e apre corridoi centrali dove l’attaccante centrale o la mezzala opposta hanno tempo e spazio per inserirsi fra le linee.
In pratica l’idea di Maran consiste nel dare il più ampio respiro possibile alla manovra portando via i marcatori dalla loro posizione naturale per sfruttare gli inserimenti degli opposti in zona centrale. L’idea di giocare in ampiezza si rafforza osservando lo sviluppo sulle corsie laterali.
Se è Dickmann a portare palla sulla desta, sulla corsia opposta troviamo una punta e il terzino. Viceversa, se è Huard a portare palla sulla destra, sulla corsia sinistra troviamo almeno due compagni pronti a guadagnare la profondità a seguito di un rapido cambio gioco. Questo tipo di assetto ha l’effetto di obbligare l’avversario a giocare con le maglie larghe e automaticamente ad esporsi al pericolo dei tagli centrali ad opera delle mezzali.
IL PLAY DEL BRESCIA
In fase di costruzione il Brescia è passato dalla ricerca della soluzione con palla lunga a una costruzione ragionata e possesso palla. Quando si parte dal basso tutti i palloni passano da Van De Looi.
Il mediano è un punto di riferimento essenziale per la costruzione, infatti lo vediamo schiacciarsi sulla linea di difesa che diventa a tre insieme ai due centrali mentre i terzini salgono per innescare lo sviluppo del gioco sulle corsie.
Il movimento di Van De Looi è tale da costringere il centrocampista centrale avversario a uscire molto alto e quindi potenzialmente a lasciare scoperto il corridoio centrale. C’è dunque da parte del Brescia l’intenzione di attrarre i marcatori diretti in zone di campo dove diventano ininfluenti per poi aggredirli con l’uomo in più negli spazi scoperti.
HEATMAP
Nella heatmap mostriamo la posizione occupata in campo dalle due mezzali che si allargano moltissimo coadiuvando la fase di sviluppo sulle corsie con l’intento di portar via il marcatore dal corridoio centrale e ovviamente portando l’uomo in più in zona palla. Da questo giocare in ampiezza dipendono molte delle fortune del Brescia.