Stefano Del Giovane, della sezione arbitrale di Albano Laziale (Roma), è l’assistente che ha segnalato il fuorigioco di Antonini in Catanzaro – Como 1 – 2, annullando la rete del pareggio del difensore giallorosso. Un caso che sta facendo discutere e non poco e che a nostro avviso è una decisione che ha penalizzato ingiustamente il Catanzaro (LEGGI QUI).
In passato Del Giovane fu ascoltato (ma non era imputato) per un presunto furto di ciabatte e asciugamani. La vicenda risale al 15 novembre 2015, la partita in questione era Salernitana – Novara, in cui Stefano Del Giovane era l’assistente n° 1 (come in Catanzaro – Como) arbitro dell’incontro il sig. Di Paolo.
Silvio Barrata, all’epoca dei fatti dirigente addetto all’arbitro per la Salernitana, accusò la quaterna arbitrale, di aver rubato ciabatte e asciugamani.
Nel corso delle audizioni Stefano Del Giovane ed il quarto uomo Morreale Andrea, hanno escluso che qualche componente della quaterna si sia o possa essersi appropriato di alcunché, mentre l’Osservatore Arbitrale designato non avrebbe notato nulla di strano.
La vicenda, rimasta priva di riscontro anche dopo le indagini della Procura Federale, per la sparizione di due asciugamani e due paia di ciabatte, si concluse con l’inibizione per 6 mesi ed una multa di 5 mila euro a carico di Silvio Barrata e la Salernitana, a Barrata fu contestata la violazione dell’art. 1 bis, commi 1 e 4, per violazione dei principi di lealtà, correttezza e probità sportiva, e la Società US Salernitana 1919 per rispondere a titolo di responsabilità oggettiva ex art. 4, coma 2, del condotta gravemente sleale dei comportamenti ascritti al primo. In sostanza, la Procura Federale accertò che il 20 novembre del 2015 Barrata, contattò telefonicamente il Sig. Aleandro Di Paolo, arbitro effettivo della gara Salernitana – Novara, per fargli presente sia di un’asserita sparizione dagli spogliatoi riservati alla quaterna arbitrale dello Stadio “Arechi” sia di un esposto che la Salernitana voleva redigere per i torti arbitrali subiti.
Nel 2021 invece c’è una vicenda che coinvolse il mondo arbitrale, quella dei “Rimborsi gonfiati”, in cui la Procura Federale incrimina 7 soggetti tra arbitri e assistenti con l’accusa di aver gonfiato i rispettivi rimborsi, con arrotondamenti sugli scontrini di pranzi, cene e taxi. Nella vicenda rimase coinvolto anche Stefano Del Giudice, che fu punito con 1 anno di squalifica. Andò peggio agli altri suo colleghi che subirono una squalifica di 13 mesi e di conseguenza la fine della carriera perché come dalle norme A.I.A. la pena superiore ai 12 mesi porta alla sospensione definitiva.