Catanzaro e Palermo si dividono la posta in palio in una partita fra luci e ombre. Biasci e Segre firmano l’1-1.
FORMAZIONI
Catanzaro 4-4-2: Fulignati, Veroli Scognamillo Brighenti Situm, Vandeputte Pompetti Verna Sounas, Biasci Iemmello. All. Vivarini
Palermo 4-3-3: Pigliacelli, Lund Ceccaroni Nldecearu Graves, Segre Ranocchia Gomes, Di Francesco Soleri Di Mariano. All. Corini
LUCI OMBRE FRA CATANZARO E PALERMO
Partita di alta classifica che Catanzaro e Palermo disputano a viso aperto regalando poche emozioni. I padroni di casa puntano sul palleggio con un Pompetti su di giri, mentre gli ospiti aggrediscono sulla catena di sinistra con un’ottima performance di Lund. Alla fine dei primi 45 minuti di gioco è il Catanzaro a trovarsi in vantaggio grazie alla marcatura di Biasci che raccoglie una palla vagante in area e trafigge imparabilmente Pigliacelli, il cross ben confezionato era stato di Situm. A inizio ripresa il Palermo agguanta il pari con un buon cross di Di Mariano, terzo tempo perfetto di Segre e palla in rete. I giallorossi provano a riprendere la partita e confezionano tre buone occasioni nell’arco di 5 minuti, ma fra una respinta e un pizzico di imprecisione si esaurisce la spinta del Catanzaro.
Entrambi i gol sono arrivati da un cross in area, ma a ben guardare sono state due eccezioni in una partita che ha visto i laterali esprimersi non senza grandi difficoltà. Se la proiezione offensiva di Ranocchia è facilitata dalla marcatura di Verna su Gomes e da quella di Pompetti su Segre, chi disputa una partita poco esaltante sono gli esterni Di Francesco e Di Mariano. Entrambe le squadre si sono limitate a vicenda sulle catene laterali dove il solo Lund ha fatto vedere qualcosa di buono, tra l’altro l’unico in campo capace di saltare l’uomo.
I giallorossi non hanno brillato a destra e non sono stati ficcanti a sinistra. Situm ha provato un paio di cross (mal riusciti) a inizio partita poi ha giocato con il freno a mano tirato. Non vedere un uomo di fascia raggiungere il fondo o quanto meno duellare in corsa per mettere una palla in area è qualcosa che lascia perplessi. Vandeputte forse aveva il compito più semplice, ma l’assetto tattico lo obbligava a tenere una posizione più arretrata. Infatti l’abilità degli ospiti di costruire a due dietro e tenere i terzini alti porta gli avversari a rivedere il proprio raggio d’azione. Ne ha fatto le spese Jari, come a ruolo invertito gli esterni avversari che hanno speso tantissime energie nel pressing alto o nei raddoppi di marcatura.
Il 4-4-2 di Vivarini si muove finalmente con maggior dinamismo in fase di costruzione uscendo bene dal pressing molto alto dei rosanero. Tuttavia, i giallorossi faticano a trovare la profondità, talvolta per qualche errore banale di appoggio e in altri casi per la non ottimale intesa nell’uno due corto, come ad esempio fra Sounas e Situm oppure fra Biasci e Iemmello. Proprio il capitano dei giallorossi risulterà fra i meno incisivi, marcato stretto da Ceccaroni per il 9 giallorosso lo spazio di manovra è davvero ridotto all’osso. Sulla sinistra Vandeputte fa un gran lavoro soprattutto in fase di contenimento, lo si nota per un paio di cambi gioco millimetrici. Poco ispirato Sounas, il duetto con Situm non convince. I due non riescono mai a triangolare per aggredire lo spazio. Ci proverà, senza successo, Oliveri nei minuti finali con il greco ormai stremato.
Sul versante opposto Corini alza l’asticella schierando Ranocchia in mezzo al campo. Il centrocampista rosanero si divide fra i consueti compiti di copertura e una posizione offensiva quasi a ridosso delle punte cercando l’imbucata vincente. Gli esterni del Palermo legano il gioco sulle catene nell’intento di mettere dentro qualche cross buono per la zuccata vincente ma in area arrivano pochi palloni, soprattutto grazie all’attenta fase difensiva giallorossa che a inizio ripresa viene puntualmente colpita come da diverse giornate a questa parte. Buon per Corini che avrebbe voluto un Palermo maggiormente padrone del campo. Il tecnico rosanero può quanto meno ritenersi soddisfatto di come i suoi siano riusciti a concedere poco o nulla agli avanti giallorossi relegando Iemmello ai margini e soffrendo poco la vivacità di Vandeputte o Sounas.
Pompetti fra i migliori in campo, anche se occorre lavorare sulla fase di sviluppo del gioco. Il mancino del centrocampista giallorosso non riesce a dare quella fluidità che invece garantiva Ghion. Servono ancora molti minuti nelle gambe e una maggior rapidità di pensiero. L’affinità si crea solo giocando. Bene Verna che togliendo spazio a una delle principali fonti di gioco del Palermo ha fatto sentire il suo peso a centrocampo. Nella ripresa si è visto anche il neo acquisto Petriccione, approccio positivo nella trasmissione della sfera, ha dato ordine al reparto centrale in una fase della gara in cui subentrava la stanchezza e calava la lucidità.
Una partita fra luci e ombre che rispecchia il valore delle due rose in campo e le rispettive posizioni in classifica. Se si vuole ambire a qualcosa di più di un buon piazzamento playoff serve dell’altro.