Il Catanzaro torna a vincere superando il Lecco in una partita costellata da tantissimi errori. Iemmello gol e assist, Sounas doppietta.
FORMAZIONI
Catanzaro 4-4-2: Fulignati, Krajnc Scognamillo Brighenti Katseris, Vandeputte Pontisso Verna Sounas, Biasci Iemmello. All. Vivarini
Lecco 4-3-3: Malgrati, Lepore Bianconi Marrone Lemmens, Ionita Sersanti Crociata, Buso Novakovich Di Stefano. All. Bonazzoli
VITTORIA BATTICUORE
Una vittoria appartiene a tutti i giocatori, anche quelli che restano in panchina. Appartiene a chi segna e riceve applausi, ma soprattutto a quelli che commettono qualche errore, giocano sottotono e non riescono a dare lo stesso contributo in campo. È il calcio ed è normale che sia così.
Quella contro il Lecco è stata una vittoria batticuore perché in pochi minuti si sono alternate emozioni diametralmente opposte. Ciò che sembrava un diritto acquisito è stato improvvisamente sovvertito, i tifosi giallorossi hanno visto le streghe, poi hanno rivisto la luce e si sono sentiti i fischi di paura anche sul 4-3 perché si è imparato a proprie spese quanto cocenti siano state le delusioni delle ultime giornate. Ecco perché oggi non parleremo di Iemmello Sounas Vandeputte e Biasci.
TANTI ERRORI TANTI GOL
Alla fine è il collettivo a fare la differenza. Il Catanzaro ha dato qualcosa in più del Lecco sia in termini di intensità che di lucidità ed è riuscito ad aggiudicarsi tre punti pesanti, ma la partita ci racconta di un’altalena di emozioni che raramente si vedono nell’arco di una sola partita.
Eccezion fatta per alcune individualità di assoluto livello, la partita fra Catanzaro e Lecco rivela in modo impietoso la fragilità della fase difensiva da ambo le parti. Oltre ai comuni errori in fase di appoggio, che per loro natura espongono la squadra a transizioni negative molto pericolose, si è sbagliato molto nelle marcature a uomo concedendo distanze e spazi con eccessiva generosità o, se vogliamo, ingenuità. Una serata decisamente negativa per Krajnc e Bianconi.
Avere spazio per ricevere e girarsi, guardare i compagni, calciare o staccare di testa con scarsa opposizione è fin troppo comodo per qualsiasi attaccante. Ringraziano Iemmello e Biasci da una parte, come Buso Novakovich e Di Stefano dall’altra. D’accordo lo spettacolo, mettiamoci anche il divario tecnico, ma alcuni gol sono stati imbarazzanti se la guardiamo dal lato di chi difende. I sistemi di gioco di Vivarini e Bonazzoli hanno in comune una linea difensiva a 4 che tuttavia presenta differenze abissali nella costruzione, nello sviluppo del gioco e nei posizionamenti difensivi.
Prendiamo ad esempio la fase di spinta e il successivo ripiegamento dei due terzini destri Katseris e Lemmens. Il giovane talento giallorosso, in odor di serie A, si è visto poco. Quando Katseris spingeva aveva Buso addosso, quando doveva difendere sull’attaccante non riceveva la necessaria assistenza da compagni per chiudere lo spazio della giocata e in più di un’occasione gli è scappato via. Se l’avversario gioca con il tridente e ti allarga le maglie della difesa qualche contromisura bisognerà pur trovarla. Ma se la contromisura è di tenere Katseris basso a partire dalla fase di costruzione lasciando che sia Scognamillo a scalare quando il terzino spinge in avanti, ti esponi inevitabilmente alle ripartenze in campo aperto sul lato opposto trovandoti con un centrale difensivo in meno sui cross.
Di contro Lemmens ha mantenuto una posizione molto più avanzata per quasi tutta la durata del match, complice il fatto che il Lecco costruisce a due dietro (il Catanzaro invece a 3) e questo ha significato che Vandeputte ha potuto attaccare la profondità alle spalle del terzino avversario tutte le volte che il Catanzaro sviluppava gioco a sinistra superando la prima linea di pressione. Tagli fuori Di Stefano e Crociata, Vandeputte non lo prendi più e sei costretto al raddoppio di marcatura con il difensore centrale o addirittura con il mediano basso, aprendo inevitabilmente delle praterie per chi come Sounas gioca fra le linee muovendosi dal lato opposto.
Le due situazioni appena descritte non sono esaustive di quanto visto in campo, ma aiutano a rendere l’idea del precario equilibrio tattico che si crea quando una squadra cerca la superiorità numerica e quindi tende a scoprirsi in alcune situazioni di gioco. La ricerca della superiorità è necessaria a chi attacca perché ha un uomo in meno rispetto all’avversario che difende, di contro si possono creare i presupposti per trovarsi in superiorità aggredendo l’avversario sul lato debole con le ripartenze. In questo entrambe le squadre hanno mostrato lacune da colmare con una maggior disciplina tattica, un senso della posizione e del movimento che ancora difetta ad alcuni elementi di entrambe le squadre.
IL MERCATO DEL CATANZARO
Nella ripresa abbiamo visto Scognamillo spostato a sinistra nell’insolito ruolo di terzino. La cosa più positiva non è stata la performance del difensore giallorosso, bensì la possibilità di Jari di tagliare in mezzo aumentando la vivacità e la tecnica del centrocampo giallorosso. Quando si parla di rifinitura s’intende la fase di gioco in cui si cerca l’uomo fra le ultime due linee di difesa avversarie. L’ha fatto egregiamente Sounas nella prima frazione di gioco, ma si è visto l’enorme potenziale di poter spostare Vandeputte in una zona di campo ancora vergine per i giallorossi. E diciamo vergine perché avere in squadra un terzino sinistro di ruolo (e non un braccetto che si sposta in base alla situazione di gioco) potrebbe aprire nuovi e inediti scenari nell’evoluzione del gioco del Catanzaro, che ad oggi non dispone di un vero fluidificante. Nemmeno sulla corsia destra. L’avvicendamento Katseris Situm non ha dato un valore aggiunto alla manovra, ma è solo servito a mettere energie fresche in campo.
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare del ruolo di un terzino, la possibilità di tagliare trasversalmente spostandosi da destra, oppure da sinistra, verso il centro del campo rappresenta una delle soluzioni più ricercate ai massimi livelli agonistici. Il terzino che taglia il campo in fase di costruzione è libero da marcature, con il semplice movimento crea spazi che l’avversario non può coprire e questo aiuta la fase di sviluppo trovando nuovi corridoi verticali. Il terzino che sale calpestando la linea laterale fa solo metà del lavoro che oggi si richiede a chi occupa quel ruolo.
Anche a centrocampo c’è qualcosa da rivedere, ma più che alla finestra di calciomercato occorre guardare agli elementi della rosa in chiave futura. L’investimento fatto su Pompetti non sta dando i frutti che invece sono stati raccolti quasi immediatamente dall’avvento di Ghion e ancora prima da Maita. Se Pompetti in qualche modo rappresenta il futuro deve necessariamente esser coinvolto e caricato delle responsabilità del ruolo. Ma deve anche essere messo in condizione di potersi esprimere al meglio nel fraseggio corto, che invece non sempre risulta adeguato.
Il giocatore ha delle qualità indiscutibili, ma anche quel piede sinistro che oggi non si riesce a sfruttare a dovere perché le linee di passaggio in fase di costruzione vanno in coppia. Due giocatori che scambiano palla con il piede destro hanno il vantaggio di trasmissione più rapida, dunque aumentano la fluidità della manovra. Se invece chi riceve ha il piede forte opposto al compagno che detta il passaggio allora è costretto a spostarsi la palla, muovere il proprio baricentro e quindi perdere un tempo di gioco. Pompetti sopperisce a questo muovendosi tanto e in anticipo prima di ricevere il passaggio, quasi danzando per avere la coordinazione ottimale quando riceve la sfera.
Un’altra zona di campo su cui lavorare è sicuramente il reparto offensivo e ci riferiamo al vice Iemmello. Tolta la classe del purosangue catanzarese, trascinatore dentro e fuori dal campo, il ruolo della prima punta è davvero molto complesso perché non ci si può limitare ad esser uomo d’area. Questa squadra ha la necessità di una punta che corre tanto, che gioca incontro, che apre il gioco, che resiste la fisicità dell’avversario, ma soprattutto che legge il gioco e fa la cosa giusta. Talvolta quella più semplice, che per quanto semplice non è mai così scontata. Probabilmente è il tassello di mercato più difficile da trovare, soprattutto a gennaio.
Davide Greco sei un grande, un’analisi tecnico-tattica così esaustiva non la sa fare neanche Vivarini. 🤗
bravo, ottima analisi
Concordo che sarebbe interessante avere un vero terzino sinistro, per il sostituto di Ghion ci vorrebbe un calciatore simile con le stesse caratteristiche fisiche e tecniche anche in prospettiva futura, (secondo me un centrocampista centrale è preferibile se calcia bene con entrambi i piedi), Pompetti è mancino e generalmente i mancini fanno più fatica ad abituarsi a giocare anche col piede destro.Per l’attaccante concordo pure sul fatto che debba essere abile a giocare con la squadra più che aspettare la palla in area, per me ci vorrebbe un calciatore simile a Tutino (non lui per ovvi motivi).