Il calcio è anche spettacolo, un derby di calcio è molto altro di più. Il derby di Calabria, tra Catanzaro e Cosenza non viene meno alla “regola” e regala perle di sfottò uniche, che si collocano nella tradizione calcistica italiana radicata tra gli insulti e gli sfottò di un campanilismo territoriale. Ma se gli sfottò, che sono il sale del calcio, affondano le radici nello spirito goliardico, gli insulti sono figli di una diffusione di massa dei social dove anche gli imbecilli hanno parola.
Gli sfottò servono a marcare la propria identità calcistica, che si identifica in una squadra come in un sistema di valori, e l’identità, sottolineando soprattutto nello stabilire innanzitutto tutto ciò che l’altro non è. Ed in Calabria, come in tutto il resto dell’Italia, la tradizione calcistica degli sfottò è ben radicata. Esemplare, a tal proposito lo striscione esposto ieri dalla curva catanzarese: “Profonda è l’invidia che l’animo volgare nutre contro la bellezza” (il Cosenza è l’unica squadra calabrese a non essere mai stata in Serie A)
Ed il derby Catanzaro – Cosenza non si è risparmiato, prima durante e dopo la gara le due tifoserie si sono sbizzarrite in tutte le salse, ha aperto le danze il piccolo Ernestino da Cosenza che invitata i rossoblù ad uscire dal “Ceravolo” servendo sue “purpettelle” (due gol) ai catanzaresi, previsione avverata ma a porta inversa con le due reti realizzate dal Catanzaro che hanno scatenato la fantasia del comico catanzarese Ivan Colacino che ha risposto al piccolo Ernestino nel video che vi proponiamo a fine articolo.
Sui social, il derby ha stimolato i tifosi cosentini ad affondare il campanilismo anche nella rivalità tra le due città, con Cosenza che definisce Catanzaro città radicata sul “Cozzo” (Sorge su Tre Colli) la tifoseria giallorossa ha risposto con uno striscione: “Noi siamo il “Cozzo” voi non siete neanche il cazzo”.
C’è poi chi si è vantato che Cosenza, rispetto a Catanzaro è una piccola Los Angeles immediata la risposta della curva giallorossa: “Per essere la vera Cosangeles ti manca solo il mare, sei proprio un idiota. non c’è nente da fare!”
Ma il derby degli sfottò si è trasferito anche in campo tra i 22 protagonisti, da una parte l’attaccante cosentino Tutino sulla sponda opposta l’attaccante giallorosso Iemmello che è anche catanzarese purosangue!
Ad aprire le danze ci ha pensato Tutino, con un atteggiamento da “Caporale”, quello narrato da Totò per intenderci “Siamo uomini o caporali”, a cui ha fatto da contraltare l’uomo Iemmello.
Tutino novanta minuti prima del match, con fare baldanzoso, ha apertamente sfidato la tifoseria catanzarese. E’ successo con l’arrivo della squadra sul terreno del “Ceravolo” l’attaccante si è recato verso la porta posta proprio sotto la curva della tifoseria catanzarese (avrebbe potuto scegliere la porta sotto la curva che ospitava la tifoseria cosentina) ed incurante dalla bordata di fischi piovuta dalle gradinate si è soffermato sulla linea di porta passeggiandovi sopra come volesse dire “oggi vi segno”.
Un gesto che la fine del match si rivela come un autentico autogol, non solo non ha segnato, ma per tre quarti da gara non ha toccato palla!
La risposta di Iemmello è stata da mattatore, un gol e proprio sotto la curva che ospitava i tifosi del Cosenza e via a volare mimando il volo dell’Aquila ed a sfogliare il più classico degli sfotto di stile “Tottiano” con una maglia con su scritto “Vi ho purgato ancora”. E già, perché è il sesto centro che l’attaccante mette a segno contro il Cosenza, confermandosi la vera bestia nera dei lupi.
Fa parte del gioco: vinci e festeggi, perdi e ti becchi gli sfottò e con gli omaggi della casa due “proppette” calde calde servite nientepopodimeno dall’illustre comico catanzarese Ivan Colacino. Buona degustazione!