U.S. Catanzaro: le origini
Nel contesto dell’Italia agli inizi del secolo scorso, il concetto di sport cominciò a delinearsi non solo come un’attività fisica, ma anche come un’importante forma di svago e aggregazione sociale. Questa nuova visione dello sport si manifestò in tutta la penisola, dando origine a numerose società sportive, prevalentemente fondate dalla classe borghese, che riconosceva nel gioco un’opportunità per socializzare e affermare la propria identità culturale.
Anche la città di Catanzaro non si mostrò indifferente a questo fermento sportivo. Nel 1908, grazie all’iniziativa del marchese Antonio Susanna, venne fondata la Società Sportiva Juventus, la quale si distinse come la prima società sportiva della Calabria.
Questo evento segnò un passo significativo nella diffusione della cultura sportiva nella regione, fungendo da catalizzatore per la creazione di altre associazioni sportive.
A pochi mesi di distanza, nel 1909, si assistette alla nascita della Fortitudo Cosenza, seguita negli anni successivi da altre importanti realtà sportive: la Fortitudo Locrese a Locri nel 1910, la Juventus Siderno nel 1911 e il Football Club Bovalino nello stesso anno. Il dinamismo sportivo continuò a espandersi con la fondazione, nel 1913, della Vittorio Emanuele III a Catanzaro e della Savoia a Reggio Calabria. L’anno successivo, nel 1914, la città di Reggio Calabria vide l’emergere di ben tre nuove società: l’Unione Sportiva Reggio Calabria, il Reggio Football Club e l’Ausonia.
In un arco di tempo relativamente breve, quindi, il concetto di sport come svago riuscì a radicarsi profondamente anche in Calabria, dando vita a una rete di associazioni che contribuirono non solo alla promozione dell’attività fisica, ma anche all’unificazione e alla coesione sociale di un territorio in crescita. Così, lo sport, inizialmente visto come un’occupazione elitaria, si trasformò in un fenomeno collettivo, capace di coinvolgere diverse fasce della popolazione e di affermarsi come un valore condiviso nella comunità calabrese.
1908: a Catanzaro nasce la Juventus, a Torino vince due competizioni ginniche
All’inizio del secolo scorso, il nome “Juventus” emergeva come uno dei più in voga, derivante dal latino “gioventù”. È in questo contesto di fervore e rinnovamento che la società sportiva Juventus Catanzaro trova le sue origini, grazie all’intraprendente marchese Antonio Susanna. Tra i soci fondatori figuravano nomi emblematici della buona società catanzarese, quali Antonio Braccini, Proto, Arceri, Cilento, Paoletti, Parisi, Piacenza e Zappia. Alla presidenza fu designato Susanna, con Braccini nel ruolo di vice.
In linea con le tendenze del tempo, la Juventus Catanzaro nacque come una società sportiva focalizzata principalmente su attività ginniche, il calcio rimaneva un fenomeno ancora sconosciuto ai più. La svolta avvenne nel 1911, quando la Juventus Catanzaro ricevette un invito a partecipare al “Concorso Internazionale Ginnastico di Torino”, manifestazione di grande importanza per il panorama sportivo dell’epoca. In questa occasione, la squadra si distinse in diverse discipline aggiudicandosi: Corona d’Alloro e Medaglia d’Oro nella competizione nazionale nel gruppo 4ª Divisione; Targa D’Argento della 3ª Divisione Gara B facoltativa;
Questa esperienza in si rivelò fondamentale: fu in quell’occasione che il marchese Susanna decise di acquistare un pallone da calcio, portandolo a Catanzaro. Questo gesto catturò l’interesse non solo degli atleti, ma di tutta la cittadinanza, segnando l’arrivo del calcio nella Città dei Tre Colli. L’introduzione del pallone, descritto dal noto giornalista Gianni Brera come “un oggetto quasi sferico”, rappresentava l’inizio di una nuova epoca per Catanzaro, destinata a trasformare profondamente la cultura sportiva locale.
In conclusione, l’avvento del calcio, grazie alla visione del marchese Susanna e al coinvolgimento dei soci fondatori, non solo arricchì l’offerta sportiva della Juventus Catanzaro, ma contribuì anche a consolidare una passione collettiva che avrebbe caratterizzato la vita della città negli anni a venire.
1912: la prima partita giocata a Catanzaro
Nel 1912, un episodio di particolare rilevanza sportiva si svolse presso la Caserma del Regio Esercito Guglielmo Pepe, dove si realizzò una delle prime manifestazioni di quello che oggi conosciamo come il gioco del calcio. In quell’occasione, la Juventus Catanzaro affrontò una rappresentativa dell’esercito, composta principalmente da militari residenti nella pre-Sila catanzarese.
L’incontro, pur essendo informale, possedeva già tutte le caratteristiche di una vera e propria partita di calcio, con squadre ben distinte e un confronto frizzante sul campo di gioco. La competizione si concluse con un risultato significativo: la squadra della Juventus Catanzaro, sotto la guida del marchese Susanna, prevalse con un netto punteggio di 6 a 2.
Un episodio curioso si registrò durante il match, destinato a rimanere nella memoria collettiva. Un ufficiale dell’esercito, colpito agli stinchi ma incapace di identificare l’autore del fallo, si sentì gravemente offeso e lanciò una provocazione: sfidò all’onore un duello l’intera squadra avversaria, portiere compreso. Questo gesto, sebbene inusuale per i canoni sportivi moderni, rifletteva l’intensità emotiva e la passionalità dell’epoca, oltre a sottolineare la rivalità tra le due formazioni.
Questo incontro segnò un momento significativo nella storia del calcio locale .
1913: scompare la Juventus Catanzaro e nasce la Vittorio Emanuele III
Nel 1913, l’attività sportiva della Juventus Catanzaro si concluse dopo un periodo di cinque anni. Tale epilogo portò alla nascita della società Vittorio Emanuele III, istituita da alcuni dei fondatori della stessa Juventus Catanzaro. Questa nuova organizzazione sportiva nacque principalmente con l’intento di assumere una connotazione calcistica, alla presidenza del club fu nominato l’avvocato Vincenzo Migliaccio, figura di riferimento nel panorama sportivo locale dell’epoca.
Il 23 febbraio 1914 rappresentò una data storica: per la prima volta, una squadra catanzarese oltrepassò i confini provinciali per affrontare un incontro calcistico. Questo evento segnò un nuovo inizio per il calcio nella città, rinnovando l’interesse e l’entusiasmo attorno a uno sport che stava guadagnando sempre più popolarità in tutta Italia. La partita del 23 febbraio quindi non solo rappresentò un momento significativo per gli sportivi locali, ma costituì anche un passo fondamentale verso la crescita e lo sviluppo del calcio in Calabria.
1914: il primo derby contro il Cosenza
Il 23 febbraio 1914, la squadra del Vittorio Emanuele III si recò a Cosenza per affrontare la Fortitudo in una partita di grande rilevanza per gli appassionati di calcio dell’epoca. L’incontro si svolse nel campo di Piazza d’Armi, un luogo emblematico che ha ospitato numerosi eventi sportivi.
Le formazioni delle due squadre erano le seguenti:
Fortitudo: Cesario, Candelise, Muto, Raimondi, Laudomio, De Ramo I, Pugliese, Campana, Storti, Naccarato, De Ramo II.
Vittorio Emanuele III: Ventura, Miranda, Arcieri, Zappia, Cilento, Piacenza, Proto, Sabbia, Parisi, Paoletti, Le Pera.
È interessante notare come ben sette elementi su undici della formazione del Vittorio Emanuele III fossero tra i fondatori della Juventus, club calcistico nato nel 1908, evidenziando così l’importante legame storicamente presente tra le due compagini.
L’incontro si concluse con un pareggio sul punteggio di 0-2 in favore della Vittorio Emauele III che già i giornali dell’epoca riportano come Football Club Catanzaro, l’incontro rappresenta comunque un momento significativo nella storia calcistica della regione e delle sue squadre. A ricordo di questo evento la Fortitudo Cosenza stampo e vendette delle cartoline, l’evento celebrava l’esordio assoluto del Cosenza Calcio.
Anni Venti: l’età eroica del calcio Catanzarese
Il pungente odore della polvere da sparo e le ceneri ancora fumanti descrivono un panorama post-bellico immediato in tutta Europa, all’indomani della Prima Guerra Mondiale (28 luglio 1914 – 11 novembre 1918). Si lavorava intensamente per tornare alla normalità. Anche in Italia si cercava di ristabilire gli equilibri di un tempo, e il calcio divenne un importante veicolo di svago. Emersero figure di presidenti disposti a spese folli pur di raggiungere successi sportivi. I ruoli tra calciatori e pubblico si invertirono: se prima ci si presentava goffamente in calzoncini davanti a una folla di curiosi, ora quei curiosi erano diventati appassionati tifosi della squadra che rappresentava la loro città. La crescente passione dei tifosi spinse le società a far pagare il biglietto per assistere alle partite.
Tuttavia, la guerra lasciò dietro di sé una scia di dolore. Molti giovani mandati al fronte non tornarono mai più. Anche Catanzaro ebbe le sue vittime, come Ettore Scalfaro e Giulio Braccini, a cui furono dedicate una società sportiva a testa che posero le basi per il calcio nella città in modo stabile e continuativo.
1920: nasce la Società Sportiva Ettore Scalfaro
Tra i promotori del movimento sportivo catanzarese del primo dopoguerra, spicca il marchese Antonio Susanna, che si impegnò a fondare una nuova società sportiva, radunando attorno a sé gli amici che lo avevano accompagnato nell’avventura della Juventus prima e della Vittorio Emanuele III poi.
Il 1919 fu un anno dedicato alle relazioni pubbliche, alla ricerca di soci e alla creazione di un progetto per il rilancio dello sport catanzarese. All’inizio dell’anno successivo, gli sforzi organizzativi furono coronati dal successo. Il marchese Susanna riuscì a raccogliere oltre 50 soci e l’11 gennaio 1920 nacque ufficialmente la Società Sportiva Ettore Scalfaro. Il nome, scelto e approvato all’unanimità da Susanna, era un omaggio all’amico e cognato Ettore Scalfaro, fratello della moglie di Susanna. Il bianco fu scelto come colore sociale.
11 gennaio 1920, l’atto costitutivo della Ettore Scalfaro
Di seguito pubblichiamo un articolo apparso su un giornale dell’epoca, a firma di Giuseppe Le Pera che nella Scalfaro ricoprì la carica di vice presidente.
Catanzaro, gennaio 1920
“E’ il giorno 11 corrente, dietro invito diramato dal sig. Maggiore Brogi, si sono riuniti nei locali della Società Tiro a Segno i sigg. Marchese Antonio Susanna, Tenente Giuseppe Castagna, sig. Luigi Mannella e circa altri cinquanta giovani, i quali hanno legalmente costituito la Società Sportiva “Ercole Scalfaro”. Precedutosi alla nomina dell’ufficio di Presidenza sono risultati a presidente onorario: Maggiore Brogi cav. Paolo, Ispettore provinciale di tiro a segno; Presidente effettivo Marchese Antonio cav. Susanna, Vice Presidente: sig. Giuseppe Le Pera, segretario cassiere: Tenente Rocco Rodio; Consiglieri: Tenente Silvio Paternostro, sig. Armando Merante, Tenente Beniaminio Risio, Tenente Giuseppe Castagna, Dott. Antonio Le Pera.
Il giorno seguente riunitosi il Consiglio di Presidenza ha stabilito di iniziare subito le pratiche per la costruzione di una palestra e di un campo di giuoco nei pressi della città e ciò per far agio ai giovani di poter con qualsiasi tempo in qualsiasi ora allenarsi per i giuochi ginnastici.
Ci auguriamo che i giovani corrano ad iscriversi numerosi alla Società Scalfaro e che i Capi d’Istituto con la propaganda nelle scuole facciano capire quanto utile sia la ginnastica per i giovani, poiché irrobustendo e coltivando il corpo si irrobustisce e si coltiva la mente,
Dalle colonne di questo giornale plaudiamo alla bella iniziativa e auguriamo alla Società che porta il nome di uno dei nostri più giovani e grandi eroi di poter presto misurarsi nelle prossime gare potando la palma del trionfo.
A nome dei soci tutti rendiamo grazie al Comandante la Divisione ed al sig. Colonnello Capo di Stato Maggione, che oltre all’interessamento personale hanno accordato tutte le concessioni e facilitazioni necessarie a far bene avviare la nascente società”
1920: il primo torneo di calcio in Calabria
Nel 1920, la Scalfaro partecipò al primo torneo calcistico regionale in Calabria, organizzato dalla Fortitudo Cosenza e patrocinato dal Comando della Divisione Militare di Catanzaro, che offrì anche il trofeo per i vincitori.
Il torneo, chiamato “Torneo Regionale di Football”, vide la partecipazione di due squadre cosentine: la S.S. Fortitudo Cosenza e lo Sporting Club Audax della provincia di Cosenza, oltre alla squadra catanzarese S.S. Ettore Scalfaro. Fu un torneo triangolare della durata di tre giorni: 11, 12 e 13 novembre.
Derby a Cosenza, è guerriglia
Catanzaresi aggrediti, gol fantasma ed invasioni di campo
L’esordio spettò alla Scalfaro che sconfisse l’Audax con una vittoria schiacciante per 7 a 0. L’incontro successivo fu Fortitudo-Scalfaro, giocato di fronte a un pubblico numeroso ai lati del campo di Piazza d’Armi a Cosenza, in un’atmosfera surreale e con un atteggiamento ostile verso i ragazzi provenienti da Catanzaro. Questo influenzò pesantemente l’arbitro, che fu determinante nell’incanalare la vittoria a favore della Fortitudo per 3-1, al punto che costrinse il presidente Susanna a ritirare la sua squadra dal campo in netto anticipo, ritenendo l’incontro una vera farsa.
La guerriglia di Cosenza, l’indignazione del presidente Susanna
Il presidente Antonio Susanna rimase profondamente scosso ed angosciato dal trattamento subito dalla Scalfaro a Cosenza, e volle rendere pubblico l’accaduto con una lettera indirizzata alla stampa che di seguito pubblichiamo
“Gentile Direttore, ho letto nel n° 280 del suo pregiato giornale in data 20 novembre la corrispondenza inviata da Cosenza, riguardante il Torneo Calabrese di Foot-ball e le chiedo l’ospitalità per rettificare qualche inesattezza ivi scritta che lede il buon nome dell’Unione Catanzarese E. Scalfaro che ho l’onore di presiedere.
Nell’articolo si parla della grande vittoria della Fortitudo di Cosenza e si fa plauso al perfetto svolgimento dei campionati. Io non voglio diminuire il valore della squadra cosentina, che ha giocato in modo ammirevole ma non posso tollerare che si parli di vittoria poiché vittoria non esiste.
Io mi appello a chiunque abbia un po’ di conoscenza del Foot-Ball per chiedere se può chiamarsi vincita. Quando dei tre goals (contro uno) concessi dall’arbitro, due erano in indiscutibile off-side.
Quando l’arbitro ferma il gioco della Scalfaro, tre volte nel primo tempo e due nel secondo per offside inesistente.
Quando l’arbitro non fischia un fallo nell’area di rigore della Fortitudo Cosenza e alle proteste del capitano della Scalfaro risponde essere fallo non intenzionale.
Quando l’arbitro esclude dal gioco il De Gasperis della Scalfaro per una giusta e semplice osservazione.
Quando i guardalinee segnano al momento del pericolo la palla in fallo mentre è ancora dentro.
Quando il giudice di porta ha la sfacciataggine di giurare all’arbitro che un pallone passato fuori dal palo è entrato in goal.
Quando il pubblico beffeggia i Catanzaresi in generale ed arriva a minacciare il portiere della Scalfaro.
Quando lo stesso pubblico invade per quattro volte il campo inneggiando ai cosentini ed ingiuriando i catanzaresi.
Questo si chiama vincere??? Ma forse i componenti la giuria ignorano che sarebbe bastato il contegno del pubblico che specie nel secondo tempo avvilii i catanzaresi per non poter dare la vittoria alla Fortitudo, anche se i goals fatti fossero stati regolari. Non parliamo di vittoria, non parliamo di superiorità siamo una volta sinceri. Lasciamo da parte quel campanilismo che è difetto di noi meridionali, ricordiamoci che siamo tutti italiani, e che per ogni azione è intesa per il progresso e per la grandezza della nostra terra.
I cosentini quei giorni dimenticarono uno dei doveri più sacri all’uomo civile: l’ospitalità. E come se la squadra della Scalfaro fosse composta da Ottentoli o da Turchi non lasciarono mezzo pur di ottenere una vittoria. Noi buoni amici il nostro compito non è quello di portare via Coppe o Titoli di Campioni, il nostro compito è quello di educare la gioventù ad essere la mente al di sopra della meschina competizione regionale ed indirizzare i giovani sul cammino della lealtà e della rettitudine.
Quello che più mi spiace è che proprio i dirigenti del Torneo non hanno compreso la grave responsabilità che su di loro incombeva e che i componenti la giuria non hanno voluto né saputo riparare ai torti dell’imparziale arbitro e dei propri concittadini.
Noi della Scalfaro siamo in attesa che Fortitudo accetti la nostra sfida e venga a Catanzaro prima per vedere letteralmente la forza delle due squadre, poi per mostrare che noi catanzaresi lungi da serbare rancori e dal fare meschine partigianerie sappiamo o vinti o vincitori tributare quel sincero ossequio dovuto all’ospite.
Ringraziandola Egregio Direttore dell’ospitalità concessa con perfetta stima”
Il presidente Antonio Susanna
1921 – 1922 primi incontri interregionali per la Scalfaro
Tra il 1921 e il 1922, la Scalfaro inizia a confrontarsi con squadre di altre regioni, grazie all’iniziativa del marchese Antonio Susanna, ormai fervente appassionato di calcio, intento a scoprire talenti anche fuori regione.
Il 26 gennaio 1921, la Scalfaro pareggia 2-2 contro l’U.S. Messinese, mentre l’11 gennaio 1922 subisce una sconfitta per 4-0 contro la Salernitana. Entrambe le avversarie avevano maturato esperienza e schieravano formazioni consolidate. In questi incontri, la Scalfaro schiera la stessa formazione: Giovannini, Firpo, Carlis, Talamo, Rolando, Rodi, Giovinelli, De Vita, Greco, Macagno e Colombo.
Tra questi nomi spicca Talamo, destinato a diventare una figura chiave nella nascita dell’U.S. Catanzaro.
A maggio 1922, la Scalfaro gioca contro il 29° Fanteria di Potenza, terminando l’incontro con un pareggio di 0-0.
La Scalfaro partecipa ancora ad incontri di carattere amatoriale.
1922: a Catanzaro nasce l’Audace
Negli Anni Venti, in Italia, la passione per il calcio era in rapida crescita, portando alla nascita di numerose società sportive. Anche a Catanzaro, nell’estate del 1922, fu fondato lo Sport Club Audace. Sebbene inizialmente si dedicassero al calcio a livello amatoriale, furono pionieri nel creare un settore giovanile, conosciuto come Boys Audace. Tra i giovani talenti, spiccava Nicola Ceravolo, destinato a diventare una figura centrale nella storia del Catanzaro Calcio.
L’Audace ebbe un’importante influenza nello sviluppo delle attività sportive cittadine, non solo nel calcio, ma anche in discipline come la ginnastica, il nuoto e la corsa.
Nonostante la presenza di due principali società calcistiche a Catanzaro, la Scalfaro e l’Audace, esse non si sfidarono mai sul campo. Probabilmente, la divisione sociale tra i fondatori – la Scalfaro composta da nobili e l’Audace da membri della media borghesia – ne fu la causa.
Ci fu invece un incontro documentato tra l’Audace Catanzaro e l’Audace Roma, con quest’ultima squadra, molto più esperta, che vinse con un netto 8-0. Questa partita si tenne durante la “Prima Riunione Sportiva Calabrese“, svoltasi in due sedi Catanzaro e Roma nei primi giorni di novembre del 1922.
1922: II Edizione del Torneo Calcistico Calabrese
Il novembre del 1922 fu un mese intenso e ricco di eventi sportivi per la Città di Catanzaro. Dopo la conclusione della manifestazione organizzata dall’Audace, la “Prima Riunione Sportiva Calabrese“, fu il turno del Centro Educazione Fisica della 21ª Divisione Militare di Catanzaro di prendere in mano l’organizzazione, allestendo il II° Torneo Calcistico Calabrese. Questo torneo era limitato alla partecipazione della Scalfaro di Catanzaro e della Fortitudo di Cosenza, una sorta di rivincita del Torneo organizzato nel 1920.
E rivincita fu per il club del marchese Susanna, che due anni dopo, a Catanzaro, si prese la soddisfazione di battere la Fortitudo con un netto 2-0.
1922: nasce il derby tra le città di Catanzaro e Crotone
Nel 1922 si inaugurò un capitolo significativo nella storia del calcio calabrese. Per la prima volta, le città di Catanzaro e Crotone si affrontarono su un campo di calcio. Questo incontro, conosciuto come Scalfaro-Cotrona, si concluse con una vittoria per 1-2 a favore della squadra pitagorica, segnando un evento memorabile per entrambe le città.
1923: la Scalfaro vince a Cosenza
Eroici i calciatori catanzaresi che a piedi raggiunsero Cosenza
Scalfaro-Fortitudo rappresenta la sfida per eccellenza del calcio calabrese degli Anni Venti. Nel maggio 1923, le due squadre si affrontarono di nuovo, ma l’evento fu preceduto da un episodio straordinario. A metà viaggio, la squadra giallorossa rimase a piedi a causa di un guasto al veicolo. Invece di tornare indietro, decisero di proseguire a piedi verso Cosenza. Questa determinazione fu ricompensata sul campo, poiché la Scalfaro riuscì a vincere con un punteggio di 2-1.
1924: a Catanzaro nasce la Società Sportiva Braccini
In memoria dell’indimenticabile Giulio Braccini, caduto in guerra, nel 1924 a Catanzaro venne fondata la Società Sportiva Braccini alla cui presidenza viene eletto Gino Bossi. Fin dal principio, la società collaborò con la Scalfaro, suddividendo i compiti: la Scalfaro si dedicò all’addestramento tecnico della squadra di calcio, mentre la Braccini si occupò della formazione degli atleti anche in altre discipline sportive.
1924: inaugurazione dello stadio
Con una sontuosa cerimonia di inaugurazione, dopo 7 messi di lavori di ristrutturazione, venne presentato agli sportivi il Campo di Piazza d’armi, che prese il nome di Stadio Divisionale di proprietà del Reparto di 21 Divisione Militare.
Per l’occasione si svolse il III Congresso Sportivo Calabrese che vide la partecipazione di centinaia di atleti suddivisi in varie discipline sportive.
Per il calcio, fu organizzato un apposito torneo denominato “Coppa Città di Catanzaro e Cosenza” con la partecipazione dell’Audace Catanzaro, la Fortitudo Cosenza e il Nuovo Reggio Football Club con questi ultimi che si aggiudicarono il torneo battendo in finale l’Audace per 3-0. Il successo equivalse ad una sorta di campione regionale ed in riva allo stretto fu salutato con scene di tripudio generale.
1926: Nicola Ceravolo giovane dirigente
Si affaccia sulla scena calcistica dirigenziale, e non solo su quella calabrese, Nicola Ceravolo, dinnovenne che va a ricoprire la carica di presidente regionale dell’U.L.C.I. Unione Libera Calciatori e sempre nel 1926 organizza il primo torneo di calcio studentesco. Una novità assoluta nel panorama calcistico italiano.