Il 20 febbraio ci lasciava il prof Giovanni Scambia, Ordinario di Ginecologia e Ostetricia all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore scientifico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli, nonché direttore della Uoc di Ginecologia Oncologica del Gemelli luminare della medicina a livello mondiale, tra i massimi esperti in ginecologia e oncologia al mondo.
Il professor Scambia era nato a Catanzaro nel 1959, dove tuttora risiede parte dalla famiglia, e del Catanzaro era tifoso, da ragazzo aveva indossato la maglia delle Aquile nel Settore Giovanile.
Con il prezioso aiuto del Dott. Aldo Giancotti e dell’Avv. Giuseppe Lavigna, amici nella vita di tutti i giorni del prof Scambia, abbiamo voluto ricordarlo attraverso il ricordo espresso ieri nell’Aula del Senato e con una foto il cui fermo immagine è tratto da un TG Giallorosso di Vittore Ferrara.
La foto risale al 2 aprile 1972, al “Militare” di Catanzaro mancavano pochi minuti all’inizio del match tra Catanzaro e Torino. I ragazzi ritratti in foto erano tutti delle varie formazioni del Settore Giovanile dell’U.S. Catanzaro (abbiamo dato un nome ai personaggi) e in quell’occasione svolsero il servizio di raccattapalle. Il primo a destra era Giovanni Scambia.
Vi riportiamo il ricordo dell’Aula del Senato
CASTELLONE (M5S). Signor Presidente, ringrazio tutti i colleghi per aver voluto questo momento in ricordo del professore Giovanni Scambia. Il 20 febbraio ci ha lasciato una delle personalità scientifiche più importanti di questo Paese, un professore ordinario di ginecologia che è stato in realtà un pioniere della chirurgia ginecologica e della chirurgia laparoscopica.
Giovanni Scambia è stato colui che ha dato la vita a donne che, per molti altri luminari, non avevano alcuna possibilità di salvezza; un uomo coraggioso, che ha salvato migliaia di vite. Fino all’ultimo, nonostante sapesse della gravità della sua malattia, che è stata purtroppo fulminante, ha continuato a salvare vite.
Qualche settimana prima di morire ha lasciato un testamento, in realtà un video – il professor Scambia era anche il direttore scientifico del Policlinico Gemelli – una sorta di testamento che ha voluto dedicare soprattutto ai giovani, ai suoi allievi e a tutto il personale sanitario che l’ha affiancato nella sua lunga e meravigliosa carriera. Il professor Scambia ha detto di non smettere mai di meravigliarsi, perché, quando ha cominciato ad operare, quarant’anni fa, non aveva immaginato di potere dire a una donna con un tumore ovarico che avrebbe potuto avere dei figli dopo la guarigione.
Oggi questo è possibile, così come è possibile, grazie all’intelligenza artificiale, predire la risposta ai farmaci oncologici.
Con questa perdita, la nostra comunità scientifica e tutto il Paese perdono un pezzo importantissimo. Ma è anche in memoria del professor Scambia che noi, anche in quest’Aula, dobbiamo continuare a credere nella scienza e a credere che il futuro, soprattutto in ambito scientifico, si costruisce grazie alla scienza, grazie ai talenti e alle eccellenze che abbiamo nel nostro Paese.
LORENZIN (PD-IDP). Signor Presidente, onorevoli colleghi, con grande commozione prendo la parola oggi in Aula.
Giovanni Scambia – come è stato ricordato poc’anzi – è stato un grandissimo scienziato, un ricercatore, un chirurgo sopraffino, un medico, ma è stato soprattutto una persona straordinaria, di quelle che fanno la differenza. La vita è uguale per tutti. La vita umana ha un valore incredibile.
In questi momenti ci si chiede, però, quale sia il valore di una vita che salva vite. Giovanni ha salvato migliaia di donne e le ha prese per mano, instancabile (la sua camera operatoria era sempre attiva). Quando non riusciva a curarle, aveva un tratto di umanità straordinario che chi l’ha conosciuto leggeva nei suoi occhi dolcissimi e nella sua forza di carattere, una grande fortezza e un’energia mentale straordinaria.
Il vuoto che lascia, non solo a Roma, ma in Italia, nella ginecologia è incolmabile. Egli racchiudeva, insieme a delle incredibili qualità umane e scientifiche, una capacità organizzativa straordinaria. Quando venne a propormi di fare l’IRCCS al Gemelli, una cosa totalmente innovativa e nuova, aveva già ideato e pensato l’ospedale della donna con dipartimenti all’interno che in un’organizzazione tradizionale non lavoravano insieme, ma che dessero l’idea a chi entrava di essere in un luogo in cui la donna viene accompagnata dal momento della nascita fino all’ultimo. Era un grande azzardo; nel giro di tre anni quel centro è diventato terzo nel ranking e la sua struttura quarta a livello mondiale.
È una delle figure italiane che hanno dato e danno tuttora una luce alla ginecologia e all’oncologia nel mondo. Giovanni Scambia era conosciuto da tutti: in qualsiasi luogo e in qualsiasi consesso internazionale era una voce dell’oncologia e delle pazienti.
Lascia la sua famiglia meravigliosa che lo ha sostenuto sempre, ma non lascia il suo lavoro, che deve continuare: un lavoro di ricerca straordinaria che fa e continuerà a fare, attraverso i suoi allievi, la differenza per questa città e il Centro-Sud Italia e – speriamo – continuerà a fare anche a livello mondiale.
Giovanni ci lascia soprattutto un grande insegnamento: con la forza delle idee e le visioni si può arrivare dove nessuno pensa che sia possibile. La scienza ci dà un orizzonte alto per curare milioni di persone. Questo è il lavoro che abbiamo come Parlamento: portare avanti l’insegnamento, le idee e la visione di uomini come lui.
MINASI (LSP-PSd’Az). Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono onorata di poter essere io, qui oggi, a ricordare in quest’Aula il professor Scambia, luminare della medicina a livello mondiale. E lo sono anzitutto per l’immensa eredità di conoscenza, umanità e professionalità che ha lasciato purtroppo scomparendo e anche per una ragione di affetto e orgoglio campanilistico, essendo il professore originario della mia terra, la Calabria.
La sorte non è stata certo tenera con lui. Ad averlo ucciso prematuramente è stato purtroppo un tumore al pancreas, proprio lui che contro il cancro ogni giorno lottava tra le corsie d’ospedale per le sue pazienti. A soli 65 anni la sua morte rappresenta una perdita incolmabile, come già hanno sostenuto tutti, e non è una frase fatta. Ne risentirà la scienza, a cui ha dato un enorme, preziosissimo e forse insostituibile contributo tra i massimi esperti in ginecologia e oncologia al mondo e ne risentiranno tutte le sue pazienti che, con tanto amore e dedizione, curava.
Tu non hai mai speculato sulle speranze e sulla disperazione delle persone malate, ma hai sempre saputo dare risposte concrete ed efficaci: questo ha detto nell’omelia monsignor Claudio Giuliodori e credo siano davvero le parole migliori con cui ricordarlo, doverosamente, qui oggi.
Oggi ci stringiamo alla famiglia, nella consapevolezza di aver perso un medico di straordinario valore, un illuminato scienziato e un uomo di grande umanità.
FREGOLENT (IV-C-RE). Signora Presidente, è doveroso ricordare qui la figura di un uomo straordinario non soltanto per la medicina, ma anche per la divulgazione. Ancora oggi sul tumore in generale, ma soprattutto sul tumore delle donne, si fa una cattiva divulgazione. Era importante avere una persona che, anche attraverso i mezzi di informazione più comuni, quelli che raggiungono le famiglie, le ragazze, parlasse di un tema come quello del tumore ovarico, che è raro, difficile da scoprire e curare. Il fatto che egli rappresentasse un’eccellenza su un tumore così raro ha fatto sì che il nostro Paese fosse individuato come uno di quelli all’avanguardia per la cura e la prevenzione di questa malattia, che non lascia purtroppo scampo a molte giovani donne.
La figura di un medico così importante ci deve far ricordare quanto importante sia la ricerca in questo Paese e quanto importanti siano le persone che mettono anima, corpo, cuore e intelligenza in una missione, quella di salvare vite umane, ma soprattutto nel rendere la sanità pubblica un’eccellenza di cui essere orgogliosi.
Per questo la perdita di una persona così straordinaria è doppiamente grave per un Paese che ha sempre bisogno di ricordare le proprie eccellenze e per le pazienti che hanno conosciuto la speranza di sopravvivenza grazie alla sua opera.
Ringrazio tutte le colleghe per il ricordo commosso. Già soltanto questo dà la cifra della straordinarietà della persona. Come Italia Viva ci stringiamo alla famiglia, che in questo momento sarà sicuramente addolorata per la perdita, ma sarà anche certa di aver dato alla comunità italiana l’intelligenza e l’opera di una persona straordinaria.
RONZULLI (FI-BP-PPE). Signor Presidente, oggi onoriamo la memoria di un grande uomo, il professor Giovanni Scambia. La sua scomparsa lo scorso 20 febbraio ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo della ginecologia oncologica, nel mondo della ricerca, nel mondo accademico.
Il professor Scambia non era solo un illustre docente e un ricercatore di fama mondiale, ma era anche un medico visionario, che ha dedicato la sua vita alla salute e al benessere delle donne. Il suo impegno nella ginecologia e nell’ostetricia ha avuto un impatto duraturo, non solo nel nostro Paese, ma in tutto il mondo. Sotto la sua guida il Policlinico Gemelli è diventato un centro di eccellenza, riconosciuto a livello internazionale per la ricerca e la cura in questo campo così delicato e fondamentale.
Ricordiamo le sue parole, che ha già citato la senatrice Castellone, con cui rifletteva sul suo percorso professionale: parlava con entusiasmo della possibilità di dire a una donna in età fertile, colpita da un tumore, che dopo la guarigione avrebbe potuto avere un bambino. Questa affermazione è un segno non solo dei progressi scientifici che ha contribuito a realizzare, ma anche della sua profonda umanità e della sua capacità di infondere speranza nelle sue pazienti.
Il professor Scambia ha formato generazioni di ginecologi e ginecologhe, molti dei quali oggi sono tra i più preparati e talentuosi nel campo della ricerca, e ha condiviso la sua passione, la sua conoscenza con tutti noi, instillando il valore della curiosità e dell’innovazione. La sua dedizione alla formazione e alla crescita dei suoi allievi ha creato un’eredità che continuerà a vivere nel lavoro di coloro che ha ispirato.
Era un uomo che univa competenza scientifica e grande umanità. Le sue pazienti lo ricordano come un medico che non solo conosceva le migliori terapie disponibili, ma che con empatia e con comprensione si prendeva anche cura di loro in ogni aspetto del loro percorso.
Oggi, mentre ci prendiamo un momento per riflettere sulla sua vita e sulle sue conquiste, ricordiamo anche il suo messaggio di speranza, continuando a portare avanti la sua visione, la sua passione per la ricerca e il suo impegno verso le donne e la loro salute.
SATTA (FdI). Signora Presidente, anche noi ci associamo al lutto per la scomparsa del professore Giovanni Scambia. Ci ha lasciato a sessantacinque anni, lavorando fino all’ultimo giorno, consapevole del fatto che la prognosi era infausta. Questo già denota lo spessore dell’uomo.
Era nato a Catanzaro nel 1959, allievo del professor Salvatore Mancuso, nella scuola di ginecologia e ostetricia del Policlinico Gemelli, una scuola importante e già rinomata. Direttore ordinario di ostetricia e ginecologia del Policlinico Gemelli, direttore scientifico della Fondazione IRCCS, è stato uno dei più stimati medici nelle cure delle neoplasie femminili a livello europeo e mondiale. Ha portato avanti la scuola del suo maestro e ha lasciato una scuola importante, fatta di allievi convinti e di un’innovazione tecnologica continua.
Nel ritratto pubblicato dal sito del Policlinico Gemelli è ricordato come un uomo visionario e concreto, amato da tutte le sue pazienti. A quelle malate di tumore ha sempre offerto il meglio delle terapie possibili, sempre con grande umanità. Io ho la testimonianza diretta di mia sorella, che ha lavorato con lui per anni. Il suo tratto umano era una delle caratteristiche più nobili del suo lavoro. Quando ha iniziato il suo percorso per diventare ginecologo – com’è stato ricordato – non avrebbe mai pensato di poter dire a una donna malata di neoplasia che, una volta guarita, avrebbe potuto avere un figlio.
Il cordoglio va alla moglie Emma e alla figlia Luisa. Mi piace ricordare anche le parole della figlia Luisa, che ha pronunciato al suo funerale: ho sempre saputo che le tue assenze erano un piccolo prezzo da pagare per il tuo impegno di medico.
Un pensiero commosso va anche ai suoi allievi, per una scuola che proseguirà il suo percorso, garantendo alle donne malate di neoplasie di poter vedere il futuro con speranza, quello che lui ha sempre fatto. Per questo rimarrà sempre con noi.
PRESIDENTE. (Il Presidente e l’Assemblea si levano in piedi). La Presidenza si unisce al cordoglio per la scomparsa del professor Scambia.
La scienza, la medicina in questo caso, perde un fuoriclasse che l’ha portata ai massimi livelli. Sono stata testimone diretta del suo coraggio, della sua umanità, della sua straordinaria competenza e del suo senso di abnegazione, che l’ha portato a operare fino all’ultimo istante che ha preceduto la sua dipartita.
Il professore c’era sempre per tutte e per tutti. Era straordinario vedere la sala d’aspetto, anche nel suo studio, dove riceveva dopo magari 12-13 ore di sala operatoria: lì era rappresentata tutta la sua umanità. Soprattutto – come avete tutti e tutte ricordato – nel suo operato trasmetteva una grande e incommensurabile fiducia nella scienza, fiducia che per chi è paziente e magari soffre di una malattia il cui futuro può essere particolarmente infausto vuol dire speranza; speranza in quella cura dell’umanità che è esattamente quello che ha reso grande lui, ma che rende grandi anche tutti noi quando riponiamo fiducia nella scienza e nella medicina. Vi invito a osservare un minuto di silenzio.
