Una sola squadra di Serie B, il Catanzaro nell’edizione della Coppa Italia 1965-66 osa sfidare le grandi del calcio, ai quarti della competizione arrivano 8 squadre di cui 7 di Serie A: Juventus, Milan, Fiorentina, Torino, Inter, Vicenza, Spal. Si gioca con turno secco, e al Catanzaro allenato da Dino Ballacci tocca affrontare al “Comunale” di Catanzaro il Torino allenato da un mito del calcio italiano, Nereo Rocco.
Tutto sembra essere contro le Aquile del Sud che all’appuntamento ci arrivano senza cinque titolari, tra cui Gianni Bui fermato dal giudice sportivo.
Anche il Torino deve rinunciare a qualche elemento importante: Ferrini, Poletti, Meroni, Simoni e Bolchi, ma a differenza del Catanzaro i sostituti sono di spessore.
È una giornata fredda e sugli spalti i tifosi del Catanzaro per riscaldarsi accendono diversi falò (il calcio di un tempo!).
Il primo tempo non aiuta a riscaldarsi, gara che per tutti i primi quarantacinque minuti non decolla, ci si riscalda un po’ quando al 26’ l’arbitro Sbardella annulla il vantaggio granata maturato grazie ad un’autorete di Sardei che si vedeva rimbalzare sul corpo una respinta di Provasi su un tiro del giovane Carelli. L’attaccante era in evidente posizione di fuorigioco non sanzionata dall’arbitro Sbardella che invece annullava per un fallo dello stesso Carelli su Provasi.
Nella ripresa qualche scintilla in più e sale sugli scudi il portiere giallorosso Umberto Provasi che in più di un’occasione diventa l’eroe del match.
Si arriva ai supplementari dove il Toro prova il tutto per tutto andando all’arrembaggio della porta difesa da Provasi: lo stesso numero uno giallorosso si esalta in diverse occasioni parando di tutto e di più, e qualcosa la sbagliano anche gli attaccanti granata. Ma a tre minuti dalla fine Provasi commette una leggerezza che rischiava di far capitolare il Catanzaro. Palla in mano si incammina verso l’ara piccola e serve, involontariamente il pallone a Schutz che a porta vuota tenta un pallonetto con la palla che si perde alta. Finiscono anche i supplementari e si va ai calci di rigori, il regolamento dell’epoca ne prevedeva 6 per parte che saranno una vera girandola di emozioni.
L’emozionante sequenza dei calci di rigori
Primo rigore: Catanzaro – Torino 0-1
Inizia male per il Catanzaro, Marchioro manda il pallone a sbattere sul palo, mentre Orlandi non fallisce e porta il Torino in vantaggio.
Secondo rigore: Catanzaro – Torino 1-1
Tocca ancora al Catanzaro, dal dischetto ci va Tribuzio che spedisce la passa ad insaccarsi sotto l’incrocio dei pali. Orlandi per il Torino manda la palla fuori.
Terzo rigore: Catanzaro – Torino 2-1
Di nuovo il Catanzaro sempre con Tribuzio che ancora una volta con una fucilata la manda sotto l’incrocio. Per i granata dagli undici metri va Moschino ma Provasi para.
Quarto rigore: Catanzaro – Torino 4 – 1
Tribuzio realizza per il Catanzaro mentre Orlando per il Torino prende il palo.
Quinto rigore: Catanzaro – Torino 3-1
Quinto rigore: questa volta Vieri para il rigore per Tribuzio, per il Torino l’occasione di riaprire il match ma ancora una volta Orlano colpisce il palo. Catanzaro per la prima volta nella sua storia è qualificato per le semifinali, ma il regolamento dell’epoca prevedeva che i rigori andavano battuti tutti.
Sesto rigore: Catanzaro – Torino 4-1
Sesto rigore: questa volta per il Catanzaro batte Marchioro che non sbaglia, mentre per il Torino un nervoso Moschino manda il pallone fuori.
Le curiosità del match
Due curiosità la prima riguarda l’assistente dell’arbitro che involontariamente con la bandierina ferisce alla testa il granata Moschino, mentre la seconda è l’arbitro romano Sbardella che a fine match comunica alla Lega che il risultato finale è di 4 – 2
CATANZARO: Provasi; Marini, Rigagnoli; Nisticò, Tonani, Sardei; Berardi, Orlandi, Marchioro, Gasparini, Tribuzio. Allenatore: Dino Ballacci
TORINO: Vieri; Fossati, Rosato; Puia, Cereser, Ferretti; A. Orlando, P. Pestrin, Schutz, Moschino, Carelli. Allenatore: Nereo Rocco