Il Catanzaro torna a palleggiare, esce dal basso con convinzione, sfrutta l’ampiezza per mettere alle corde l’avversario e diventa pericoloso lì davanti con la collaudata coppia gol Biasc-Iemmello. Questi gli ingredienti della prima vittoria in trasferta delle Aquile di Calabria che espugnano il “Barbera” al termine di un match in cui gli uomini di Caserta non hanno perso la testa, ma al contrario sono rimasti in campo in modo ordinato.
La padronanza nel palleggio e la fluidità di trasmissione annullano la feroce pressione del Palermo che, trovandosi sotto di un gol dopo appena due minuti (conclusione vincente di Biasci), è stato costretto ad un arrembaggio continuo esponendosi a pericolose transizioni negative che i giallorossi non sono riusciti a sfruttare per chiudere anzitempo il match.
La pressione dei padroni di casa ha dato i suoi frutti alla mezz’ora (pari di Nikolau sugli esiti di un corner) e in qualche modo ha consentito al Palermo di rientrare in partita e trovare nuove convinzioni che un po’ la difesa ospite un po’ alcune sbavature negli ultimi venti metri non hanno trasformato nel classico ribaltone.
Nella ripresa i cambi decidono il match in favore dei giallorossi. Dionisi cambia due terzi dell’attacco buttando nella mischia Brunori e Insigne per provare a scardinare la difesa giallorossa che nel frattempo ritrova Antonini (subentrato al posto di Ceresoli). Caserta aspetta un po’ più del solito per consentire a Pontisso e Biasci di rifiatare e lo fa proponendo Koutsoupias nei tre di centrocampo e Buso seconda punta. A dieci dal termine il Palermo toglie Ranocchia, al suo posto un disastroso Gomes che sbaglia quasi tutto. Ne approfitta Pompetti che trova la rete con un sinistro magico e regala una meritata vittoria alle aquile.
LE MOSSE DI CASERTA
Nell’undici iniziale si vedono Ceresoli quinto a centrocampo e Cassandro braccetto di destra nella consueta difesa a tre. Per il resto la formazione è quella standard con Petriccione play basso, Pompetti e Pontisso mezzali rispettivamente a destra e sinistra dello schieramento. Davanti la coppia gol Biasci-Iemmello.
La costruzione del Catanzaro torna a coinvolgere anche il portiere, si innesca con due centrali più il supporto del play e questo consente a Cassandro di alzarsi sulla corsia favorendo l’azione di spinta di Compagnon. Sulla corsia opposta la profondità cercata da Ceresoli è meno ficcante perché orientata a tenere in allerta il riferimento difensivo senza tuttavia affondare il colpo.
Dove invece i giallorossi provano a sfondare è sulla corsia destra con Compagnon e Pompetti supportati da un ispirato Cassandro. Ed è proprio su questa corsia che si decide il match perché il Catanzaro trova il modo di superare la prima linea di pressione dei padroni di casa che aggrediscono il portatore e i diretti riferimenti lasciando isolati Segre e Ranocchia in mezzo al campo. I due centrocampisti del Palermo finiscono per soccombere alla rapidità di transizione dei giallorossi che trovano sempre un vertice alto di riferimento (nelle prime uscite si cercava la palla morbida o lunga a scavalcare il centrocampo) e di conseguenza trovano anche gli spazi per aggredire l’avversario che si disunisce.
Nella prima frazione di gioco ciò che emerge è la consapevolezza dei rosanero di non riuscire a fermare la costruzione dal basso del Catanzaro e infatti si rivedono Scognamillo e Bonini avanzare lentamente con la palla sotto la suola invitando l’avversario a uscire. Ma una volta trovato il pari, il Palermo non casca più nell’errore chiudendo bene gli spazi del proprio asseto difensivo. Il Catanzaro di contro avrebbe avuto la chance di raddoppiare prendendo l’avversario in contropiede, ma non ha trovato la necessaria cattiveria per chiudere i conti.
Nella ripresa, con l’ingresso di Antonini al posto di Ceresoli, Caserta inverte i quinti spostando Compagnon a sinistra e alzando Cassandro sulla linea di centrocampo. Gli effetti sono immediati, con Compagnon che punta l’avversario e inizia a creare pericoli. Anche Cassandro ha più libertà di movimento.
Il Catanzaro della ripresa appare ben messo in campo con gli esterni che giocano con il piede di fascia e le mezzali a piede invertito. Questo consente di azzeccare le triangolazioni in fase di sviluppo abbassando la mezzala in favore del quinto che si alza. Nella trasmissione corta la palla viaggia dal destro al sinistro per poi ritornare sul piede destro: Scognamillo, Pompetti e Petriccione e palla nello spazio per Cassandro, due passi e cross in corsa. Il Catanzaro riscopre la semplicità dello sviluppo in verticale e l’importanza di aggredire l’avversario sulle corsie laterali affondando la giocata.
La ritrovata profondità con i quinti che giocano con il piede di fascia mette le ali al Catanzaro. Non è un caso che il gol di Biasci sia arrivato da un cross dalla destra (e con piede destro) di Cassandro, così come una settimana prima lo stesso Biasci aveva capitalizzato il cross di D’Alessandro dalla stessa corsia.
Sulla corsia sinistra Compagnon è meno fluido perché poco abituato a giocare da quinto, ma ha le qualità tecniche per far male. Ne è la dimostrazione il velenoso contropiede sciupato da Biasci che non riesce a controllare in corsa e finisce per scivolare sul terreno di gioco reso viscido dalla pioggia. Anche sulla corsia sinistra si vedono però chiari segni di un potenziale ancora inesploso che mister Caserta cercherà sicuramente di innescare abituando la mezzala (Pontisso) a far scorrere il pallone in verticale per consentire al quinto di mettere la palla in mezzo alle spalle della difesa.
Giusto sottolineare come ci sia più profondità giocando con i quinti col piede di fascia,cosi che è più facile crossare possibilmente dai lati corti dell’area, ed in questi casi Biasci è una sentenza