Condannato per corruzione di Danilo Iervolino, proprietario della Salernitana e già patron dell’Università Pegaso, ha suscitato un notevole scalpore, non solo nell’ambito calcistico ma anche in quello imprenditoriale. Il Giudice dell’Udienza Preliminare (gup) del Tribunale di Napoli ha inflitto una pena di quattro anni di reclusione a Iervolino, in seguito ai fatti legati a un’inchiesta che ha interessato alcuni dirigenti del Ministero del Lavoro.
I fatti contestati risalgono al 2019 e si concentrano sul contratto di assunzione di Antonio Rossi, figlio del segretario generale del ministero Concetta Ferrari, all’epoca parte integrante dell’impero imprenditoriale di Iervolino. Le indagini hanno messo in luce presunti benefici illeciti ricevuti, configurando una trama che ha portato all’arresto di ulteriori due indagati.
In risposta a questa vicenda, la Salernitana ha rilasciato una nota ufficiale per rassicurare i propri tifosi e l’opinione pubblica, sottolineando come il club non sia coinvolto in alcun modo nelle irregolarità emerse durante il processo. La società si è impegnata a garantire la massima trasparenza e a tutelare l’integrità del proprio operato, affermando di desiderare una separazione netta tra l’attività sportiva e le problematiche legali personali del suo proprietario.
Questi eventi pongono interrogativi significativi sulle interconnessioni tra sport e affari in Italia, ma la risposta immediata della Salernitana mira a mantenere la calma tra i suoi sostenitori e a ribadire la propria estraneità alla vicenda giudiziaria che ha colpito Iervolino. La situazione, però, non mancherà di influenzare il clima attorno al club, rendendo fondamentale la gestione della comunicazione in un momento tanto delicato.