Pigliacelli 6,5 – Esente da responsabilità sulla rete subita dopo venti minuti, si fa sempre trovare pronto nel prosieguo del match, per quanto scarsamente impegnato.
Brighenti 6,5 – Nel primo tempo mostra qualche lacuna, specie quando, sulle palle alte, deve opporsi ad avversari ben più alti di lui. Impeccabile, invece, nella seconda parte della sfida, durante la quale vince tutti i duelli in cui è coinvolto.
Scognamillo 7,5 – Baluardo pressoché invalicabile in difesa, molto attivo in qualche sganciamento, ma soprattutto autore dello splendido assist all’ultimo respiro, trasformato in goal da Bonini.
Bonini 8 –Nessuna concessione agli avversari in sede difensiva, buona spinta sulla corsia sinistra dall’ora di gioco in poi, quando è spostato ad esterno basso, rete meravigliosa e prepotente in pieno recupero, che vale i tre punti. Man of the match.
Compagnon 8 – Parte a destra e coglie una clamorosa traversa in avvio. In seguito, fa impazzire i calciatori ospiti in un paio di situazioni. Dopo la rete subita dalle Aquile, è dirottato sul lato opposto da dove, talvolta accentrandosi, continua a deliziare la platea con impetuose accelerazioni. Ad una manciata di minuti dal termine, sugli sviluppi di un corner, realizza una marcatura che sembra regolare, ma che, dopo lungo consulto, è annullata. Forse fuorigioco di qualche millimetro, ma i dubbi restano.
Kotsoupias 6 – Non brillantissimo, ma protagonista di alcuni buoni movimenti in mezzo al campo, che si aggiungono a corsa e sacrificio. Raggiunge la sufficienza.
Petriccione 6,5 – Il terreno di gioco reso pesante ed infido dalla pioggia non rende semplicissimi i suoi compiti di play. Nondimeno, Jacopo riesce a far girare la sfera con apprezzabili rapidità e precisione.
Pontisso 6,5 – Non eccelso nel primo terzo della partita, nel corso del quale commette vari errori sia in impostazione sia in copertura. Cresce in maniera esponenziale nel prosieguo, coprendo ampie zone del prato del Nicola Ceravolo e partecipando con costanza ed efficacia alla manovra.
D’Alessandro 7 – Al contrario, evidentemente, di Mattia Compagnon, inizia la sfida sul lato mancino ed è poi spostato su quello destro. Su questo si mette sovente in luce e, sul finire del primo tempo, serve l’assist che consente a Tommaso Biasci di segnare il punto dell’1-1. Nella ripresa, un infortunio – che si spera lieve – lo costringe a lasciare il terreno di gioco.
Iemmello 6 – Forse un po’ stanco, non disputa una grandissima partita, mai andando davvero vicino alla segnatura: le sue due conclusioni terminano una alta e l’altra larga. Non preciso neppure in alcuni passaggi quando agisce da trequartista. Da lodare, però, la generosità, le doti carismatiche e la consueta intelligenza calcistica.
Biasci 7 – Quasi un fantasma nei primi 40 minuti di gioco, si trasforma in un rapace dell’area di rigore al primo pallone giusto che giunge nei suoi pressi. In seguito si spende bene nel pressing alto e comunque nel lavoro in zona offensiva.
Cassandro (dal 60’) 6 – Rileva Koutsoupias nel momento in cui Fabio Caserta opta per il cambio di modulo, passando al 4-4-2. Affonda con frequenza sulla fascia, dialogando con il compagno di riferimento. Deve, però, migliorare la tecnica nei cross.
Seck (dal 64’) 6,25 – Sostituisce D’Alessandro ed impiega alcuni minuti per entrare in partita. Quando lo fa, prova ad incidere dalla corsia di competenza. In qualche caso, riesce a seminare il panico nella retroguardia ospite.
Coulibaly (dall’82’) S.V – Avvicenda Pontisso nell’ultima parte di gara. Non partecipa a situazioni che lo rendano valutabile.
Pittarello (dall’82’) S.V. – Sul terreno di gioco, al posto di Biasci, nello spezzone finale di partita. Come Mama Coulibaly, non può ottenere alcun voto.
Fabio Caserta 7,5 – Si accorge della poca brillantezza dimostrata dalla squadra nei primi 20/25 minuti della sfida, e via via apporta i correttivi che consentono al Catanzaro, in un clima di sfide epiche (pioggia battente e freddo intenso), di ottenere il terzo successo in campionato e di sistemarsi ad appena un punto dalla zona play off. Prima dirotta Scognamillo sulle tracce di Borrelli, che, con la sua statura, stava creando problemi a Brighenti; poi inverte gli esterni; infine, verso l’ora di gioco, modifica il modulo in un 4-4-2 che costringe le rondinelle sulla difensiva per l’intero ultimo terzo di match. Lettura eccellente, quindi. Mutuando un noto detto latino, «quod Caesaris Caesari», cioè «a Cesare quel che è di Cesare». La vittoria è passata anche dalle scelte e dalle mosse del tecnico. Applausi.