Il Frosinone ha deluso fortemente le aspettative di inizio stagione costringendo il presidente Stirpe all’esonero di Vivarini. L’allontanamento del mister abruzzese è arrivato dopo aver pazientato molto e senza che la squadra riuscisse a risollevarsi dall’ultimo posto in classifica. Una brutta parentesi per l’allenatore che aveva ricevuto premi e tanta visibilità con le Aquile di Calabria. Un flop ancor più chiassoso di quelli che lo avevano appena preceduto (ndr esoneri di Pirlo e Stroppa).
Fra i motivi del fallimento tecnico vanno annoverati una scarsa applicazione dei dettami tattici e una certa pretenziosità del mister. Un connubio di situazioni negative ingigantito da un livello di attenzione non idoneo ad affrontare il campionato e anche da qualche infortunio importante. Mister Vivarini non è riuscito a trovare il modo di innalzare il livello delle prestazioni dal punto di vista dell’approccio mentale, la partenza shock ha fatto il resto togliendo ulteriori energie mentali alla squadra che in campo è andata in totale confusione.
L’avvento di Leandro Greco e il ritiro punitivo sono serviti a dare una scossa alla squadra, che nelle prime uscite sotto la nuova guida tecnica ha dimostrato un approccio molto più determinato. Il Frosinone al momento non può dirsi fuori dalla crisi, al contrario la strada da fare per recuperare il terreno appare lunghissima e in salita.
SDG 3-4-2-1
FDP 2-3-2-3
FDNP 5-2-2/1
COME GIOCA
Nel ripartire dalla cadetteria il Frosinone ha deciso di mantenere il 3-4-2-1 come sistema di gioco, probabilmente cercando di non stravolgere alcuni meccanismi che risultavano funzionali nonostante la retrocessione. Le coperture preventive sono oggi il vero tallone d’Achille dei ciociari, che forzano l’organizzazione offensiva portando Marchizza ad attaccare la linea di difesa avversaria insieme ai consueti riferimenti offensivi. E qui nascono i principali problemi nel gestire le due fasi di gioco. Infatti, il Frosinone continua a imbarcare sulle ripartenze perché viene attaccato dove è meno performante e cioè sul mediano che scherma la difesa (Darboe o Cicchella) ma anche sul lato destro dove Oyono non sempre riesce a fornire la necessaria copertura negli scivolamenti.
I due sulla trequarti, Kvernadze e Garritano, si muovono il primo in verticale dando molta profondità alla squadra, il secondo in linea orizzontale per coadiuvare lo sviluppo della manovra. In fase di costruzione c’è un’interessante rotazione che coinvolge Garritano e Kvernadze. Infatti, il Frosinone inizia la costruzione con la linea dei tre difensori più il centrocampista (in foto 01 è Cicchella) davanti, tuttavia la trasmissione si orienta in direzione di Garritano che si abbassa e si decentra sulla corsia destra iniziando il dialogo con Oyono (laterale di centrocampo). Allo sviluppo della manovra offensiva partecipa anche Ambrosino, che si muove incontro portando via il centrale difensivo lontano dall’area. Questo tipo di sviluppo è finalizzato ad attaccare l’avversario sul lato debole dove Kvernadze e Marchizza hanno molto spazio per ricevere e attaccare l’ultima linea.
L’idea di fondo è dunque quella di togliere riferimenti importanti all’avversario facendo muovere Garritano in una zona di campo dove possa agire con una certa libertà di manovra, mentre Kvernadze attacca la profondità supportato dal braccetto difensivo Marchizza. Proprio la posizione avanzata del difensore, unitamente alla posizione molto alta del quinto opposto (Oyono) creano le zone d’ombra che gli avversari sfruttano per le ripartenze.
Le difficoltà del Frosinone nascono nel momento in cui l’avversario alza la pressione bloccando le due principali fonti di gioco (Cicchella e Garritano). Se Cicchella davanti la difesa occupa una zolla di campo prevedibile e quindi facilmente marcabile anche con il posizionamento a zona, lo scacco ai ciociari avviene con la marcatura a uomo su Garritano che si sgancia a destra per ricevere. Senza questi due punti di riferimento i ciociari vanno in crisi, se l’avversario alza ulteriormente la pressione la difesa e il portiere rimediano con imbarazzanti palle in fallo laterale. Questa potenziale situazione di pericolo per i ciociari nasce proprio da quanto scritto sopra e cioè dalla posizione molto alata di Kvernadze e Marchizza che non partecipano allo sviluppo.
Un possibile rimedio per i ciociari, quando pressati alti, potrebbe essere rappresentato da Gelli che anziché restare decentrato e senza libertà di ricevere palla avrebbe tempo e spazio per abbassarsi in linea con l’altro centrocampista, ma questo non avviene perché i due si dispongono verticalmente. È una situazione un po’ bizzarra, perché da un lato si cerca di allargare le maglie della difesa avversaria occupando l’ampiezza poi però quando l’avversario prende le misure non si va a irrobustire la mediana spostando Gelli e questo porta il pacchetto difensivo ad andare in grande sofferenza. Si tratta di mancati accorgimenti tattici che il Frosinone paga a caro prezzo.
Nella fase di non possesso i laterali di centrocampo si abbassano formando una linea di difesa a 5, mentre Cicchella e Gelli vanno a costituire la seconda linea dietro Kvernadze e Garritano. La punta va prima in pressione sul portatore e poi una volta superato resta alto in smarcamento preventivo.