Gettare la croce addosso a Fabio Caserta invocandone il suo allontanamento avrebbe del populista, questo perché ad oggi la tifoseria del Catanzaro lo ritiene inadeguato a sedersi sulla panchina giallorossa. Ed in questo sentimento, c’è anche tanto di quel pregiudizio che ne ha accompagnato la sua venuta sui Tre Colli.
Il tecnico di Melito di Porto Salvo la scorsa stagione sedeva sulla panchina del Cosenza che contro il Catanzaro ha perso tutti e due i derby per poi essere esonerato dopo il pareggio casalingo (1-1) contro il Cittadella.
Ma Caserta è davvero un incapace tanto da essere considerato la radice di tutti i mali di questo Catanzaro che in 6 gare ha raccolto appena 6 punti e quattro delle sei gare sono state giocate al “Ceravolo”.
Fabio Caserta in carriera ha conquistato due promozioni dalla Serie C alla Serie B il che non ne fa un fesso, ma è altrettanto vero che qualcosa non va in questa sua nuova avventura sulla panchina del Catanzaro.
Se la squadra è stata costruita arrivando al gong del calciomercato può rappresentare un alibi fino ad un certo punto. Da che il calcio è calcio quello che conta sono i risultati sul campo, che ad oggi sono deludenti frutto di una gestione tecnica che si sta dimostrando confusionaria. L’altro alibi che non può reggere è che il Catanzaro sia partito con l’obiettivo di una salvezza, ciò potrebbe rappresentare uno scudo per tutta la gestione tecnica, sarebbe come dire che partite come ad esempio, quella persa a Cesena ne perderemo altre 20, ma alla fine quello che conta è fare un punto in più rispetto a chi si piazza al sedicesimo posto, garantendosi quindi la salvezza!
Se la Cremonese non avesse trovato il gol vittoria dal nulla avremmo parlato di un Catanzaro in crescita che è riuscito a tenere testa ad una corazzata, i risultati aiutano ed oltre a smuovere la classifica fanno morale ed invece la Cremonese a Catanzaro ha vinto, facendo scendere ai minimi livelli l’entusiasmo di tutto l’ambiente giallorosso che ha assistito ad una partita in cui per l’ennesima volta la squadra di Caserta ha regalato un tempo intero agli avversari.
E qui sotto esame ci finisce il tecnico, partito con il 4-2-3-1 ha variato in corsa con il 4-4-2 finendo poi a giocare a specchio sul 3-5-2 degli avversari. E Caserta sotto esame ci finisce per la sua testardaggine di fissarsi su quel 4-2-3-1 che nel suo intento dovrebbe sfornare un calcio in verticale, nella sostanza invece si traduce in un calcio di lanci lunghi fine a sé stessi.
Vada per la rivoluzione tecnica, ma per metterla in atto serve molta intelligenza e poca presunzione, perché un progetto ex novo ha bisogno di un impianto progettuale che venga messo su in maniera graduale.
Il primo tempo contro la Cremonese è stato da brividi, gli ospiti si sono mangiati l’impossibile, quell’equilibrio che Caserta ha tanto invocato nella conferenza della vigilia è rimasto solo nelle buone intenzioni, ma soprattutto è lui per primo a dare l’impressione di doverlo trovare, spinto anche da un’altra motivazione che il tecnico ha fatto sempre emergere: il bene della squadra va oltre le aspirazioni del singolo.
Questo discorso deve valere anche per lui, che sa benissimo che rischia di bruciarsi, serve più equilibrio siamo d’accordo con Caserta, ma a doverlo trovare per primo è proprio lo stesso tecnico che deve riflettere, a fondo e velocemente se vale la pena proseguire con idee integraliste che ad oggi hanno fatto emergere un Catanzaro senza nessuna identità.
I problemi secondo me cominciano da una tenuta difensiva molto debole, era così anche lo scorso anno solo che segnavamo tanto e rimediavamo.Necessitavano due centrali importanti, ma anche terzini evidentemente migliori dal momento che attualmente si gioca con Bonini adattato e Situm che difensore non è. Altro problema per me che ci siamo creati inspiegabilmente è l’aver preso ben 18 calciatori ,praticamente abbiamo fatto anche il mercato invernale. Impossibile inserirli in organico senza “crisi di rigetto”. Il Mister credo anche in conseguenza di quanto detto, manca di coraggio nelle scelte dei calciatori e ñella tattica, a mezz’ora dalla fine venerdì aveva deciso che il pari andava bene, ed anche è soprattutto a Cittadella, bisognava osare di più.