Un Catanzaro ancora in cerca d’identità concede il primo tempo, ma non punge nella ripresa.
FORMAZIONI
Catanzaro 3-5-2: Pigliacelli, Bonini Antonini Brighenti, Ceresoli Pagano Petriccione Pontisso Situm, Biasci Iemmello. All. Caserta.
Juve Stabia 3-4-2-1: Thiam, Varnier Belich Folino, Floriani Leone Buglio Andreoni, Piscopo Mosti, Candellone. All. Pagliuca.
LAVORI IN CORSO
Per quanto ci si sforzi di vedere il bicchiere mezzo pieno, due punti nelle prime due gare di campionato fra le mura amiche rappresentano un magro bottino. Mister Caserta ha fin qui dovuto fare i conti con una serie di emergenze che lo hanno spinto a ripiegare su un sistema di gioco che garantisce un buon equilibrio nelle due fasi. Se in quella difensiva i meccanismi sembrano già a buon punto, nella fase offensiva manca un po’ spinta sulle fasce, si aggredisce poco l’area. Tuttavia, c’è da ricordare che sulla corsia sinistra l’eredità è pesantissima, su quella destra presto vedremo qualche volto dei nuovi.
Più che una questione di possesso palla (o di palleggio) bisogna saper trovare in campo le geometrie più opportune in base all’avversario. Oggi la Juve Stabia nella marcatura a uomo ha chiuso le fonti le gioco, ha chiuso i vertici, ti è venuta sotto, ti ha fatto allungare le distanze e ti ha ributtato indietro. Già vedere il Catanzaro balbettare nell’uscita dal basso sembra irreale se pensiamo che fino a qualche mese fa ci apprezzavano anche in Europa. C’era da accorciare le distanze, fare movimenti senza palla più rapidi e anche la trasmissione doveva essere più rapida. Si doveva aggredire l’avversario negli spazi stretti mettendo il compagno in condizione di superare la linea. Si doveva, ma non si poteva perché al Catanzaro ancora manca fluidità, manca quell’abitudine alle posizioni e alle opposizioni che sta appena germogliando. Ecco perché bisogna aver pazienza.
Oggi invece si è tentato di forzare la giocata, nel primo tempo i padroni di casa hanno impattato contro l’avversario e non hanno corso grossi pericoli. La linea difensiva diretta da Antonini ha risposto bene, i quinti di centrocampo Situm e Ceresoli sono stati particolarmente diligenti dalla cintola in giù. In fase difensiva le mezzali Pontisso e Pagano lavorano come si deve: prima pressione, interdizione, raddoppi, ripartenze. Per quanto ben disposte tatticamente, le vespe alla fin dei conti hanno prodotto poco.
Nella ripresa finalmente qualcosa cambia ed è la fase offensiva. Ad un Biasci sorvegliato a vista subentra un Pittarello molto determinato. Una diversa fisicità che produce subito le prime scintille con la difesa avversaria. Al 60esimo Caserta può iniziare a sfoderare uno dei suoi assi nella manica: la palla lunga. Si tratta di una giocata molto semplice e che mira a superare la pressione avversaria aggredendo i difensori in campo aperto. Se davanti hai uno come Pittarello che tiene a bada i difensori (anche quelli più robusti), ha la gamba per sprintare sull’avversario, vede la porta e ha un bel tiro, tutto questo significa che Caserta ha un’ottima carta da giocare.
Con uno come Pittarello che ti da respiro è stato semplice costringere l’avversario ad abbassarsi ed è iniziato il momento migliore dei giallorossi che hanno centrato il secondo palo proprio con il numero 90, impegnato Thiam prima con Pompetti e poi con Iemmello due volte. Clamorosa la smanacciata nei minuti di recupero che sarebbe valsa la vittoria per i giallorossi, ma ha solo restituito alle telecamere il disappunto di Iemmello.
Juve Stabia che conferma un buon impianto di gioco, ma registra i soliti guai difensivi già evidenziati dalle primissime battute. Nella prima frazione di gioco esercita una pressione molto forte senza però mai riuscire a mettere gli avanti nelle condizioni di colpire. Un solo pericolo creato su palla inattiva. Nella ripresa la squadra di Pagliuca sembra esaurire le energie fisiche e mentali dopo l’annullamento del gol, arretra il baricentro e a stento difende il risultato subendo la veemenza dell’avversario. Strapperà un punticino prezioso.