Un Catanzaro sorprendente mette sotto il Sassuolo. Iemmello incanta, Laurientè sciupa il penalty.
FORMAZIONI
Catanzaro 3-5-2: Pigliacelli, Bonini Antonini Brighenti, Ceresoli Pagano Petriccione Pontisso Situm, Biasci Iemmello. All. Caserta.
Sassuolo 4-3-3: Satalino, Doig Odenthal Romagna Toljan, Obiang Boloca Thorstvedt, Laurienté Mulattieri Bajrami. All. Grosso.
UN PARI CHE STA STRETTO
Catanzaro e Sassuolo si dividono la posta in palio davanti a una splendida cornice di pubblico. Match molto intenso che ha regalato diverse sorprese tattiche e alcune giocate tecniche di buon livello. Padroni di casa in piena emergenza per le note carenze d’organico e diversi giocatori che scontavano un turno di squalifica dalla precedente stagione. Ospiti che hanno faticato a calarsi nella nuova realtà di un campionato tostissimo nonostante vantino sulla carta una delle migliori rose.
Pari dunque giusto? Riavvolgiamo il nastro e partiamo dalla fine, quando al minuto 92 Petriccione decide di gettare alle ortiche una prestazione fino a quel momento maiuscola. Il metronomo giallorosso sceglie una traccia orizzontale ma calibra male, Kumi intercetta e imbecca Laurientè che viene atterrato in area da Antonini. L’esterno del Sassuolo calcia alle stelle sotto gli occhi di Grosso che probabilmente stava già pensando a quella volta che gli azzurri con un suo rigore… storia vecchia.
Il presente racconta due cose: il Catanzaro non ha smarrito la rotta dopo la parentesi Vivarini, il Sassuolo invece deve terminare in fretta il rodaggio della nuova fuoriserie se vuole primeggiare. Nel mezzo le solite cose di agosto: condizione fisica ancora non ottimale, calciomercato aperto a campionato iniziato, infortuni e squalifiche, varie ed eventuali. Recriminazioni a parte, la potevano vincere entrambe ma nel calcio va così: si accetta il risultato e si guarda a quanto di buono si è fatto e a quanto ovviamente c’è ancora da fare.
LA MOSSA A SORPRESA DI CASERTA
Il buono fatto vedere da Caserta è stato il 3-5-2 che ha sorpreso i più, compreso ovviamente Grosso. Il Catanzaro ha giocato molto sui quinti di centrocampo, palleggiando con disinvoltura e superando la prima pressione avversaria senza troppi affanni. La libertà di Petriccione di ricevere il primo passaggio e dettare i ritmi della manovra non era certo prevedibile, ma se c’è qualcosa che ha letteralmente fatto saltare i piani a Grosso è stata la mancata lettura di Iemmello: indecifrabile.
Così il Catanzaro ha iniziato a sfruttare l’ampiezza: Ceresoli e Pagano a sinistra (con qualche incursione del braccetto Bonini), Situm e Pontisso a destra. È proprio sulle giocate in ampiezza dei giallorossi che il Sassuolo ha avuto le maggiori difficoltà, costretto a tenere Toljan pressocché ancorato alla fase difensiva e concedendo poco o nulla a Diog che ha provato a spingere sulla corsia sinistra, ma trovando l’opposizione di Situm e l’aggressione degli spazi alle sue spalle.
Il tecnico dei neroverdi ha atteso un’ora di gioco per decidersi a cambiare modulo schierandosi a specchio. Il motivo della contromossa decisa da Grosso era molto semplice: bisognava arginare Petriccione. Ci ha provato prima con Bajrami e poi con Obiang, chiedendo loro di uscire forte sul play giallorosso, ma nulla da fare. Con la situazione nuovamente in parità e il particolare momento di grinta che i giallorossi hanno esercitato nei primi 15 della ripresa, Grosso ha deciso di cambiare tutto: dentro Lovato e Caligara con Diog e Toljan dirottati sulla linea di centrocampo. Con i moduli a specchio la partita è andata in stallo fino all’episodio del penalty.
Odenthal e Romagna hanno cercato invano di arginare i movimenti di capitan Iemmello, con il passare dei minuti hanno letteralmente gettato la spugna. Pietro, infatti, si faceva trovare centralmente in posizione molto bassa per andare a formare un rombo, si allargava sulla corsia destra e ovviamente metteva il naso anche avanti. Ma in quest’ultimo caso più da rifinitore che da finalizzatore, tant’è che le conclusioni di Biasci e quella di Pagano sono nate proprio dalla visione di gioco del 9 giallorosso oggi in versione falso nueve.
APPLAUSI PER TUTTI
Un’amichevole giocata senza convinzione e una coppa Italia non alla portata avevano fatto suonare qualche campanello d’allarme nell’apprensiva e passionale tifoseria giallorossa. Sono bastati i primi 10 minuti di tifo incessante per rendersi conto che i giallorossi in campo avevano bisogno di questa scarica di adrenalina per iniziare la nuova avventura e allora pronti via: applausi per tutti.
Biasci continua a dimostrare di essere uno dei capisaldi della truppa giallorossa. Segue lo sviluppo e si fa vedere, si muove per creare lo spazio agli inserimenti delle mezzali, viene incontro per aprire il dialogo e nella ripresa confeziona l’assist per Pontisso che sigla l’1-1 finale. Insomma, giornata di straordinari per Tommaso che da ex seconda punta si ritrova ad essere il terminale offensivo più avanzato, peccato che non sia riuscito a sugellare la prestazione con quel controllo di coscia e tiro al volo. In gergo si dice che veniva giù lo stadio…
Ci ha provato anche Pagano, due volte. Da qualche scampolo di partita in serie A con Josè Mourinho al debutto da titolare in cadetteria. Sono stati 90 minuti di abnegazione tattica, scioltezza nella conduzione della sfera, sicurezza negli scambi sul corto e fiducia nelle conclusioni. Il talento scuola Roma si è distinto anche in fase di interdizione cercando di arginare il mancino di Thorstvedt.
Applausi anche e soprattutto per Pontisso, che fa parte della vecchia guardia. Uno che in passato ha fatto molta panchina e che non si è mai tirato indietro quando c’era da battagliare. Un ragazzo senza grilli per la testa che fa il suo, al meglio delle sue possibilità. Un’incontrista, uno che ci mette il fisico, uno bravo nella fase di interdizione… si, ma anche uno che sa leggere le situazioni di gioco e quando ha visto Situm imbeccare Petriccione alle spalle dell’avversario si è precipitato in area perché l’inserimento di una mezzala può far comodo, anche se li davanti ci sono già 2-3 compagni pronti a ricevere. Biasci ha premiato il suo inserimento e Pontisso ha risposto siglando il pari. Sembra poca cosa, ma non lo è.
BENE LA LINEA DIFENSIVA
Se i giallorossi tengono bene il campo molti dei meriti sono anche dei raddoppi di marcatura su Laurientè. Una serataccia per l’estroso attaccante del Sassuolo, culminata con l’errore dagli undici metri in pieno recupero. Va detto però che Caserta l’ha proprio indovinata con i raddoppi sistematici sull’avversario più pericoloso.
In difesa Antonini è stato impeccabile. Posizionato al centro con Bonini braccetto di sinistra e Brighenti di destra, ha ritrovato la copertura difensiva di Situm in fase di non possesso e guidato la linea con i tempi giusti. Il pacchetto arretrato giallorosso ha risposto bene all’urto di un tridente di spessore come quello del Sassuolo. Soprattutto ciò che è piaciuto della difesa è stata la capacità di tenere l’avversario lontano dall’area in fase di costruzione. Talmente forte era la padronanza nell’uscita da dietro, talmente precise le palle lunghe del portiere che il Sassuolo ha finito per rinunciare al pressing alto attendendo l’avversario nella propria metà campo.
Questa doppia capacità di uscire dal basso trovando le geometrie giuste oppure di lanciare lungo calibrando con estrema precisione il passaggio sono una piccola grande novità del Catanzaro. Sono il modo migliore di dosare le energie nel corso della gara, di sorprendere l’avversario alternando le giocate, di dare a tutti gli attori la possibilità di esprimersi al meglio soffrendo il meno possibile le marcature o la pressione.
Quando l’avversario rinuncia a pressare alto le cose sono essenzialmente due: non ne ha più nelle gambe oppure nella testa. Non ci si arriva per puro caso, ma perché è l’avversario che si adatta al contesto e cambia le proprie mosse. E infatti qualche convinzione fra i neroverdi si è persa per strada, di contro Pigliacelli nel corso della ripresa è addirittura uscito palla al piede fino al cerchio di centrocampo: voleva attirare la pressione avversaria, ma il Sassuolo di cadere nella trappola e tornare a casa a mani vuote non voleva che saperne. Meglio coperti e ripartire, meglio guardinghi e difendere il risultato.
Detto che a metà agosto pur essendo campionato, le partite lasciano il tempo che trovano, la cosa positiva è che Caserta si è dimostrato pragmatico e non integralista come ci raccontano i “vicini di casa” ossessionati dal fatto che il Mister possa far bene col Catanzaro. Non mi è piaciuto l’ingresso di Kranjic, anche se mancava poco alla fine, con 4 centrali difensivi si perdeva maggiore possibilità di gestire la palla,e forse a parte l’errore individuale, l’azione che ha portato al rigore è dipesa anche da un mal posizionamento della difesa.