IL CATANZARO DI FABIO CASERTA: PRINCIPI TATTICI
Inizia a delinearsi un quadro sempre più chiaro di quelli che saranno i principi tattici decisi da Fabio Caserta, che avrà comunque bisogno di qualche tempo per convincere l’ambiente della bontà del proprio lavoro.
È inevitabile qualche raffronto con la passata gestione che ha lasciato l’amaro in bocca ai tifosi giallorossi, “traditi” da chi era riuscito a portare il Catanzaro all’attenzione dei più alti vertici del calcio italiano. A detta di Angelozzi, il Frosinone stima di impiegare almeno un paio di stagioni per far ritorno nella massima serie e questo, se vogliamo, stona con quella che doveva essere la legittima ambizione di mister Vivarini di allenare da subito in serie A. Evidentemente il tecnico abbruzzese deve ancora dimostrare qualcosa.
PIÙ VERTICALITÀ
Caserta ha ereditato molto dal predecessore e ci riferiamo in particolar modo a quella capacità di palleggio che non è solo un principio del calcio moderno, ma anche e soprattutto il miglior lasciapassare per chi sceglie di approcciare la partita con un atteggiamento propositivo. Alla propositività della giocata il nuovo mister giallorosso ha abbinato un’idea di calcio verticale che andrà affinata con il trascorrere delle settimane, ma che già possiamo dire essere decisamente migliorata rispetto al passato.
Nel gioco di Caserta è facile individuare una costante: la palla viaggia sempre avanti. E già questa è una prima e fondamentale differenza rispetto al gioco di Vivarini che faceva divertire, ma spesso si perdeva in un possesso palla stucchevole e fine a sé stesso, che non dava alcun valore aggiunto all’economia del gioco, ma al contrario esponeva la retroguardia giallorossa a grandi rischi. A ben guardare sono stati tantissimi i punti persi per strada per un retropassaggio mal calibrato, un mancato scivolamento, un appoggio frettoloso se non addirittura alla cieca.
Nella nuova idea di costruzione dal basso i terzini si spingono molto alti, Petriccione si schiaccia sulla linea di difesa portando via un riferimento importante per gli avversari e consentendo a Pigliacelli di aprire sulle corsie esterne. Il Catanzaro spinge molto più a sinistra che a destra perché è proprio sul movimento senza palla degli esterni che si articola lo sviluppo del gioco. Imbeccare il terzino sinistro a ridosso della linea di centrocampo con una palla morbida non significa soltanto aver saltato la prima linea di pressione, ma consente ai giallorossi di trovarsi con due cursori di fascia ravvicinati più il trequartista che viene incontro aprendo il corridoio per attaccare l’ultima linea di difesa. Si tratta di una soluzione di gioco che ha messo in difficoltà una squadra giovane e veloce come l’Empoli.
Anche nel gioco delle coppie è emersa la nuova verticalità dei giallorossi che sfruttano i movimenti orizzontali con palla corta per poi attaccare improvvisamente la profondità mettendo il compagno in condizione di aggredire la linea con l’avversario alle spalle. Con Vivarini si cercava di creare superiorità in zona palla con il supporto di un elemento della linea di difesa, con Caserta si cerca di superare il diretto avversario con scambi corti e rapidi. C’è un’idea di fondo di andare sull’uno contro uno che la preparazione atletica e alcune assenze ancora non riescono a far percepire in modo netto, ma è proprio quella la direzione presa dai giallorossi.
LE PRIME IMPRESSIONI
Probabilmente in pochi si aspettavano la bella prestazione di Pontisso, che nel nuovo assetto tattico gode di un raggio d’azione più ampio e questo gli consente una maggiore libertà di movimento e di fraseggio con il reparto avanzato. Il mediano giallorosso si abbassa per dare assistenza e alleggerire la pressione avversaria, si decentra per giocare di sponda con la linea di difensiva e aprire un corridoio verticale, guadagna metri di campo attirando un esterno d’attacco avversario per far salire il proprio terzino.
La presenza di Iemmello sulla linea di trequarti dietro Biasci non ha dato le risposte che il mister cercava e qui bisogna aprire una parentesi di non poco conto: con Iemmello dietro la prima punta il Catanzaro ha un assetto decisamente offensivo che probabilmente non potrà permettersi fino a quando i meccanismi di gioco non saranno ben assimilati.
Oltre al necessario amalgama nel gioco, alcune caselle dello scacchiere non sono ancora complete. Volpe ad esempio dovrebbe giocare a sinistra (dunque con il piede invertito) per agevolare le sovrapposizioni del terzino (che contro l’Empoli non era in campo dal primo minuto, quando è entrato Turicchia è stato messo a destra). Pagano non è un’ala sinistra e per quanto abbia cercato di muoversi dentro e fuori dal campo per lo sviluppo della manovra oppure per la conclusione ha avuto non poche difficoltà a ritagliarsi un ruolo a lui poco consono. Biasci non può dirsi una prima punta e per quanto abbia cercato di far movimento alternandosi con Iemmello si sono viste evidenti difficoltà nell’attaccare l’ultima linea. In difesa Situm è rimasto pressocché bloccato, mentre Brighenti e Scognamillo hanno fornito una prestazione poco convincente per via dei carichi sulle gambe che ne hanno impedito la necessaria esplosività nel breve.
In questo afoso mese di agosto il Catanzaro appare sensibilmente in ritardo. La finestra di calcio mercato termina a campionato iniziato ed eventuali nuovi profili avranno bisogno di qualche settimana per entrare nel vivo. Sarebbe preferibile completare l’organico nel più breve tempo possibile evitando di iniziare dovendo rincorrere gli avversari.