È la fine di una grande storia d’amore, terminata, per citare Cocciante, “Senza una ragione né un motivo, senza niente.” Al di là delle legittime aspirazioni che potrebbero aver spinto il tecnico Vincenzo Vivarini a voltare pagina, i modi e i tempi non giustificano il fine.
Soprattutto considerando un vincolo contrattuale che prevede ancora un anno di durata con opzione per un altro, e non da ultimo, le dichiarazioni rilasciate dallo stesso tecnico appena un mese fa, in cui giurava fedeltà a una causa e a un progetto tecnico e aziendale che aveva sposato pienamente, diventandone parte integrante. Invece, è arrivata una chiusura brusca, percepita dalla tifoseria come un tradimento.
Né trova giustificazione la spiegazione fornita dallo stesso tecnico a “La Nuova Calabria“, dove ha dichiarato: “non è una questione di soldi, è una questione di lavoro.” Da qualunque prospettiva la si guardi, il tecnico ha commesso un errore. Meglio di chiunque altro dovrebbe sapere che l’art. 12 del Contratto Collettivo siglato tra FIGC, LNPB e AIAC recita: “L’Allenatore non ha diritto di interferire nelle scelte gestionali e aziendali della Società, fermo restando il dovere di fornire a quest’ultima i pareri tecnici che potranno essere a lui richiesti.”
Se Vivarini è diventato un tecnico appetibile, lo deve in primis alla società dell’U.S. Catanzaro, che ha fatto cose straordinarie per mettergli a disposizione una rosa di alto livello, consentendogli di stravincere il campionato di Serie C a suon di record ed ottenere una rosa altrettanto competitiva per arrivare quinti in Serie B. Vivarini, come uomo di calcio, sa meglio di tutti noi che senza una società solida alle spalle, sia in termini economici che decisionali, non si va da nessuna parte. Dovrebbe ricordare cosa gli accadde ad Empoli, dove fu esonerato a solo un punto dalla seconda in classifica. Caro mister, qui a Catanzaro lei è stato amato, osannato e rispettato, e da parte sua meritavamo più rispetto!
Ma ha commesso un altro errore, anzi due: ha sottovalutato la proprietà dell’U.S. Catanzaro e la tifoseria giallorossa. Se un po’ abbiamo imparato a conoscerla, sarà rimasto sorpreso dalle recentissime dichiarazioni del presidente Noto, che con grande fermezza ha posto l’accento su un aspetto fondamentale: “Se Vivarini non vuole più allenare a Catanzaro, ne discuteremo nelle sedi opportune,” una presa di posizione netta e autorevole che ha trovato il consenso unanime della tifoseria, ora più che mai al fianco di un presidente e di una proprietà a cui tutto il popolo giallorosso ha sempre riconosciuto serietà e affidabilità.
E tra tutti i record stabiliti in campo, lei è stato davvero bravo a stabilirne un altro fuori dal rettangolo di gioco: è stato l’unico allenatore nella storia dell’U.S. Catanzaro che, pur essendo venerato dalla tifoseria, è riuscito nell’impresa di schierare l’intero popolo giallorosso al fianco del presidente Noto. Neanche il leggendario presidente Nicola Ceravolo, in oltre 20 anni, era riuscito ad avere dalla sua parte la totalità dei consensi.
Non ci piove tutti col Presidente che giustamente come fanno le altre società, chiederà un indennizzo probabilmente a chi vorrà contrattualizzare il mister. Detto questo, anche basta e guardiamo avanti