“Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” lo disse l’indimenticato Giovanni Falcone, questa frase la facciamo nostra perché l’U.S. Catanzaro ha un suo DNA nella Holding Noto che nel giro di qualche anno ha dato credibilità ad una società che per tantissimi anni è stata bistrattata ed umiliata anche dalle stesse proprietà, impossibile dimenticare un dito medio di qualche giovane fanciulla rivolto alla “Curva”, almeno che non si abbia la memoria corte e si vuole ricordare ciò che più fa comodo.
Vivarini, Foresti e Magalini (ci mettiamo dentro tutti per non fare figli e figliastri anche se ogni situazione è diversa) se hanno deciso di cambiare aria non è certo la fine del mondo. Il calcio non si ferma a loro, oggi eroi e domani bidoni e viceversa. Al Catanzaro hanno dato tanto ma tantissimo hanno ricevuto da Catanzaro che li ha amati, coccolati e rigenerati. Chi non ci possiamo permettere il lusso di perdere è la Holding Noto. E mi preme chiarire un concetto importante per chi si ritiene un essere supremo in grado di darci lezioni: ciò non sta a significare essere lecchini accondiscendenti a tutto ciò che la proprietà fa. Probabile che alcune dinamiche la stessa le abbia sottovalutate, in primis il rinnovo contrattuale di Diego Foresti e Giuseppe Magalini, forse ha dato troppo per scontato e magari anche peccato di presunzione, così come non possiamo escludere che qualcuno sia stato un “traditore”.
Quando c’è stato da non condividere il modus operandi di questa proprietà lo abbiamo sempre fatto senza ipocrisia, ma soprattutto non abbiamo mai offeso nessuno abbiamo cercato, nel nostro piccolo, di essere costruttivi, magari non condivisibili però abbiamo sempre ragionato perché un po’ il calcio crediamo di conoscerlo e con esso alcune dinamiche.
I successi degli ultimi due anni non sono solo frutto di Vivarini, Foresti e Magalini, ma sono l’insieme di un tutt’uno: tecnico – dirigenti – proprietà e tifoseria che hanno viaggiato all’unisono.
Vincenzo Vivarini è un grande allenatore, a Catanzaro è stato grandissimo, ha trovato una proprietà che lo ha anche protetto e gli ha fatto scudo, ha trovato un pubblico che dopo un 5-0 casalingo (vedi Parma) ha applaudito la squadra ed osannato il mister. Gli auguriamo la stessa stima ovunque dovesse andare.
Diego Foresti è un direttore generale di alto livello che ha contribuito ad inalzare il livello qualitativo ed avrà anche contribuito ad ampliare la visione della proprietà. Schietto e a volte rude ha saputo farsi spazio nel cuore della tifoseria.
Giuseppe Magalini, crediamo si stato il più grande direttore sportivo dell’U.S. Catanzaro, non ama apparire e non ha sbagliato quasi nulla. Acquisti di spessore tra gli over elementi under tutti nel giro della nazionale. Un uomo di calcio di altri tempi ma con una visione aggiornata.
Ci auguriamo che tutti tre possano restare a Catanzaro, certo, se dovessimo perderli tutti e tre, cosa per nulla scontata, sarebbe un grave colpo, però non sarebbe la fine del calcio a Catanzaro. Trent’anni di anonimato ci hanno reso immuni da ogni cosa, ma deve essere altrettanto vero che lo straordinario campionato di Serie B non deve illuderci. Ciò non significa che a queste latitudini siamo senza stimoli e ambizioni. Abbiamo fame di calcio, così come la Serie B sembrava inarrivabile altri traguardi saranno possibili se tutti insieme continuiamo ad essere costruttivi.
Crediamo poi, che un po’ abbiamo imparato a conoscere il presidente Floriano Noto, non è certo il tipo d’uomo da lasciarsi “infinocchiare”, ne uscirà più forte di prima con garanzie che permetteranno al Catanzaro di continuare nella sua crescita.