L’idea è meravigliosa e nobile, dedicata a Don Nicola Ceravolo, il leggendario presidente della Catanzarese. Tuttavia, questa manifestazione sembra mancare dell’essenza del Catanzaro. Appare come un’autocelebrazione, fine a sé stessa, con la stessa struttura organizzativa che si alterna tra il premio “Ceravolo” e il premio “Granillo”, presentando i due personaggi come prodotti di massa, privi di una Denominazione di Origine Controllata.
Tra i premiati delle ultime dieci edizioni, solo Sir Claudio Ranieri (nella prima edizione) ha avuto un legame significativo con la gloriosa storia dell’U.S. Catanzaro. Nessuno meglio di lui poteva rievocare la memoria di Ceravolo, offrendo ai più giovani aneddoti e curiosità su un personaggio unico nel suo genere.
I premiati delle edizioni successive, come Lippi, Capello, Conte, Prandelli, Zanetti, Ancelotti, Spalletti, Mancini, Barzagli e infine De Zerbi (destinatario del premio dell’undicesima edizione il 12 giugno per questa data infatti l’ex tecnico del Brighton sembra aver dato la disponibilità), in molti casi non hanno conosciuto Ceravolo o ne hanno solo un vago ricordo.
Non vogliamo sminuire questi personaggi di grande spessore che hanno fatto la storia del calcio italiano, né sembrare provinciali con una mentalità retrò. È vero che negli anni passati, con le varie gestioni dell’U.S. Catanzaro, siamo stati nell’anonimato, ma questa volta era diverso. Il “Premio Ceravolo” avrebbe dovuto essere legato alla recente storia dell’U.S. Catanzaro, segnata dalla straordinaria promozione in Serie B e dalla semifinale dei playoff per la Serie A.
Ci rivolgiamo direttamente alla famiglia Ceravolo, perché non attribuire il premio al presidente Floriano Noto o al tecnico Vincenzo Vivarini, acclamati da tutta l’Italia calcistica? È stata persa un’occasione, una grande occasione che una semplice targa (qualora sia stata pensata come contentino per Noto o Vivarini oppure l’idea ve la stiamo dando noi adesso) non potrà compensare.
Premiare Floriano Noto o Vincenzo Vivarini in memoria di Nicola Ceravolo sarebbe stata la giusta e naturale conseguenza di un passaggio di testimone tra chi ha fatto la storia e chi la sta riscrivendo, facendo sognare un popolo di tifosi.