Catanzaro eliminato dai play off al termine di una partita dominata dalla Cremonese. La sconfitta, però, non diminuisce il valore di una stagione straordinaria.
FORMAZIONI:
Cremonese (3-5-2): Saro; Antov, Ravanelli (46′ Lochoshvili), Bianchetti; Zanimacchia (71′ Ghiglione), Pickel (61′ Majer), Castagnetti, Buonaiuto (54′ Collocolo), Sernicola; Vázquez (61′ Falletti), Coda. All.: Stroppa.
Catanzaro (4-4-2): Fulignati; Oliveri, Scognamillo, Antonini, Veroli; Sounas (46′ Brignola), Pontisso (46′ Pompetti), Petriccione (83′ Verna), Vandeputte; Biasci (58′ Donnarumma), Iemmello (83′ Stoppa). All.: Vivarini.
Fin dai primissimi minuti, la Cremonese prende possesso della sfida, con pressing alto, calciatori in marcatura pressoché a uomo e chiusura di tutte le linee di passaggio degli ospiti. Il Catanzaro, quindi, soffre molto in sede di primo possesso. La stanchezza derivante dalla terza gara in una settimana toglie anche lucidità. Dopo appena tre minuti, Fulignati si supera su una conclusione dal limite dell’area di Castagnetti, su calcio di punizione, ma nove giri di lancette dopo, il vantaggio dei padroni di casa è lo specchio proprio della fatica, fisica e mentale, che affligge e condiziona le Aquile. A causa di uno sfortunato rimpallo, Iemmello perde la sfera sulla trequarti avversaria. Il pallone stesso giunge sui piedi di Coda, all’altezza della linea mediana. Questi, senza essere contrastato, raggiunge i venti metri e serve Vázquez, cui Matias Antonini si oppone mollemente. Per l’italo-argentino è quindi semplice sistemarsi il pallone sul piede preferito e scagliarlo imparabilmente alle spalle di Andrea Fulignati.
Trovato l’1-0, la squadra ospitante rinserra le sue fila, infoltendo maggiormente la mediana. Coda resta l’unica punta effettiva, con i compagni che si inseriscono a turno. Fra questi Bonaiuto, che al 19’, sorprendendo Scognamillo, corregge in rete un eccellente servizio di Castagnetti. L’azione era nata su ennesima transizione positiva della Cremonese, che con la sua tattica, unita alle richiamate difficoltà del Catanzaro, passa facilmente dalla fase di non possesso a quella diametralmente opposta. Di fatto, dopo meno di venti minuti, la sfida sembra virtualmente conclusa.
Le Aquile accennano una reazione, ma la stessa si esaurisce in una conclusione di Oliveri (23’), che sporca i guantoni di Saro, e in un tentativo di Vandeputte (30’) che, deviato leggermente da un difensore, termina sulla parte alta della traversa e poi in conseguente calcio d’angolo.
Fra i due episodi, un servizio di Zanimacchia (contrastato blandamente da Veroli) per Bonaiuto era stato concluso malamente da quest’ultimo, comunque troppo libero, anche se leggermente defilato, in area di rigore.
Insomma, il Catanzaro non c’è sul prato dello Zini. Mancano le gambe, manca la testa, che la stagione, comunque esaltante, ha fiaccato. E mancano anche possibili sostituti ai titolari, atteso che Mister Vivarini è da tempo costretto a rinunziare agli infortunati Šitum, Ghion, D’Andrea e Ambrosino.
Così, al 34’ Pickel intercetta un altro pallone malamente perduto dagli ospiti e serve Coda, che conclude debolmente. Soprattutto, qualche minuto dopo, Jari Vandeputte si avventura in un insensato tentativo di dribbling sulla trequarti difensiva e perde palla sulla pressione di Antov. Quest’ultimo si trova davanti una prateria, e gli è quindi facile servire Coda che realizza il 3-0. Partita in ghiaccio per la Cremonese.
Alla ripresa delle ostilità dopo l’intervallo, una sostituzione per la Cremonese (Lochoshvili per Ravanelli) e due per le Aquile, con Pompetti e Brignola che prendono il posto, rispettivamente, di Pontisso e Sounas. Il primo riesce a portare un po’ di equilibrio ad un centrocampo che, per tutto il primo tempo, era stato assente o quasi in fase di filtro. Il secondo, con grande voglia, prova a pungere, puntando sempre almeno un avversario. E su un suo cross, da destra, Biasci è anticipato di un soffio.
La Cremonese, forte del triplo vantaggio, mantiene comunque altissime l’attenzione e l’intensità. Il suo allenatore, ad ogni modo, preserva Bonaiuto per l’ormai probabilissima finale e lo sostituisce con Collocolo. Poco dopo anche Majer e Falletti faranno il loro ingresso. Nel Catanzaro, invece, subentra Alfredo Donnarumma per Biasci.
Le Aquile, più per orgoglio che per convinzione, provano a dar fastidio agli avversari, ma al minuto 18 (quindi al 63’) proprio Brignola esagera nelle proteste all’indirizzo del direttore di gara, reo di non avergli concesso un calcio di punizione. Lo stesso arbitro gli sventola il cartellino rosso sotto il naso, e la squadra giallorossa (ieri in maglia azzurra), già sotto di tre reti, resta anche in inferiorità numerica.
Il quarto goal della Cremo è quasi una necessaria conseguenza. Collocolo supera facilmente Veroli a destra e indirizza il pallone sul palo opposto, ove il liberissimo Sernicola non ha difficoltà a trasformare.
Dopo un’ultima occasione al 71’ (colpo di testa di Coda fuori di un soffio), l’undici di casa abbassa l’intensità. Ne approfitta Antonini, che all’80’, sugli sviluppi di un corner, trova il goal della bandiera. Nella situazione, gli interventi difensivi dei difensori grigiorossi sono decisamente approssimativi. Un paio di minuti dopo, una segnatura di Donnarumma, inizialmente concessa, è annullata per fuorigioco dopo intervento del VAR.
Al minuto 90 esatto, senza recupero, il sig. Mariani decreta la fine dell’incontro.
Una partita brutta per il Catanzaro, sovrastato dalla Cremonese in ogni settore del terreno di gioco. Ottime, certamente, le scelte di Stroppa, e in particolare quelle, già rilevate, di aggredire alto la squadra avversaria, e di chiuderle le linee di passaggio, al fine di diminuire (o escludere) le sue capacità nel palleggio e nella costruzione dal basso. Di questa tattica ne hanno risentito soprattutto Petriccione, Sounas e Vandeputte, controllati praticamente a uomo, ma anche Pontisso, per altro incapace, per tutta la prima frazione, di fare adeguato filtro a centrocampo, o lo stesso Iemmello, che in qualche occasione si è generosamente portato fino ai venti/venticinque metri difensivi per provare (con poco successo) a ripulire qualche pallone. Grande sofferenza non solo in mezzo, ma anche sulla corsia sinistra (destra per la Cremonese), ove Veroli, per ottanta minuti, ha sofferto la rapidità di Zanimacchia. Meglio, invece, Oliveri, che sull’out opposto ha sovente limitato Sernicola, provando ogni tanto a spingere. Notevoli difficoltà hanno incontrato pure i centrali, forse sorpresi dal tourbillon offensivo degli avversari: come accennato, Coda è presto diventato l’unica punta effettiva fra i padroni di casa (per altro, con ampie facoltà di svariare), mentre a turno Vázquez, Buonaiuto, ma anche altri, hanno accompagnato l’azione d’attacco.
Agli indubbi meriti della Cremonese, va tuttavia aggiunta la stanchezza fisica e mentale dei ragazzi di Vivarini, già più volte richiamata.
Sia chiaro: la sconfitta, anche se pesante nei numeri, non diminuisce il valore di una stagione che è stata ad un tempo sorprendente ed esaltante. Da un insuccesso in una semifinale play off, occorso un paio d’anni fa, è nato uno dei Catanzaro più belli della storia. Se tutte le componenti (Dirigenza, allenatore, calciatori vecchi e nuovi, tifoseria) agiranno all’unisono, anche il futuro sarà roseo.