Roberts deve rinunciare a Bellemo e decide per un 4-4-2 molto interessante che in fase di costruzione vede i terzini salire alti con Braunoder che parte da destra e si accentra consentendo ai due centrocampisti Strefezza e Abilgaard di aggredire la trequarti avversari. le soluzioni offensive degli ospiti non si dimostrano in grado di scalfire la difesa giallorossa che accusa qualche naturale difficoltà solo sull’aggressione alta. Nel corso della prima frazione di gioco Fulignati sarà impegnato solo in un’unica occasione da una conclusione centrale di Strefezza.
Il Catanzaro macina gioco, attende e riparte, costruisce e verticalizza come di consueto dimostrando sicuramente una crescente maturità nel gioco di squadra ma peccando per qualche defaillance individuale. Diverse infatti le situazioni in cui Petriccione, Verna Biasci Sounas e Veroli perdono il classico tempo di gioco facendosi anticipare oppure rallentando la trasmissione della sfera. Nulla di trascendentale, ma se si vuol migliorare bisogna partire proprio da questi dettagli.
Gli ospiti aggrediscono alto e in un paio di circostanze mettono in imbarazzo la retroguardia avversaria che come al solito si prende rischi talvolta inutili, ma è nel DNA dei giallorossi uscire palla al piede facendo viaggiare la sfera da destra a sinistra. In particolar modo è la catena sinistra a fornire i migliori spunti in chiave offensiva con Vandeputte capace di guadagnare profondità alle spalle di Iovine. Sarà proprio il belga a siglare la rete del vantaggio superando il terzino destro con un tunnel e trovando fortunosamente la deviazione di Goldaniga che spiazza Semper.
L’occasione migliore per il Como nasce dai piedi di Strefezza che imperversa nella trequarti giallorossa con un passo più svelto dei diretto marcatore. Al ventesimo l’apertura per Gabrielloni è millimetrica, la punta lariana crossa di prima intenzione trovando la testa di Cutrone che in tuffo colpisce il palo esterno.
Di occasioni ne crea più il Catanzaro, ma Veroli a due metri dalla porta non ha i riflessi della punta, Biasci da par suo sciupa un contropiede aprendo troppo forte per Iemmello. Pari invece il computo dei gol annullati per offside: uno per Iemmello (fuorigioco di Biasci) e uno per Cutrone.
RIPRESA DA DIMENTICARE
Come già accaduto in altre partite il Catanzaro scnede in campo con un approccio troppo morbido e il Como prima pareggia con Gabrielloni, poi DaCuhna colpisce il palo e nell’azione successiva sigla il sorpasso. Tutto in 5 minuti, dal 61esimo al 66esimo. Ma a dirla tutta i giallorossi si erano fatti mettere sotto fin dalle primissime battute del secondo tempo.
La tanto attesa reazione non c’è stata, per le aquile si registra un tiro cross di Sounas che Semper smanaccia in angolo, una conclusione alta di D’Andrea e un gol annullato ad Antonini in offside. Il pareggio di Antonini sarebbe arrivato allo scadere su traversone di Fulignati, ma sarebbe stato immeritato per quanto visto in campo. Il Como ha dimostrato di ambire e crederci molto più del Catanzaro, risistemandosi in campo e aggredendo l’avversario con maggior incisività. Gli ospiti hanno dunque difeso con ordine senza correre alcun rischio, i padroni di casa hanno giggioneggiato cercando la giocata che non è più arrivata.
Positivo l’ingresso in campo di Pompetti che rileva uno spento Petriccione, meno quello di Ambrosino che non ha inciso. Vista la situazione in campo probabilmente sarebbe stato meglio fare i cambi con qualche minuto d’anticipo, magari a inizio ripresa, ma evidentemente mister Vivarini credeva che i suoi potessero resistere la voglia del Como di riprendere la partita. Propositivo l’ingresso di D’Andrea che tuttavia mette più foga che lucidità nei suoi movimenti. Nei minuti finali Donnarumma rileva Verna per un modulo ultra offensivo che non produce praticamente nulla, eccezion fatta per l’emozione del gol annullato ad Antonini.
C’è da chiedersi perché i giallorossi hanno rinunciato a giocare nella ripresa oppure se non era meglio riorganizzarsi tatticamente prima di cedere di schianto. Abbiamo già detto dell’approccio morbido, ma non può essere una giustificazione. Di certo c’è che Strefezza fra le linee non lo prendeva nessuno, merito della tecnica del centrocampista lariano ma anche demerito di chi avrebbe dovuto seguirlo a uomo impedendogli di girarsi. Al Catanzaro è venuta a mancare la profondità che si è cercata con qualche palla lunga peraltro mal calibrata. Anche nella ripresa la costante del quarto di centrocampo (Braunoder) a tagliare dentro ha fatto saltare la prima azione difensiva costringendo i padroni di casa a concedere l’apertura sulle corsie.
Per il Como è stato pertanto semplice far viaggiare la palla dentro e fuori imbeccando poi le due punte centralmente. Scognamillo e Antonini si sono distinti in fase difensiva, ma hanno anche rimediato il giallo perché non c’era il dovuto filtro sulla seconda linea.
Il Como ha giocato molto sui tagli dei quarti di centrocampo, ne è un esempio DaCunha. A ruolo invertito Vandeputte invece non si è visto dentro al campo se non quando veniva incaricato di battere i corner sul palo opposto alla corsia di sua competenza. Partita poco incisiva anche per Sounas, ma in questo caso gli ordini di scuderia vedono il terzino destro bloccato (Situm) ragion per cui prima di assistere a un cross del croato occorre accerchiare e chiudere l’avversario nella metà campo. Tanti piccoli dettagli che fanno del Catanzaro una bella realtà, ma non ancora pronta al salto di categoria.
La conclusione dell’analisi rispecchia la realtà oggi non siamo pronti per il salto di categoria al cospetto di squadre con budget spropositati.Pero’ qualcosa di diverso bisogna tentare di farlo: l’unico tentativo a mio avviso può essere fatto sulla linea difensiva, soffriamo ai lati e’ più che evidente, gli avversari ormai lo sanno e puntualmente cercano di colpirci con palle sventagliate o a palombella da un lato all’altro appunto, chiudendo poi l’azione spesso centralmente .Accorgimenti che possono anche essere presi anche per uno spezzone di partita quando gli avversari ti mettono pressione, ma bisogna appunto farlo 5/10 minuti prima, quando si capisce che stiamo per subire gol da un momento all’altro.