La grandezza di una società di calcio si misura anche attraverso la sua tifoseria, e se per Inter, Juventus e Milan è garantita un’ampia copertura in termini numerici e a tutte le latitudini e longitudine, altrettanto non lo è per le società di provincia, soprattutto per quelle del Sud Italia. Ma ci sono casi che sono l’eccezione, l’U.S. Catanzaro lo è, città capoluogo della regione Calabria, poco più di 90 mila abitanti, e poco più di 350 mila in tutta la provincia, rappresenta un fenomeno sociale di ampia portata.
Prima società di calcio a portare la Calabria in Serie A, dopo 30 anni di anonimato calcistico rivive una seconda giovinezza e lo si deve alla Holding Noto (ai fratelli Floriano, Desiderio e Gino) che hanno riportato le Aquile ai fasti di un tempo. La media di quasi 10 mila tifosi ad ogni partita casalinga e settore ospiti sempre sold out in ogni trasferta, dal Sud al Nord Italia il Catanzaro può contare su un numero di tifosi da fare invidia a molte società di calcio.
Ma il Catanzaro è amato anche oltre i confini italiani, e lo è anche da personaggi di spessore, come il caso di Carlo Romeo, diplomatico, rivestiva infatti il ruolo di ambasciatore italiano in Macedonia, 54 anni, nato a Vittorio Veneto (Treviso), cresciuto a Bovalino in provincia di Reggio Calabria, una laurea alla Luiss in Scienze Politiche, indirizzo Internazionale-Comunitario, dal 2016 al 2020 ha rivestito il ruolo di Ambasciatore d’Italia nella Macedonia del Nord, evidentemente un segno del destino dati i colori giallo e rosso della bandiera macedone, eh già perché Carlo Romeo ha una grande passione: quella per l’U.S. Catanzaro.
Sui suoi canali social oltre a qualche foto professionale trova sempre spazio l’U.S. Catanzaro, un amore smisurato. Parliamo di “quell’ambasciatore” citato da Piercarlo Presutti, (LEGGI QUI) giornalista e capo della Redazione Sportiva dell’Ansa e conduttore di “Casa Italia”, sui Rai International dove di recente è stato ospite Floriano Noto, presidente dell’U.S. Catanzaro.
In passato abbiamo avuto Carlo Romeo ospite in qualche puntata delle nostre trasmissioni web tv in streaming, oggi ci da il privilegio di averlo ospite su queste colonne.
Allora Carlo, sveliamo il mistero di Presutti, sei tu l’ambasciatore citato nella trasmissione?
“Si – annuisce sorridendo – credo di essere io, Piercarlo che conosco da molti anni, ha voluto aggiungere un po’ di calore e colore alla sua trasmissione, ha approfittato della presenza del presidente Noto, conoscendo la mia fede calcistica, anzi direi smisurata fede da tifoso. Sai, quando parlo di calcio con gli amici, questo succede anche nell’ambito delle gare che disputiamo con la Nazionale dei Diplomatici (di cui è capitano n.d.r.), quando mi chiedono di quale squadra sono tifoso ed io rispondo del Catanzaro, dicono ok, ma in Serie A per chi tifi? Io tifo solo per il Catanzaro e ne vado fiero. A proposito del ruolo di ambasciatore c’è da precisare che rientrato a Roma da Skopie nell’ottobre del 2020, mi occupo alla Farnesina di Diplomazia economica, in particolare di sostegno alle aziende italiane che vogliono internazionalizzarsi per competere sui mercati esteri”.
Tu sei originario di Bovalino, come nasce la tua passione per il Catanzaro?
“Ho i brividi a pensarci, mi riporti in un viaggio a ritroso nel tempo dove risiedono i miei affetti più cari. Mia madre era originaria di Lamezia Terme, e spesso veniva a trovarci uno dei suoi fratelli. Era l’ottobre del 1976 in occasione di una sua visita gli chiesi per chi tifava, lui senza indugi mi rispose il Catanzaro. Ricordo che era domenica e qualche ora più tardi rimasi affascinato dal suo trasporto nel seguire la radiocronaca della partita. Da li decisi che la mia squadra sarebbe stata il Catanzaro e mio zio fu colui che mi portò al “Ceravolo”. Negli anni a venire, prendevo il treno dalla stazione di Bovalino, scendevo a Lamezia Terme dove mi aspettava ed in macchina andavamo allo stadio”
Rapito dai ricordi del passato, è lo stesso Carlo a raccontarci un aneddoto: “Ricordo un altro particolare legato alla mia infanzia legata al Catanzaro, era il 1985 il Catanzaro riconquistò la promozione in serie B (anno 1984-85 allenatore G.B. Fabbri n.dr.) per quell’occasione a Bovalino sventolava una grande bandiera gialorossa, era la mia cucita con passione da mia madre”
Oggi ci sono catanzaresi nella tua famiglia?
“Assolutamente sì, mia moglie Antonella De Furia, catanzarese e tifosa, così come lo sono le mie due figlie Adriana di 11 anni e Ludovica di 9 nate entrambe a Washington Dc, ma sono giallorosse nel DNA”
La tua carriera diplomatica ti porta a vivere all’estero, come lo si vive il Catanzaro in questi contesti?
“Una sofferenza, ci si aiuta con le partite in tv ormai visibili in ogni angolo del mondo, ma vedere i giallorossi dal vivo e tutta un’altra cosa, sia al “Ceravolo” sia in giro per l’Italia in città anche importanti. Anche se quando sei all’estero questa fede per il Catanzaro ti fa capire come questa squadra sia un patrimonio sociale e culturale che ci rende orgogliosi di essere calabresi. Sono tanti i tifosi del Catanzaro all’estero, e facile anche riconoscerli per le strade perché molti indossano la sciarpa del Catanzaro, questo entusiasmo lo si deve al presidente Noto”
Conosci personalmente il presidente?
“Si, ho avuto modo di conoscerlo grazie ad amici comuni, ci siamo conosciuti circa sei anni fa in occasione di una mia venuta in città per una ricorrenza festiva”.
Da chi si occupa di Diplomazia economica e dei rapporti con le imprese pensi che il Catanzaro, inteso come società, sta crescendo?
“Assolutamente si, anche se il calcio è un‘azienda atipica, c’è di mezzo la passione della gente, e quest’ultima non sempre riesce a capire che ormai è diventato indispensabile che passione e sostenibilità economica devono andare di pari passo. Da questo punto di vista il Catanzaro ha messo in campo l’eccellenza massima rappresenta dalla famiglia Noto in ambito imprenditoriale, legata anche alle straordinarie competenze di Diego Foresti nel ruolo di direttore generale. Poi sono riusciti ad amalgamare il tutto con il direttore sportivo Giuseppe Magalini ed un fuoriclasse in panchina che è Vincenzo Vivarini. Ed eccoci qui a questo Catanzaro, che ritengo può ritenersi ampiamente soddisfatto avendo centrato tutti e tre gli obiettivi: quello di conservare la categoria, di creare sinergie di partnership con club importanti e quello di valorizzare i giovani, la cesssione di Katseris è la ciliegina sulla torta”
Giustamente ricordavi gli obiettivi, ma il Catanzaro è andato oltre, lotta per un posto di grande prestigio nei play off. Te lo aspettavi?
“Ad essere sincero no. Temevo l’approccio, l’impatto con la Serie B, ci sono squadre che hanno capitali economici mostruosi per la categoria, potrebbero competere in Serie A senza problemi. Ma il Catanzaro è stato bravo, il lavoro di squadra ha pagato esaltato dalla grande bravura di Vivarini che tenendo fede al suo credo calcistico ha messo in campo una squadra competitiva, che cerca il gioco dando spettacolo senza speculare, e se sta li in alto è perché lo merita”
Ma Carlo ci sorprende, dimostra di essere non solo un tifoso, ma di conoscere bene quella che è la vita del club, perché ci tiene ad aggiungere un passaggio sul settore giovanile…
“Lasciami spendere due parole sul settore giovanile, troppo trascurato negli anni passati, oggi tra le prime espressioni di sviluppo, a quanto leggo, che interessa al presidente Noto. Ha fatto bene a puntare sulla grande esperienza di Massimo Bava, in fatto di giovani un autentico scopritore di talenti, parla a suo favore la lunga esperienza al Torino dove ha ottenuto grandi risultati. Cosi come l’acquisto del Centro Sportivo di Giovino ed uno in cantiere di nuova costruzione rappresentano il fiore all’occhiello di una società che vuole fare le cose per bene, regalandosi un’avvenire importante… E non poteva essere diversamente, con una proprietà importante. Ha strutturato la società come mai prima d’ora nella storia del Catanzaro, attingendo al buon senso e all’equilibrio, oltre alla programmazione che sono doti comuni della famiglia Noto. È tutto troppo bello, mi vengono i brividi a pensare che questo sia il Catanzaro, quella squadra che ho iniziato a tifare 50 anni fa a Bovalino…”
La Nazionale Italiana Diplomatici, il primo a sinistra è Carlo Romeo (capitano)
al torneo di beneficenza “Il match del cuore” a favore dell’associazione “Il mondo di Lalla”, insieme a Nazionale Calcio Attori 1971, Nazionale italiana calcio olimpionici e Fiamme Gialle GdF