“Un saluto a tutta Catanzaro! Ci vediamo presto spero. Il capitano. Luca Martinelli”. Nell’ultimo messaggio, al termine di una piacevolissima intervista, decide di chiuderla così, con quel “il capitano” che la dice tutta su quello che lui ancora si sente, su quello che veramente è per tutti i tifosi giallorossi. Non un capitano, ma “il” capitano, quello del Catanzaro dei record, di una delle squadre più belle di sempre sui tre colli, di sicuro la migliore di tutta la storia della serie C. Categoria che il Catanzaro abbandona esattamente un anno fa, stabilendo un altro primato: vincere un campionato in inverno. Qualche mese e due coppe al cielo alzate dopo, Luca Martinelli lascia fisicamente il Catanzaro e la città, destinazione Cerignola, ma un pezzo di cuore è ancora sui tre colli. E batte ancora più forte 365 giorni dopo l’indimenticabile domenica di Salerno. “Ad un anno di distanza dico che è sempre Bello (B maiuscola non a caso, ndr) rivivere dentro di me tutte le emozioni belle vissute, e le immagini di Salerno fanno da cornice a quel senso di gioia e liberazione per aver raggiunto un traguardo desiderato a tutti i costi”.
Un traguardo raggiunto, una missione portata a termine con la fascia al braccio, aspetto che “dopo quattro anni molto intensi, ha fatto sì che vivessi queste emozioni in maniera ancora più viscerale”. Già perché Luca, insieme a pochi altri compagni ma forse più di altri data anche l’“anzianità”, da tempo inseguiva quel sogno, da tempo voleva far finire l’incubo. Ha aspettato tanto è vero ma alla fine ce l’ha fatta lasciando il segno nella leggenda: “entrare nella storia del Catanzaro è motivo di orgoglio perché mi sono sentito parte integrante non solo di una squadra e di una società ma di una città.
Foto: US Catanzaro 1929
Non so quando mi sono reso conto di essere entrato nella storia, credo che l’ho iniziato a realizzare dopo la notizia del mio trasferimento, con i messaggi di gratitudine e affetto ricevuti che mi hanno commosso. Ma tutt’oggi non credo di aver realizzato del tutto…”. Specie se poi se pensa che da capitano, l’impresa lo fa avvicinare a miti come Ranieri e Banelli, stelle che nel firmamento giallorosso fanno di certo spazio all’astro di Martinelli: “non mi sono mai piaciuti i paragoni, a maggior ragione con grandi icone, ma posso dire che sono fiero di aver scritto anche io, insieme a tutto il gruppo di lavoro, una bellissima pagina di storia del calcio catanzarese”. Una storia…indimenticabile, come da titolo della webserie su quella bellissima cavalcata che ha riportato le Aquile in cadetteria. Li dove ora manca lui, a causa di “una scelta difficile da prendere ma che è stata la scelta più giusta”. Senza rancori, senza rimpianti, anche se “certo, forse mi sarebbe piaciuto godermi i frutti della promozione e oggi quando seguo sempre risultati, leggo la cronaca e quando riesco a vedere le partite del Catanzaro mi sento ancora coinvolto”.
D’altronde quattro anni e la stagione della promozione sono emozioni troppe intense da dimenticare, anche perché non c’è stato solo il calcio. “A Catanzaro ho tante persone a me care che mi hanno accompagnato in questi anni che, nonostante non le senta spesso, porto dentro di me e mi farebbe piacere rivedere non appena ci sarà occasione”. Si perché Luca ancora non ha avuto modo di venire al “Ceravolo” a vedere dal vivo il suo Catanzaro – “voglio venire a godermi lo spettacolo dal vivo” – eppure conosce bene la squadra, ne riconosce pregi e difetti, del team tutto e dei singoli. “Ero certo che la squadra avrebbe fatto bene anche quest’anno e vedere per buona parte di stagione giocare dieci undicesimi dello scorso anno, avvalora ancor di più la qualità del gioco e della rosa frutto del lavoro degli ultimi anni”.
Una rosa di cui fa parte l’amico Stefano Scognamillo: “Con Stefano abbiamo sempre avuto un rapporto speciale, fin dal giorno del suo arrivo. Abbiamo condiviso tanti momenti importanti sia di calcio che di vita. È come un fratello minore e ogni tanto gli ricordo che il merito del giocatore che è oggi, è mio”. Seppure ancora in questa stagione non abbia trovato il gol: “Ha già vissuto un sogno con quel tiro a giro lo scorso anno, ma ora lo riconosco. È meglio che pensi a difendere quest’anno”. Scogna difende e Iemmello attacca, e segna.
Ma soprattutto ricopre il ruolo che era di Martinelli, il capitano. Ed allora non si può non metterli a confronto: “Pietro è figlio di sangue della città, io sono stato “adottato” ma credo la cosa che ciò che ci accomuna sia il volere il meglio per il Catanzaro e Catanzaro”. E Pietro, sotto questo punto di vista sta seguendo le orme di Martinelli, grazie anche a una squadra che ha i playoff in cassaforte. E questo “è un traguardo meritato e da non sottovalutare. Ora bisogna confermarsi e soprattutto divertirsi. E questa squadra quando si diverte rende tutto più facile e bello. Poi chissà…”.
Già, chissà cosa riserva il futuro al Catanzaro e a Martinelli, ben felice della nuova esperienza a Cerignola dove “sto riscontrando parecchie analogie con il mio primo anno a Catanzaro. E quindi mi auguro che sia di buon auspicio…”.
Foto: Audace Cerignola
Il futuro è un’incognita, il presente una solida certezza, ma oggi, a un anno esatto dalla gara con la Gelbison, dai diecimila dell’“Arechi” è il passato che torna. La mente va al campo, ai gol di Iemmello e Brignola, e poi arriva in sala stampa e alle parole, commoventi, dell’Uomo (U maiuscola non a caso) Luca Martinelli: “quelle parole hanno racchiuso ciò che ho provato nel vedere tutta la felicità negli occhi di ogni singolo catanzarese. La più grande vittoria è stata sicuramente questa. Il pensiero rivolto ai bambini poi è stato dettato dal fatto che loro sono il futuro e quando mi sono reso conto che per loro gli idoli, non erano i grandi campioni delle big di serie A, ma eravamo noi giocatori, i giocatori della loro città, l’orgoglio e la felicità mi hanno commosso e mi riempiono il cuore tutt’oggi. Momenti indeleB…ili”. Con la B maiuscola, non a caso. Una lettera grande sintesi di una grande storia raccontata da un grande uomo e da un grande calciatore: Il capitano. Luca Martinelli.