25° derby di campionato (sul campo dei lupi) quello tra Cosenza – Catanzaro che andrà in scena domenica 3 marzo alle ore 16:15. Tutto esaurito il “San Vito Marulla”, ottima cornice di pubblico con 17.000 tagliandi venduti compresi gli 800 riservati ai tifosi del Catanzaro per i quali ancora non è partita la prevendita.
E’ un Catanzaro che scoppia di salute quello che si presenterà a Cosenza, uno stato di forma eccellente sostenuto dall’alto dei 45 punti in classifica che valgono la sesta posizione e con un organico, ad eccezione di Ghion, al gran completo.
Sulla sponda Cosenza l’umore è molto diverso da quello che si respira nel Capoluogo di Regione, c’è una squadra che in campionato non è mai riuscita a trovare una continuità né di gioco né nei risultati, e a non far precipitare l’umore è arrivato l’ottimo pareggio sul campo del Parma capolista che va ad attenuare la sconfitta casalinga contro la Sampdoria che ha rovinato la festa dei 110 anni, una festa che partì nel lontano 14 febbraio del 1914 quando a tenere a battesimo l’esordio della prima gara dei silani fu proprio il Catanzaro che si impose per 2-0.
33 i punti del Cosenza, ben 12 in meno rispetto al Catanzaro lanciatissimo in zona play off, posizione che è andata al di la delle aspettative, si era partiti con l’obiettivo di una salvezza tranquilla e le Aquile si ritrovano a lottare per qualcosa di grande. Ma ciò non deve essere interpretato come un caso, ma è frutto di un lavoro partito da molto lontano, ovvero dal dicembre del 2021 quando sulla panchina giallorossa arrivò Vincenzo Vivarini. In questo tempo il Catanzaro è riuscito a darsi una identità, tecnica e societaria puntando anche sulle eccellenti competenze di Diego Foresti nei panni di direttore generale e di Giuseppe Magalini nelle vesti di direttore sportivo. E in questa organizzazione va sottolineata la bravura del presidente Floriano Noto, nel ricercare i risultati attraverso una organizzazione programmatica.
Discorso completamente opposto in casa Cosenza, nello stesso arco temporale, è riuscita per 3 volte, e per il rotto della cuffia ad evitare la retrocessione in Serie C. Nella stagione 2020-21 retrocede e viene ripescata, nel campionato 2021-2022 e 2022-2023 si salva alla lotteria di play out rispettivamente contro Vicenza e Brescia. Ben 7 cambi di allenatori (contando le due volte di Occhiuzzi) e 3 direttori sportivi Trinchera, Goretti e Gemmi in ordine cronologico. Un presidente Eugenio Guarascio sempre sotto contestazione ma che non ha mai perso il buon umore dichiarando, recentemente e pubblicamente che vorrebbe portare il Cosenza in Serie A.
Il calcio delle parole e dell’improvvisazione andava bene 20 anni fa, oggi conta avere disponibilità economiche che vanno però supportate da un progetto serio, onesto e che non sia di ostaggio agli umori della piazza. E forse sta proprio qui la differenza che oggi si riflette su questo derby, da un lato un presidente come Floriano Noto, che si fa scudo di una programmazione, dall’altro lato il presidente Eugenio Guarascio, che, non c’è ne voglia a male, dà l’impressione di essere tutto chiacchiere e distintivo. Lo dimostra la classifica del Cosenza sospeso a metà tra la zona play off e quella play out, e Guarascio si ritrova in quella metafora dell’insostenibile leggerezza dell’essere, di chi si ritrova a fare, di un carico così pesante, un peso leggero che ha portato la tifoseria cosentina ad essere intollerante nei suoi confronti.
Questo derby riflette perfettamente quanto abbiamo appena detto, due squadre che vivono due stati d’animo diversi. Il Catanzaro avrà il vantaggio di giocarselo senza assilli, una sconfitta in casa giallorossa non avrebbe conseguenze, al contrario in casa rossoblù, una sconfitta potrebbe risucchiare il Cosenza in piena zona retrocessione con tutte le conseguenze di un caso che riporterebbe la piazza sull’orlo di una crisi di nervi.