COME GIOCA IL BARI DI IACHINI: ANALISI TATTICA
Un campionato non all’altezza delle aspettative ha indotto la società a cambiare nuovamente allenatore. Dopo l’esonero di Mignani e Marino sulla panchina del Bari è arrivato Giuseppe Iachini che nelle prime due uscite, contro le ultime della classe, ha raccolto altrettante vittorie. Tuttavia l’ultimo impegno, il primo lontano da casa, è terminato con la sconfitta contro il Sudtirol. Sconfitta che ha messo ancora una volta a nudo le difficoltà dell’organico barese in una stagione tribolata.
Beppe Iachini per il momento non ha stravolto nulla, ma solo cercato di dare nuova linfa vitale a un organico che fatica molto negli ultimi sedici metri e accusa qualche amnesia di troppo in fase difensiva. Non è però escluso che a distanza di tre settimane il Bari possa essere schierato con un più equilibrato 3-5-2 (modulo molto caro al mister) togliendo un esterno d’attacco per dare a Sibilli un ruolo più da seconda punta e rinforzando la mediana con un laterale a tutta fascia ed un altro con compiti più prettamente difensivi. A ben guardare l’organico di mister Iachini potrebbe essere molto speculare a quello di Vivarini. Chissà che Iachini non decida di giocarsela a specchio.
SDG 4-3-3
FDP 4-1-3-2
FDNP 4-1-2-3
In entrambi le fasi di gioco il Bari sfrutta il mediano basso davanti la difesa. Nella fase di non possesso la linea del centrocampo è scaglionata con Benali vertice basso a coprire sulla seconda punta che si muove fra le linee, mentre nella fase di possesso si propone per ricevere il primo passaggio dalla linea di difesa anche se il Bari predilige la costruzione sugli esterni dove infatti si gioca dritto per dritto innescando il dialogo fra i terzini e le punte che si allargano.
PRIMA AZIONE DIFENSIVA
La prima azione difensiva vede le tre punte in linea a coprire le linee di passaggio con la mezzala Edjouma pronto ad intervenire su una delle fonti di gioco centrali. I due terzini (Guibre e Dorval) sono soliti uscire molto alti sulle ali avversarie, sia che vengano dentro al campo per giocare incontro e sia che restino in posizione più larga e di attesa.
Questo aspetto dei due terzini che seguono le ali rompendo la linea di difesa è un’impostazione molto rischiosa che lascia diversi metri di campo su entrambe le corsie esterne. In tal caso, se l’avversario riesce a superare le due linee di pressione sono chiaramente le mezzali a scalare in copertura alle spalle dei terzini. Il lato meno esposto è quello destro dove l’esplosività di Dorval consente di recuperare rapidamente la posizione, mentre Guiebre a sinistra è più abile nella conquista della profondità sul lungo.
LATERALITA’ OFFENSIVA
Sulla lateralità offensiva ritorna la giocata verticale per la punta che si allarga e attende l’inserimento della mezzala o dello stesso terzino. In questo caso Guiebre, dotato di buona gamba sul lungo, è il giocatore che vedremo attaccare la profondità sulla corsia sinistra.
I meccanismi non sono del tutto ben collaudati, di rado si vede la sovrapposizione del terzino e ancora meno la punta accentrarsi per tentare il traversone o il tiro a giro. La trasmissione è orientata a cercare il taglio in area sfruttando il movimenti fra le linee del trequartista o l’inserimento della mezzala.
COSTRUZIONE DAL BASSO
La costruzione dal basso è volta a cercare la profondità sulle corsie laterali, giocando dritto per dritto. Il tema di propone su entrambe le corsie dove i terzini cercano di imbeccare le punte che si allargano per giocare quanto più possibile in ampiezza in attesa di scaricare sul trequartista o sulla mezzala che viene incontro.
Caratteristico è il movimento di Dorval, dotato di esplosività nello scatto breve, che tende ad accelerare la giocata superando il diretto marcatore per poi giocare lungo in favore della punta. La linea difensiva mantiene le posizioni molto larghe.