L’U.S. Catanzaro deve la sua grandezza ad un umile uomo, l’avvocato Nicola Ceravolo, grande conoscitore di calcio, ed oltre 50 anni spesi al servizio del sodalizio giallorosso.
50 anni nei quali ha maturato una grandissima esperienza partendo dalla gavetta dirigenziale fino ad arrivare alla massima investitura del club. Avvocato, premuroso padre di famiglia, ed un grande, anzi grandissimo presidente. Di un calcio eroico fatto di uomini come Ceravolo a Catanzaro, di Anconetani del Pisa, di Rozzi dell’Ascoli o di Sibilia dell’Avellino. Tutta gente sanguigna, anima e cuore, in cui i contratti venivano siglati sui tovaglioli di un ristorante e poi rivenduti 5 minuti dopo in treno. In questo Ceravolo era un maestro!
Un calcio di altri tempi, che però quelli della mia generazione ricordando con fascino immutato avendo anche provato a vivere i momenti più esaltanti della storia dell’U.S. Catanzaro.
Ma i tempi sono cambiati, e uomini come Ceravolo, Anconetani, Rozzi e Sibilia farebbero fatica a sopravvivere in questo calcio. E farebbero fatica dal punto di vista economico, malgrado le loro grandi capacità manageriali non avrebbero quelle risorse economiche necessarie per il calcio che oggi conosciamo.
Eppure qualcosa di loro continua a sopravvivere, forse perché avevano già capito quale strada avrebbe preso il calcio, a sopravvivere e la loro saggezza, ovvero quella capacità di valutare in modo corretto ed equilibrato, quel modo prudente di chi sapeva riconoscere, alla luce della ragione e dell’esperienza, i passi da compiere.
Ed oggi più che mai, alla luce di quelli che sono i recenti risultati del Catanzaro e degli umori che si respirano, mi torna in mente una frase assai cara del nostro amato presidente Ceravolo: “Da una crisi tecnica si esce da una societaria no”.
Il motto di Don Nicola era molto semplice: “Piano nei giudizi che a sfasciare tutto si fa presto”. Quell’equilibrio che oggi sta mancando al Catanzaro, dove squadra e società hanno fatto l’esordio in un campionato che per quasi la totalità dei componenti è un debutto assoluto. Con una differenza sostanziale rispetto al passato, che, se una volta a guidare le società cerano quelli di un calcio eroico ma anche avventurieri e truffatori di ogni genere, e il calcio si faceva con due spicci, oggi ci sono multinazionali e imprenditori di grosso calibro e tra questi ultimi va annoverata anche la proprietà della famiglia Noto dell’U.S. Catanzaro ed oggi, rispetto al passato, il calcio si fa con i soldi veri.
7 Sconfitte nelle ultime 11 gare sono un segnale d’allarme, soprattutto al cospetto di sconfitte come quella di Ascoli, Reggio Emilia per finire all’ultima di Piacenza contro la Feralpisalò, dove è andato di scena il Catanzaro più brutto della gestione Vivarini. Cosa succede? Succede che un calo può anche essere fisiologico, e dopo essere partiti a razzo nelle prime dieci giornate emergono evidentemente anche limiti strutturali della rosa che di certo non è stata fatta al risparmio (né da nababbi) basti pensare che Pompetti è stato acquistato dall’Inter per mezzo milione di euro. Si è anche tenuto conto di quelli che erano gli equilibri di spogliatoio, il tutto incastonato nelle norme delle rosa degli Over e degli Under che sono obbligatori.
Partiamo però da un dato di fatto, la squadra che la scorsa stagione ha vinto il campionato a suon di record era stata accreditata e non solo dai tifosi o dalla stampa locale, ma anche a livello nazionale, come una squadra già strutturata ad affrontare anche un campionato di Serie B, al quale sarebbero bastati 3 o 4 ritocchi per renderla omogenea alla cadetteria. E’ così è stato, il Catanzaro che scende in campo oggi ricalca per dieci undicesimi la squadra della scorsa stagione.
Il mercato estivo, facendo i conti con le norme sulla lista e degli obblighi degli under ha portato sui tre colli: Krajnc che prima di approdare a Catanzaro ha indossato per 70 volte la maglia del Frosinone (tra Serie A e Serie B), 24 presenze con quella del Fortuna Dusseldorf e 42 con l’Hannover tutte in Bundesliga 2, insomma di certo non si è trattato dell’ultimo arrivato.
Spostiamoci al centro della difesa e troviamo il difensore centrale Krastev per lui un curriculum nelle giovanili della Fiorentina e la convocazione con esordio nella nazionale maggiore della Bulgaria, e sempre restando in tema di nazionali troviamo D’Andrea e Ambrosino con la maglia dell’Italia.
Ritornando nel reparto difensivo troviamo Veroli che da fonti sarde il Cagliari per prelevarlo dalla primavera del Pescara ha dovuto sborsare 700 mila euro e come recentemente dichiarato da Vivarini per quanto sia giovane è già un calciatore con prospettiva da Serie A.
Che dire poi di Donnarumma?! Osannato a furor di popolo! (figuriamoci se non sarebbe venuto…) per continuare con Pompetti prelevato per mezzo milione di euro dall’Inter per chiudere con Miranda arrivato in prestito dal Sassuolo.
Davvero si può ritenere che il calciomercato estivo sia stato deludente? Davvero il Ds Magalini che può farci scuola e dopo scuola (Katseris docet!) è diventato incompetente?
Come diceva il presidentissimo Ceravolo, “da una crisi tecnica si esce” perché il malessere che ora attanaglia Vivarini e i suoi ragazzi, fino a 6 mesi fa elogiati a furor di popolo, è per fortuna di solo natura tecnica e siamo sicuri che ne verranno fuori con l’aiuto di tutta la società ma anche di tutto l’ambiente.
Ricordate quando a Catanzaro arrivò Nocerino? Etichettato come un bidone e mandato via a furor di popolo una volta lontano da Catanzaro arrivò ad indossare la maglia della nazionale!!!
Nel calcio si sa, contano i risultati, e se è pur vero che il Catanzaro nelle ultime 11 gare ha rimediato 7 sconfitte è altrettanto vero che, malgrado ciò, si trova in settima posizione e a sole 6 lunghezze dal secondo posto occupato dal Como.
Certo, perdere contro Ascoli, Reggiana e Feralpisalò per il modo come abbiamo perso, lascia tanta delusione, ma è pur vero, che a questi ragazzi bisogna concedere fiducia perché l’obiettivo del Catanzaro, ampiamente dichiarato è una salvezza tranquilla, e su quella strada bisogna proseguire all’unisono. Prima la raggiungiamo e prima ci divertiremo… ricordandoci sempre le parole di Ceravolo…