Il Catanzaro gioca, diverte e…vince, ma quello a cui stiamo assistendo nelle ultime gare spalanca le porte a nuove riflessioni, difficilmente prevedibili fino a qualche settimana fa.
Il dato “universalmente” riconosciuto al Catanzaro di mister Vivarini contempla la filosofia tattica del possesso palla, il cui obbiettivo non si esaurisce soltanto nella sua forma estetica, ma – al contrario – diventa sinonimo di estrema efficacia realizzativa.
L’integralismo del tecnico abruzzese lo abbiamo esplorato nella precedente stagione, con gli uomini in casacca giallorossa che non hanno mai deformato la loro impronta di gioco, neanche a risultato largamente acquisito.
Probabilmente, come già dichiarato dal tecnico di Ari, la possibilità di attuare una simile scelta dimorava nella schiacciante superiorità dell’undici giallorosso nei confronti degli avversari, incapaci tecnicamente di contrastare le trame di gioco del Catanzaro e imporre le loro caratteristiche.
Ad inizio di questo campionato – prevedibilmente – la caratura dei nuovi avversari aveva insinuato non pochi dubbi riguardo alla possibilità di mantenere la medesima logica dell’anno precedente, così come in effetti è accaduto in qualche partita, dove l’estenuante possesso palla dei giallorossi sembrava non produrre più la sua efficacia, perdendosi quasi in un gioco fine a se stesso.
Ed è qui che le capacità di mister Vivarini fanno spazio a nuove intuizioni, nuove idee, nuovi esperimenti. Il Catanzaro si trasforma, subisce con il tempo una graduale ed intelligente metamorfosi attuata dallo stesso tecnico, volta ad un adattamento repentino alla categoria e agli avversari.
Il marchio di fabbrica rimane lo stesso, ma il Catanzaro inizia a sperimentare nuovi modi di stare in campo, di approcciarsi e adattarsi alle esigenze imposte dalle singole partite. La grandezza camaleontica di Vivarini risiede nell’umiltà di discostarsi dal suo integralismo e trasmettere una comprensione di gioco diversa da quella finora applicata. La prova più evidente è data nel derby, dove il Catanzaro rinuncia al possesso palla e concede l’iniziativa agli avversari, dimostrando – di contro – una grande solidità dei reparti e pungendo al momento giusto. Diversamente da quanto visto contro il Palermo, dove il Catanzaro è sceso per fare il Catanzaro, ma esibendo una grande prova difensiva e di sofferenza. Stesso discorso contro il Pisa, avversario ostico e determinato, contro cui i giallorossi hanno indossato il doppio abito portando a casa l’intera posta in palio.
Insomma, un Catanzaro rigenerato e poliedrico, capace di adattarsi alle circostanze del campionato dando prova di un processo di maturazione che nessuno si aspettava accadesse così velocemente.
Sornione e opportunista, la nuova versione del Catanzaro 2.0 porta la firma di Vincenzo Vivarini.
questa è una squadra solida fatta di uomini veri che hanno capito che facendo squadra si può arrivare lontano