Lo sfortunato spareggio con il Cagliari e la cessione di Cheddira non hanno scalfito le ambizioni di promozione del Bari che ha aggiunto preziosi tasselli al proprio mosaico. L’attacco è il reparto maggiormente rivoluzionato rispetto alla passata stagione con l’arrivo di Aramu Diaw e Menez su tutti, senza dimenticare la giovanissima prima punta Nesti scuola Milan.
Il sistema di gioco è un 4-3-3 con possibili variazioni dell’assetto offensivo date dalla presenza di giocatori schierati fra le linee. Chiaramente si lavora tanto sulle corsie laterali con le sgroppate dei terzini, entrambi col piede di fascia, propensi alla sovrapposizione con gli esterni d’attacco.
I movimenti del reparto offensivo in zona rifinitura, in talune situazioni di gioco anche la sottofase di sviluppo, sono dettati dal piede dei loro interpreti che al momento fanno a meno di Aramu (mancino) non al top. Mignani si è affidato a Morachioli e Sibilli, i due esterni d’attacco sono entrambi destrorsi e questo porta uno sviluppo della manovra maggiormente elaborato e ricercato sulla corsia sinistra. Su quella destra si tende a velocizzare la giocata con la corsa di Dorval e la sua capacità di mettere la palla in mezzo con entrambi i piedi.
Fra i principi di gioco del Bari di Mignani c’è sicuramente quello di interpretare il ruolo in entrambi le fasi cercando la posizione ideale in campo. È un calcio guardingo che non rinuncia a essere propositivo. La forza del Bari è data dalla capacità di posizionarsi aprendo lo spazio per la giocata in fase di possesso oppure chiudendo i corridoi verticali in fase di non possesso. Concede spazio per giocare e automaticamente si ritaglia spazi e tempi di gioco. La linea difensiva resta bassa con Maiello a far da scudo, il mediano avrebbe anche i tempi di gioco per un’azione più offensiva ma la sua posizione bassa porta la squadra a subire pochi goal. Il rovescio della medaglia è che il Bari segna anche poco.
LA COSTRUZIONE
Generalmente la costruzione è dal basso con i due difensori centrali in linea e Maiello che detta il primo passaggio. Una delle soluzioni più gettonate vede il mediano decentrarsi sulla corsia sinistra con Ricci alle sue spalle che guadagna metri di campo e Dorval che resta in posizione attendista.
In foto 1 vediamo una costruzione sulla corsia sinistra. Il terzino (Ricci) sale mentre la mezzala e l’esterno di corsia si abbassano per giocare incontro, l’altra mezzala (Maita) viene in zona palla e l’altro esterno (Sibilli) si muove orizzontalmente dal lato opposto. Si stanno creando le condizioni per la sovrapposizione del terzino o il taglio in area di Sibilli.
Quando la costruzione su una corsia non ha luce davanti la mezzala chiusa dall’avversario si muove incontro e viene a prendersi palla in posizione bassa per poi aprire il gioco sul lato debole (foto 2).
In foto 2 Acampora risolve la pressione avversaria liberandosi della marcatura e venendo a prendersi palla molto basso. A quel punto l’apertura a destra (lato debole dell’avversario) è per l’esterno Sibilli, mentre Dorval legge la situazione e scatta in avanti.
Anche Morachioli (esterno d’attacco) è uno che spesso scende a prendersi palla per poi sviluppare gioco ed è quello che vediamo in foto 3. Lo snapshot mostra la palla nei piedi del terzino Ricci, ma il passaggio è stato dettato da Morachioli che era tornato dietro a prender palla.
Questa è una delle situazioni in cui il Bari ancora manifesta qualche lacuna nei meccanismi perché il movimento di Morachioli non è adeguatamente accompagnato da Maiello, che resta molto arretrato nonostante l’avversario si trovi con tutti gli effettivi nella propria metà campo, e soprattutto da Dorval che non ha ancora scalato di posizione.