Analisi tecnico/ tattica
Le aquile rischiano di andare sotto poi annichiliscono l’avversario davanti a oltre 12000 spettatori.
FORMAZIONI
Catanzaro 4-4-2: Fulignati, Krajnc Scognamillo Brighenti Situm, Vandeputte Pontisso Ghion Sounas, Biasci Iemmello. All. Vivarini
Spezia 4-3-3: Dragowksi, Bastoni Nikolaou Muhl Amian, Bandinelli Esposito Kouda, Antonucci Moro Cassata. All. Alvini
IL PRIMO TEMPO NON DECOLLA
La prima notizia è che lo Spezia nei primi 45 minuti è riuscito a impedire al Catanzaro di tirare in porta, mentre Fulignati si è prodigato parando il rigore a Moro e allo scadere respingendo un’insidiosa conclusione di Antonucci. La seconda notizia è che la partita è rimasta bloccata nel gioco.
Con un intenso e asfissiante pressing a tutto campo gli uomini di Alvini sono riusciti a soffocare la costruzione e lo sviluppo del gioco avversario mantenendo un assetto difensivo più alto. Di contro il Catanzaro si è trovato in grosse difficoltà nella cosa che sa fare meglio e cioè giocare palla a terra.
In diversi frangenti del match non si è riusciti a fare tre passaggi consecutivi puliti perché da un lato o dall’altro c’è sempre stata molta aggressione uomo su uomo e questo di fatto ha impedito al gioco di decollare.
A dare un po’ di vitalità al match ci ha pensato l’arbitro concedendo un rigore quanto meno generoso. Fulignati ha ipnotizzato Moro respingendo la palla per la gioia del pubblico.
LE OCCASIONI DELLO SPEZIA
Il risultato finale non deve trarre in inganno perché è maturato in pochi minuti tagliando le gambe a un avversario che fino a quel momento aveva avuto tre chances davvero importanti. Il rigore di Moro, la conclusione da dentro l’area di Antonucci al termine del primo tempo e infine l’occasione divorata ancora da Moro che non è riuscito ad arpionare la sfera quando era a tu per tu con il portiere.
Ciò che lo Spezia ha saputo fare di buono lo ha fatto nel primo tempo chiudendo gli spazi dietro e verticalizzando la giocata con maggiori risultati di quanto invece non abbiano fatto i giallorossi. La ripresa è iniziata in modo diametralmente opposto, con il Catanzaro che a favore di vento ha trovato la giocata che non ti aspetti… o, se vogliamo, quella giocata che è nelle corde di questo gruppo.
NON E’ SOLO GRINTA
E ci ha pensato Scognamillo con la sua determinazione, ciò per cui lo conosciamo. E te lo trovi lì nella trequarti mentre la squadra è schierata con due linee dietro la palla a mordere le caviglie, resistere a due avversari e poi passarla a Iemmello.
L’azione si sviluppa con un sottofondo in crescendo perché il pubblico intuisce quello che sta per accadere. Lo sanno pure gli avversari ma non c’è modo di fare ostruzione oppure falli tattici, Pietro tiene a bada Esposito si gira e trova Biasci che punta subito Muhl.
Intanto Vandeputte taglia come un treno portando via l’uomo. La rasoiata finale non è nemmeno fra le più semplici, sul palo del portiere, in un angolo strettissimo e a una velocità pazzesca. Questo è il Catanzaro: la grinta, la tecnica, il senso della posizione, la scioltezza dei movimenti e la consapevolezza che comunque vada il gruppo è coeso, unito. C’è fiducia e rispetto reciproci. C’è che il Catanzaro ha approcciato al campionato con la mentalità di chi non deve dimostrare nulla. Eppure dopo 3 giornate è già un’osservata speciale.
Tutto ciò che avrebbe, e gli auguriamo riuscirà, voluto Alvini dai suoi. Lo Spezia ha accusato fortemente l’uno due di inizio ripresa. Proprio il capitano Nikolaou (autore della sfortunata autorete) ha cercato di dare una scossa d’orgoglio a risultato ormai acquisito perché voleva dai suoi che restassero in campo con la testa.
L’arrendevolezza degli uomini di Alvini è stata direttamente proporzionale alla capacità del Catanzaro di tamponare Antonucci e togliere linee di passaggio ad Esposito. Se alle occasioni sciupate sommiamo i due gol del Catanzaro, per lo Spezia è stato blackout.
PEZZI FORTI
Una delle maggiori preoccupazioni di Alvini era quella di tamponare Vandeputte sulla corsia dove Amian ama staccarsi in proiezione offensiva. Missione compiuta… solo per metà gara e al netto di due cartellini gialli. Il belga di Catanzaro è stato uno dei protagonisti del match, soprattutto nel corso della ripresa quando ha giganteggiato sulla corsia provando anche la conclusione a giro.
Che il Catanzaro abbia un’arma in più a sinistra è cosa nota, che in difesa ci sia tanta sicurezza è positivo, ma che a centrocampo Pontisso esordisca come un calciatore navigato con Ghion che si conferma tassello fondamentale e un Pompetti che fa una cosa semplice semplice come prova la botta dalla distanza e in favore di vento. Applausi per tutti.
In un centrocampo così, con Vandeputte a sinistra e Sounas a destra (posizione non del tutto nuova, ma compito svolto egregiamente) si può far bene. Ne sa qualcosa Biasci che dopo la prima uscita un po’ opaca ha iniziato a macinare gol e diventare un punto fermo dell’attacco giallorosso.
Foto: US Catanzaro 1929