Analisi tecnico/ tattica
Primi tre punti per i giallorossi di Vivarini che saggiano le difficoltà della nuova categoria.
Catanzaro e Ternana si affrontano alla seconda di campionato con alcuni meccanismi da collaudare per i giallorossi e un’identità ancora non ben definita per i rossoverdi. Al vantaggio dei padroni di casa risponde una determinata Ternana che acciuffa il pari e sembra addirittura poter ribaltare il risultato.
Nella ripresa il Catanzaro si fa più sornione e prova a giocare qualche palla lunga, poi Vandeputte realizza il penalty decisivo procurato da un D’Andrea su di giri. Vittoria che ci sta per le aquile, ma serve maggior determinazione. La Ternana esce a testa alta consapevole di un percorso tutto in salita.
FORMAZIONI
Catanzaro 4-4-2: Fulignati, Veroli Scognamillo Brighenti Situm, Vandeputte Verna Ghion Oliveri, Biasci Iemmello. All. Vivarini
Ternana 3-5-2: Iannarilli, Celli Mantovani Sorensen, Corrado Pyyhtia Lobojko Luperini Diakitè, Falletti Raimondo. All. Lucarelli
CON PERSONALITA’
Il Catanzaro gioca con personalità muovendo la palla a terra anche davanti a un avversario che cerca di chiudere le fonti di gioco sul primo passaggio portando spesso Ghion a girare più basso in soccorso di Verna. Questo rende più laboriosa la costruzione dal basso dei giallorossi che partono comunque molto forte nei minuti iniziali e si portano in vantaggio con Biasci che ribadisce in rete la respinta corta di Iannarilli sul colpo di testa di Iemmello.
Il gol di Biasci nasce da una rimessa laterale battuta celermente che vede Oliveri, autore di una gran bella prestazione, involarsi sulla corsia destra. Il terzino giallorosso cerca e trova Iemmello sul palo lontano calibrando un cross molto preciso.
La Ternana viene da un periodo travagliato che ha rimesso in discussione il progetto tecnico costringendo Lucarelli a stravolgere l’assetto dello scorso anno. Falletti è il cuore e l’anima delle fere che scendono in campo con due indicazioni ben precise: mantenere un assetto equilibrato e verticalizzare la giocata.
La reazione allo svantaggio sale di intensità finché a ridosso dello scadere del primo tempo Raimondo infila Fulignati sul palo più lontano incrociando l’assist di Mantovan. Un’azione che sorprende la linea di difesa giallorossa per la semplicità con cui un centrale di difesa ha avuto spazio per crossare dalla trequarti.
POSSESSO E SVILUPPO
Il possesso palla premia le geometrie del Catanzaro che però corre qualche rischio di troppo per via di alcune giocate poco lucide in fase di costruzione dal basso. La Ternana vuole prendere alti gli avversari, intasare la mediana e affidarsi ai centimetri di Sorensen per sovrastare Iemmello sulle palle alte.
La costruzione e lo sviluppo diventano laboriosi, spesso bisogna tornare indietro. La doppia collaborazione di Verna e Ghion consente di uscire con maggior semplicità dal basso, ma in zona 2 quando la punta gioca incontro non trova il compagno per lo scarico.
Altre soluzioni come la corsia sinistra si sono rivelate poco praticabili. Vandeputte alla lunga perde il confronto con Diakitè, ma al belga di Catanzaro sono bastate due o tre giocate in tutto il match per alzare l’asticella.
Nel corso della ripresa il Catanzaro ha alternato fasi di gioco a ritmi molto alti con altre in cui si è un po’ abbassato. La costruzione si è fatta più che altro diretta cercando di mettere la palla oltre le prime due linee di difesa, e si è cercata anche la giocata in campo aperto. Vandeputte e Biasci hanno avuto due buone chances fino all’azione in cui D’Andrea si è procurato il rigore. Il passaggio di Krajnc è dettato dal movimento di D’Andrea che vuole il corridoio, vuole portarsi il pallone sul destro e vuole arrivare primo sulla sfera quando Proietti interviene. La caparbietà di questo giovane talento è la migliore risposta che la nuova linea green poteva dare.
Falletti è stato il faro illuminante della manovra degli ospiti, onnipresente in quasi tutte le zone del campo e soprattutto libero da marcature fisse. Ha sciupato un’occasione clamorosa, ha provato un paio di conclusioni personali con scarsa convinzione, ma fino al cambio non c’era azione che non passasse per i suoi piedi.
La Ternana ha cercato molto di sfondare sul fronte destro del proprio assetto con l’esperto Luperini e un Diakitè in gran forma. Davvero molto interessante il giovanissimo Raimondo che non solo ha trovato la sua prima rete fra i professionisti ma è stato autore di una prestazione di grande spessore.
LE DIFFICOLTA’ DELLA NUOVA CATEGORIA
Il Catanzaro ha saggiato le difficoltà della nuova categoria confrontandosi con un avversario che ha badato al concreto verticalizzando la giocata, ma soprattutto cercando più spesso la conclusione con meno possesso palla. Dato quest’ultimo da non sottovalutare.
Tuttavia è l’atteggiamento che premia i giallorossi, quando il Catanzaro preme sull’acceleratore i reparti si accorciano e la giocata nella sottofase di rifinitura si riesce sempre a trovare grazie alla fattiva partecipazione di Ghion, ma non di meno Verna oggi lo si è visto aggredire la trequarti con buono spirito. In quella fase è un Catanzaro in pieno controllo della partita, con i due esterni di fascia più Biasci e Iemmello che si muovono dentro e fuori per creare lo spazio.
Nel corso della ripresa i cambi di Vivarini hanno dato maggiore vivacità alla manovra. Krajnc ha preso spesso l’iniziativa uscendo palla al piede e trovando il dinamico D’Andrea che ha dato subito prova di grande personalità procurandosi il rigore decisivo.
Ghion è venuto fuori nella ripresa quando ha avuto modo di giocare più avanti. Trovandosi a subire l’iniziativa degli avversari il Catanzaro ha preferito la costruzione diretta consentendo tra l’altro anche a Vandeputte di potersi esprimere in campo aperto.
Foto: US Catanzaro 1929
Bene bene, partita che serve ad acquisire confidenza con la B dove non troveremo avversari che “difendono la sconfitta di misura” per evitare una gragnuola di gol. Magari il pareggio poteva essere giusto ,ma ha vinto chi negli ultimi 10 minuti non si è accontentato, e se a Lucarelli gli giran le scatole, a noi non importa una sega…ha sbagliato a togliere Falletti e tirare i remi in barca. Infine: che giocata il “bimbo” sull’azione del rigore