Sarà la 29ª presenza in Serie B per il Catanzaro con un debutto assoluto partito nella lontana edizione del 1933-34 che prevedeva due gironi A e B per un totale di 26 squadre divise tra nord-ovest e insulari più la Catanzarese nel girone A, le squadre del nord-est e adriatiche nel girone B.
Fu la 7ª edizione del torneo nazionale cadetto del campionato italiano di calcio ad essere organizzata dal Direttorio Divisioni Superiori, la 5ª dall’istituzione della categoria che per la prima volta fu suddivisa in due gironi distinti.
Ed è proprio l’allargamento ai due gironi ad aver consentito l’accesso al Catanzaro, allargamento che viene deciso dalla FIGC con l’ammissione di tutte le Società che nella stagione 1932-33 avevano ottenuto il diritto a disputare i gironi per le finali promozione.
Le Aquile vengono inserite nel Girone A per via del criterio di divisione verticale della Penisola, e per come si legge nello stesso comunicato della FIGC: “tenendo presente anche la necessità di equilibrio di valore sportivo e degli oneri dovuti ai trasferimenti”. Nel girone con le Aquile, tra le altre, le favoritissime alla promozione Sampierdarenese (che più di un decennio dopo si chiamerà Sampdoria), Pro Patria e Novara.
Una delle formazioni della Catanzarese 1933-34:
in piedi: Biffi, Favero, Ciminaghi, Galletti, Monti, Radice, Martini
accosciati: Negro, Moretti, Pasti, Radaelli e il massaggiatore Bettelli.
L’allenatore ingaggiato con un telegramma
L’ammissione in Serie B galvanizzò l’ambiente ed il club, soprattutto il presidente Enrico Talamo che per la prima storica apparizione tra i cadetti voleva fortemente affidare la panchina all’austriaco Heinrich Schönfeld che aveva già un accordo con il Trapani.
Talamo non si perse d’animo e inviò un telegramma all’austriaco ancora all’oscuro della promozione del Catanzaro in Serie B, ecco il testo del telegramma: “Schonfeld Enrico Trapani. Soltanto Catanzarese ammessa Divisione Nazionale stop Fiduciosi vostro operato vi attendiamo a braccia aperte, tifosi catanzarese”.
E il telegramma, firmato anche a nome della tifoseria sortì l’effetto sperato, Schönfeld, detto Beppo, si precipitò a Catanzaro.
l’allenatore austriaco: Heinrich Schönfeld
Sono bravi i “messi viaggiatori” catanzaresi
L’exploit della Catanzarese nel giro di pochi anni che l’aveva portata dalla III Divisione alla Serie B mise in luce le capacità organizzative, su cui il presidente Talamo aveva tanto lavorato, fin dal suo insediamento. In Talamo si fortificò in maniera predominate la convinzione che puntare su giovani provenienti da altre squadre fosse più vantaggioso per la Catanzarese, sia in termini di profitto economico che nell’impegno che avrebbero messo i calciatori ingaggiato da altre società. E Talamo non aveva tutti i torti, perché i giovani catanzaresi di allora che si avvicinavano al calcio, una volta che venivano esclusi dalla prima squadra disertavano gli allenamenti delle giovanili. Un comportamento che quindi spinse Talamo a formare una rete di osservatori da sguinzagliare nel nord Italia, ma con una caratteristica ben precisa, ovvero quella di osservare i calciatori non nelle gare in cui la loro squadra giocava in casa ma bensì quando giocavano in trasferta. Fu lo stesso presidente Talamo a chiarire meglio il concetto alla stampa sportiva dell’epoca:
“Io son contrario alle esibizioni dentro casa, perché preferisco sempre il giocatore che fuori gioca è da tutto.” Entrando nel dettaglio, dichiarava: “Sotto gli occhi degli amici tutti san fare prodezze, ma fuori li voglio, là dove non si cercano allori per se, ma il successo di squadra e dove si gioca fino all’ultimo, sudando e faticando senza ottenere applausi”
Ma chi erano i “messi viaggiatori”?
Il Catanzaro pescò bene, furono tanti i giovani ad esplodere dove invece in altre piazza avevano fallito, arrivavano a Catanzaro da sconosciuti e se ne andavano via con i connotati del grande calciatore. Un merito che allora in tanti riconobbero al Catanzaro, diversi giornalisti ed operatori di mercato incoraggiavano i calciatori ad andare a Catanzaro: “Se un bravo calciatore vuoi diventare a Catanzaro devi andare. Li ci sanno fare perché hanno bravi messi viaggiatori”
Ma che cosa era il messo viaggiatore? Non era altro che quello che oggi viene chiamato osservatore.
La Catanzarese sogna Mezza, Monti e Combi (campioni degli Anni Trenta)
Il calciomercato era una grande passione per il barone Talamo, in collaborazione con i suoi “messi viaggiatori” aveva delle doti innate a scovare talenti, e chi credeva di essere riuscito a vendergli un bidone, ci pensava la stampa sportiva e fugare ogni dubbio: “Se un calciatore lo prende Talamo state pur tranquilli che una schiappa non è”.
Nell’allestimento della squadra per il primo storico campionato di Serie B il presidente si reca a Milano per mettere a punto i dettagli. I tifosi catanzaresi si erano abituati bene con il barone, che non si era mai risparmiato andando a prendere anche calciatori che avevano militato in Serie A. Fu così che al ritorno da Milano a fine agosto numerosi tifosi accorsero ad aspettare al suo arrivo alla stazione di “Catanzaro Sala” convinti che gli avrebbe portato Meazza, Combi e Monti gli assi del calcio degli Anni Trenta nel campionato italiano di Serie A.
Nella vignetta che pubblichiamo il disegnatore di un quotidiano dell’epoca raffigura il ritorno di Talamo dal mercato di Milano.
Il primo ritiro precampionato della Catanzarese a Villaggio Mancuso
Oggi come all’ora, la Serie B è un’altra dimensione ed il presidente Talamo non tralascia nessun particolare che possa tornare utile alla Catanzarese, istituisce così il primo ritiro fuori sede, la truppa giallorossa stabilisce il proprio quartier generale a “Villaggio Mancuso” al fresco della Sila. Dal mercato non sono arrivati Monti, Combi e Meazza ma le aspettative non sono comunque andate deluse visto l’innesto di elementi provenienti quasi tutti dalla Serie A, tra cui l’attaccante Radice. Al termine della sessione di mercato, la stampa sportiva dirà: “il Catanzaro ha fatto le cose in grande”.
Lo storico Esordio in Serie B
E’ datato 10 settembre 1933, a Messina il Catanzaro fa l’esordio assoluto in Serie B
Queste le formazioni che sono scese in campo:
Catanzarese: Martini, Pasti, Favero, Radaelli, Biffi, Ciminaghi, Zoppi, Bedetti, Radice, Moretti, Bresciani.
Messina: Staccione II, Bruni, Vandelli, Di Gennaro, Borgo G., Fidomanzo I, Re, Villotti, Conte, Corallo, Ferretti I
Arbitro: Mazzarini di Roma
Marcatori: 50’ Radice, 66’ Borgo G.
La prima e storica vittoria in Serie B
Dall’esordio di Messina alla prima vittoria assoluta in Serie B passano soltanto 7 giorni, esattamente il 17 settembre quando al “Militare” arriva una delle grandi favorite alla vittoria del campionato, il Novara. Queste le formazioni dell’epoca.
Catanzarese: Martini, Pasti, Favero, Ciminaghi, Biffi, Galetti, Zoppi, Bedetti, Negro, Moretti, Bresciani.
Novara: Zamberletti, Rabaglio, Checco, Ravetta, Mornese, Parodi, Massiglia, Versaldi, Cappellini, Rizzotti, Portaluppi.
Arbitro: De Sanctis di Roma
Marcatori: 6’ Cappellini, 8’ Bedetti, St 18’ Bedetti, 30’ Checco (rig.) 38’ Moretti
lo storico presidente della Catanzarese: il barone Enrico Talamo
Le dimissioni del presidente Talamo, via anche allenatore e Consiglio Direttivo
Difficilmente Talamo avrebbe mollato la sua creatura almeno che non si fosse trovato davanti ad un impedimento che non gli permettesse più di portare avanti il suo progetto di crescita e di sviluppo del club, e il nodo centrale della questione sembra essere stato la promessa non mantenuta per la costruzione del nuovo stadio.
Facciamo un passo indietro e risaliamo all’agosto del 1933, quando in una riunione tra i dirigenti della Segreteria Federale dello sport Catanzarese (tutti iscritti al partito Fascista) e il presidente Talamo ed alcuni gerarchi fascisti, si arrivò alla conclusione che la Città di Catanzaro dovesse essere dotata di uno stadio moderno e funzionale, soprattutto per permettere alla Catanzarese di avere un grosso seguito di pubblico in Serie B.
L’esito della riunione fu così diffuso dalla stampa dell’epoca: “Dopo anni ed anni di infruttuosi tentativi si è pervenuti alla risoluzione dell’annoso ed urgente problema del campo sportivo. In una seduta plenaria i dirigenti lo sport locale, forti dell’appoggio autorevole delle gerarchie fasciste, comprese le esigenze di una attività che non può conoscere stusi di sorta si sono tutti trovati d’accordo nel sostenere la incapacità dell’angusta Piazza d’Armi e soddisfare appieno i bisogni di un campionato di Serie B. Donde la necessità della costruzione di uno stadio moderno e bene attrezzato, degno di una città ormai all’avanguardia del movimento sportivo regionale”.
Da quella riunione ci si aspettava che alle parole seguissero i fatti ma non se ne fece nulla, si arrivò a novembre del 1933, all’indomani della vittoria esterna (2-1) sul Cagliari il barone Talamo convocò l’allenatore Schönfeld e i Consiglieri dell’Unione Sportiva Fascista Catanzarese annunciando loro che era giunto alla conclusione di volersi disimpegnare della società. Qualcosa però non funzionò per come Talamo aveva programmato, ovvero chi avrebbe voluto seguirlo nella sua decisione lo avrebbe dovuto fare pazientando qualche giorno, più precisamente si sarebbe dovuti attendere di disputare la gara interna contro il Vigevano del 27 novembre 1933, perché poi il campionato si sarebbe fermato per 15 giorni.
Si dimette Schönfeld arriva Kőszegy
Vista la ferma volontà di Talamo di non voler fare un passo indietro il primo ad abbandonare fu il tecnico austriaco Heinrich Schönfeld forte anche dalla promessa della sua ex squadra la Juventus Trapani che gli avrebbe riaffidato l’incarico. Terminata la riunione lasciò subito Catanzaro.
Talamo si trovò quindi nella necessità di trovare un nuovo allenatore, e sotto consiglio dell’ex Kertész si rivolse all’ungherese György Kőszegy che lasciò immediatamente il Montevarchi per raggiungere Catanzaro.
Le dimissioni di Talamo
Il 6 dicembre del 1933 arriva l’annuncio ufficiale, il presidente Enrico Talamo seguito da tutto il Consiglio Direttivo lasciano l’Unione Sportiva Fascista Catanzarese. Ecco il testo del comunicato ufficiale:
“Il Presidente e la Giunta Esecutiva dell’U.S.F. “Catanzarese” hanno, per speciali ragioni contingenti, presentato le loro dimissioni, rassegnando il mandato nelle mani del Segretario Federale”
L’Avv. Alfredo Cantafora è il nuovo presidente della Catanzarese
La Catanzarese venne quindi consegnata nelle mani del Partito Nazionale Fascista che a Catanzaro faceva capo al Segretario Federale Luigi Pasqualucci, che era la quarta carica gerarchica nel Partito.
Attraverso un comunicato stampa arriva la nomina del nuovo presidente della Catanzarese: “Il Segretario Federale ha chiamato a se alcuni collaboratori, scelti tra gli sportivi più competenti, tra i quali il Delegato della Federazione allo Sport, avvocato Alfredo Cantafora”.
Cantafora diventa quindi il terzo presidente dell’Unione Sportiva Fascista Catanzarese, dopo Michele Le Pera ed appunto Enrico Talamo.
La prima volta di Nicola Ceravolo e Arnaldo Pugliese
All’età di 24 anni un giovane avvocato, Nicola Ceravolo, frequenta con maggiore frequenza i vertici dirigenziali dell’Unione Sportiva Fascista Catanzarese, anche grazie al grande rapporto di amicizia con Enrico Talamo, benché in passato alcune pubblicazioni abbiano accennato che la sua elezione nel Consiglio Direttivo della Catanzarese risale al 1932, la nomina ufficiale si ha invece in conseguenza alle dimissioni di Talamo e del Consiglio Direttivo, organo questo eletto proprio dallo stesso Federale Luigi Pasqualucci contestualmente alla nomina di Cantafora a presidente Nicola Ceravolo entra ufficialmente nel Consiglio Direttivo dell’Unione Sportiva Fascista Catanzarese. Con lui viene nominato quale componente del Consiglio Direttivo anche l’Avv. Arnaldo Pugliese.
La reazione della squadra, battuta una grande Pro Patria
Contestualizzando il periodo, ovvero quello del regime Fascista, alcuni eventi sono stati trascurati dalla stampa di allora, così come le dimissioni di Talamo passate nel dimenticatoio di chi narrava la cronaca sportiva e lo stesso Talamo per un diverso periodo venne più citato dalla stampa.
Il debutto di Cantafora coincise con la più bella prestazione disputata dalla Catanzarese (si era giunti alla XIII giornata in calendario), esattamente il 10 dicembre del 1933 quando al “Militare” si presentò lo squadrone da battere, la Pro Patria con 18 punti seconda in classifica a sole 3 lunghezze dalla capolista Sampieredaranese. Le cronache di allora raccontano di una grande partita disputata dai giallorossi, con il portiere ospite autore di due prodezze che fino alla fine hanno tenuto il match sull’esito incerto, risolto a 6’ minuti dal termine da Radice che realizzava il gol vittoria: Catanzaro-Pro Patria 1-0.
La Catanzarese sogna la Serie A alla fine del girone di andata
La vittoria contro la Pro Patria chiude il girone di andata con la Catanzarese che può essere ampiamente soddisfatta, anzi può addirittura permettersi di sognare la Serie A attraverso l’accesso al girone finale per la promozione. Chiude infatti al terzo posto ex-equo con Vigevanesi e Viareggio tutte a quota 14 punti, a 4 lunghezze dalla Pro Patria seconda in classifica e a 7 punti dalla Sampierdarenese capolista. Al girone finale per la promozione in Serie A accedono le prime tre di ogni girone.
Il girone di ritorno si apre con due sconfitte, abbandonati i sogni di gloria
Due sconfitte consecutive entrambe fuori casa, a Messina (0-1) e Novara (4-0) segnano l’inizio di un girone di ritorno che fa deporre le aspirazioni di poter puntare alla qualificazione per gli spareggi alla Serie A, aspirazioni che vengono soffocate anche dal pareggio interno alla terza di ritorno 2-2 contro il Viareggio.
Un girone di ritorno discontinuo compromette il cammino della Catanzarese
Nel girone di ritorno la Catanzarese non riesce ad imprimere una svolta decisiva alla sua stagione, raccoglie 3 punti in meno del girone di andata e chiude il campionato al settimo posto con 25 punti. Solo 3 vittorie di cui una in trasferta (2-1) sullo Spezia e due vittorie interne, sul Derthona (6-0) e sul Cagliari (10-0).
10-0 la vittoria più alta di sempre nella Storia dell’U.S. Catanzaro
La vittoria sul Cagliari ancora oggi è quella con il più alto punteggio ottenuta dal Catanzaro in competizioni ufficiali. E’ datata 4 marzo 1934, Catanzarese-Cagliari 10-0 alla ventiquattresima giornata di campionato.
Il tabellino della gara
Catanzarese: Martini, Favero, Devescovi, Radaelli, Biffi, Ciminaghi, Zoppi, Bedetti, Moretti, Negri, Bresciani.
All. Kőszegy
Cagliari: Bedini, Pulogheddu, Guerrini, Fradelloni A., Cattaneo, Orani, Bonello, Bacilieri, Zambianchi, Francovig, D’Alberto.
All. Crotti
Marcatori: 25’ Moretti, 35’ Biffi (rig.), st 2’, 7’ 13’, 27’, 30’ Moretti, 33’ Bedetti, 34’ e 35’ Moretti.
Arbitro: Salvatori di Roma
Moretti 8 reti in una partita è doppio record
Le 8’ reti realizzate da Moretti in Catanzarese-Cagliari 10-0 del 24 marzo 1934 ancora oggi valgono due record, quello del maggior numero di reti realizzate da un calciatore in un solo incontro nel campionato italiano di Serie B ed il record personale nella storia dell’U.S. Catanzaro.
Il campionato 2023-2024 sarà il 29° nella Storia dell’U.S Catanzaro in Serie B e quella di Cremona sarà invece la 1037 partita (escluso spareggi).