Costuito nel capoluogo piemontese, il Club – con la partecipazione diretta di Francesca, moglie di Carlo – sarà impegnato in attività benefiche. I ricavi ottenuti dalle quote associative e dalle libere donazioni saranno infatti devolute esclusivamente ad associazioni ed enti impegnti nel sociale o nella ricerca scienfica. Il Club ha sede a Torino ma, nel ricordo di Carlo, si apre alla partecipazione attiva degli appassionati giallorossi di tutta Italia.
Il 10 giugno 2023 nella città di Torino è stata costuita ufficialmente l’associazione Catanzaro Club Carlo La Forza. Nel giorno in cui Carlo avrebbe festeggiato il suo 48esimo compleanno e nel decimo anniversario della sua scomparsa, i suoi amici “piemontesi”, gli amici della sua città d’adozione, lo ricordano con l’istituzione di un club “speciale”.
“Speciale”, intanto perché le prime tre tessere del club verranno consegnate a Francesca, moglie di Carlo – che sostiene direttamente l’associazione– ai figli Francesco e Martina. Un’altra iniziativa quindi utile a
esaudire l’indimenticabile desiderio di Carlo: tramandare ai figli la profonda passione per i colori giallorossi e testimoniare, attraverso di essa, una vita piena, che tutti noi avremmo voluto molto più lunga.
Ma “Speciale”, il Catanzaro Club Carlo La Forza lo è poi sopratutto per le finalità che, per statuto e volontà profonda di tutti i soci fondatori, dovrà perseguire. I ricavi del Club infatti (quote associative, donazioni libere,5×1000 etc.) saranno utilizzate esclusivamente per iniziative di beneficenza e i destinatari delle stesse – associazioni o enti riconosciuti – verranno individuali ogni anno direttamente dai soci. La quota di iscrizione e tesseramento annuale sarà pari a 25 euro e comprenderà la consegna di una sciarpa del Club dai colori grigio/giallo/rosso, esattamente come quella che Carlo era solito indossare nelle sue giornate al seguito delle Aquile.
Pur nascendo a Torino, il Club Carlo La Forza intende celebrare il senso di appartenenza alla comunità giallorossa, nel ricordo di Carlo, nel senso più ampio, aprendosi dunque alla partecipazione attiva dei tifosi del Catanzaro di tutta Italia.
Per ulteriori informazioni e per ogni dettaglio da oggi è possibile contattare
il Club Carlo La Forza:
- all’indirizzo: catanzaroclubcarlolaforza@gmail.com
- attraverso la pagina Instagram: catanzaroclub_carlolaforza
Non ti abbiamo dimenticato, Carlo
La storia di Carlo La Forza
Domenica il Catanzaro giocherà a Lecce con il lutto al braccio. La scelta della società è particolare: rendere omaggio a un tifoso. Sarebbe impossibile farlo a ogni occasione simile. L’eccezione è spiegata da un bellissimo gesto d’amore nel momento più terribile: il crepuscolo di una esistenza. Carlo La Forza aveva 38 anni, due bimbi piccoli e una passione: il Catanzaro. Agli amici, incontrati nelle trasferte più vicine a Milano, ripeteva: «Spero che presto Francesco mi chieda di portarlo con me allo stadio. E spero faccia il tifo per i miei stessi colori». Progetti di vita, speranze, sogni e altro ancora. Tutto spazzato via a giugno, dopo una polmonite e una visita di controllo con sentenza: «Preparatevi al peggio». Forse è stato allora che Carlo ha pensato a un modo per andare oltre la morte, per lasciare qualcosa di concreto a un figlio di soli 3 anni. Con dignità ha combattuto la battaglia, sopportando cicli di chemio e radio.
Ma ci sono angoli dove nemmeno la malattia più bastarda può arrivare: le passioni sono intoccabili. Quella per il Catanzaro era speciale: lui nato e cresciuto a Napoli aveva scelto di tifare per una squadra lontana. Non aveva cambiato idea neppure quando tutta la città era impazzita per un re argentino. Ma lui a Maradona aveva preferito Massimo Palanca. Dopo la laurea in Ingegneria, il viaggio verso nord in cerca di lavoro: prima Torino, infine Milano. E le domeniche in macchina per inseguire una passione dentro uno stadio. L’ultimo a Prato lo scorso aprile. Due mesi dopo Carlo ha trovato un avversario imbattibile. Forse. Quando ha capito che non c’era nulla da fare, si è rizzato in piedi, lo ha guardato dritto negli occhi e gli ha fatto un tunnel, scavalcandolo. Come? Ha chiamato il club Massimo Palanca: «Voglio abbonarmi, mandatemi tutto a Milano. E fate presto». E quando qualcuno ha provato a capire il perché di quel gesto, si è sentito rispondere: «Voglio l’abbonamento, la ricevuta… voglio tutto perché mio figlio sappia, quando me ne andrò, che suo papà tifava Catanzaro». L’abbonamento è arrivato in tempo: Carlo è volato in cielo poche ore dopo la prima vittoria in campionato della «sua» squadra. Qualcuno spiegherà a Francesco il significato di passione, di tifo vero e non violento. E gli dirà che in una domenica di settembre il Catanzaro aveva il lutto al braccio nel nome di suo padre.
Francesco Ceniti, Gazzetta dello Sport – 2013