Il Catanzaro in Serie B ha un prezioso alleato, il tecnico Vincenzo Vivarini che a sua volta ha al suo fianco l’intera società giallorossa, dalla proprietà alla dirigenza, il Catanzaro e Vivarini si devono molto l’un l’altro e il ritorno delle Aquile nel calcio che conta è davvero troppo importante in questa città.
Ma oggi concentriamoci solo ed esclusivamente su Vivarini, che con questa categoria ha un conto in sospeso. E non ne ha fatto nemmeno mistero lo stesso tecnico quando qualche mese fa affermò che il calcio con lui ha un debito.
Un debito da calciatore dove dovette attaccare le scarpette al chiodo ancora in età giovane, a causa di qualche brutto infortunio che gli stroncò definitivamente la carriera.
E ripartire non è mai facile, soprattutto se vuoi intraprendere la carriera di allenatore. Una carriera nata con qualche difficoltà, un patentino non ancora regolarizzato, che costrinse il Pescara ad affiancargli Gigi De Rosa (munito di regolare patentino) quando gli affidò la panchina in sostituzione di Aldo Ammazzalorso nel lontano 2006 mentre l’anno successivo fu incaricato dal neotecnico del Delfino, Maurizio Sarri, a stilare le relazioni sulle squadre avversarie.
Era l’inizio di una lunga gavetta, di un rimboccarsi le maniche fino ad affondare le radici della gavetta in Serie D sulla panchina del Chieti a farsi le ossa.
Vivarini è dunque l’allenatore che arriva dalla gavetta, il suo calcio è fatto di passione e cura maniacale dei particolari frutto di un lavoro meticoloso, ma allo stesso tempo coraggioso nel mettersi in discussione per restare sempre al passo con i tempi.
E il Vivarini che abbiamo ammirato a Catanzaro dal novembre del 2021 ad oggi lo si può descrivere nelle parole di Gianluca Vialli quando gli fu chiesto chi fosse l’allenatore di calcio: “deve essere lui stesso leader, ma deve creare altri leader che in campo riproducano idee, valori, carattere”.
Operazione perfettamente riuscita a Catanzaro, grazie anche ad una società che lo ha messo nelle condizioni di lavorare in condizioni ottimali dove ancora molto altro può essere migliorato, in quel rapporto viscerale Catanzaro-Vivarini che ancora tanto hanno da darsi reciprocamente.
E a Catanzaro leader in campo il tecnico abruzzese ne ha creati, applicando un gioco di posizioni da occupare, lavorando sulla velocità della palla e sullo sviluppo del gioco in verticale che va a sfruttare la profondità.
Vivarini e il mondo di mezzo
Il rapporto del tecnico con la seconda serie professionistica del calcio italiano, non è stato idilliaco, ci arriva alla soglia dei 50 anni, esattamente il suo esordio è datato 27 agosto 2016 sulla panchina del Latina, nella trasferta a Verona persa per 4-1.
Eppure, qualcosa nella carriera del tecnico non è andata per come doveva andare, tanta gloria in Serie C e poca considerazione in Serie B per un allenatore che ho sempre definito sprecato in terza serie!!!
10 Aprile 2021 – 19 marzo 2023, tra queste due date separate da 708 giorni, c’è un mondo di mezzo per Vincenzo Vivarini, che include 101 sabati e 102 domeniche fatti di polverosi campi di Serie C.
Il 10 aprile 2021 è stata l’ultima esperienza del tecnico abruzzese in cadetteria, alla guida dell’Entella fu sconfitto in casa dalla Salernitana per 3-0, sconfitta che gli costò l’esonero.
Il 19 marzo 2023 il Catanzaro (con diecimila tifosi al seguito) sul neutro di Salerno batte per 2 a 0 la Gelbison ed acquisisce la matematica promozione in Serie B. Per entrambi è il ritorno nel calcio che conta, per il club dopo un lungo calvario durato ben 17 anni in Serie C, per il tecnico Vivarini 708 giorni dopo l’esonero dall’Entella sa di poterci ritornare da protagonista.
Perché se è vero come è vero che le vittorie hanno un padre, le sconfitte allo stesso tempo non possono essere orfane, solo che a pagarne le conseguenze, nel calcio è sempre l’allenatore.
Il ritorno in B del tecnico abruzzese questa volta è accompagnato dalla passione, dalla stima e dalla grande fiducia di cui gode nell’ambiente catanzarese: società, tifoseria e stampa hanno saputo riconoscere nel tecnico, che le vittorie non sono frutto del caso, puoi essere fortunato una volta o due, poi le vittorie sono sempre il frutto di un lavoro, di un gruppo formato il cui artefice si chiama Vincenzo Vivarini!